Santa Cruz || Cashton (Too Close sequel)

4 - Not even friends

We're not lovers
We're just strangers

Non dormii per tutta la notte, nonostante la stanchezza del viaggio e il jet lag, tormentato dai miei pensieri su Ashton e Thaisse e sulle conseguenze che la cosa avrebbe potuto portare alla mia relazione – che finora era stata sepolta e dimenticata – con Ashton. La notizia che mi aveva dato Luke quella mattina aveva avuto un impatto inaspettato, più forte di quanto sperassi, il che non era proprio un bene. Mi ricordava solo quanto io fossi realmente attaccato ad Ashton, quanto i miei sentimenti fossero ancora vivi e forti, più forti che mai. Questa cosa mi aveva spaventato a morte, così tanto da farmi perdere il sonno; di conseguenza ero sicuro che avrei passato tutto il primo giorno di vacanza da solo, in albergo a dormire e ad evitare il mondo circostante. Non avevo neanche la forza per vivere...

Ma Luke ovviamente non era d'accordo con me: senza neanche conoscere le mie intenzioni – le aveva sicuramente intuite, non ne avevo dubbi – venne a bussare alla mia porta, insistente come pochi. Inizialmente pensai di ignorarlo, nella vana speranza che avrebbe desistito e sarebbe andato via lasciandomi solo, ma a quanto pare avevo sottovalutato Luke come avevo sempre fatto. Riuscì ad avere la forza di bussare alla mia porta per dieci interminabili, smettendo soltanto quando uscii dalla stanza facendolo sorridere contento.

«Eccomi qui. Contento ora?», mi lamentai, sbuffando mentre mi chiudevo la porta alle spalle.

«Lo faccio per il tuo bene, Calum», mi rimbeccò Luke, seguendomi nel corridoio, «Non puoi venire in vacanza per startene a letto a rimuginare. Non ti fa bene».

Sospirai. «Non mi fa bene neanche vedere Ashton, cosa che tu mi stai costringendo a fare ora. Ho già tanto per cui stare male, non vorrei aggiungerci anche la totale indifferenza di Ashton nei miei confronti», borbottai, facendo fermare Luke nel bel mezzo del corridoio.

Il mio migliore amico mi prese le mani, stringendole fra le sue. «Lo so che ti fa male stare con lui, lo so bene. Ma vuoi davvero passare la tua vita rinchiuso, senza vedere più nessuno, per una cosa che è successa anni fa? Sono sicuro che Ashton ci sia passato sopra, perché non lo fai anche tu?», mi chiese, guardandomi speranzoso.

Il mio sospiro rammaricato fece morire ogni sua speranza. «Ci ho provato, Luke. Credi che non l'abbia fatto in tutti questi anni? È stata l'unica cosa che mi ha mandato avanti, la voglia di dimenticare e di passarci sopra, ma non ci sono mai riuscito. Non sono mai stato innamorato prima di lui, credevo di non essere in grado di provare quei sentimenti e ho scoperto di poterlo fare nel peggiore dei modi, vedendo l'uomo che amo scivolare via da me per i miei stupidi errori, guardandolo star male e poi risalire dal fondo ed innamorarsi di nuovo, è qualcosa che non puoi dimenticare facilmente, che forse non puoi dimenticare. E non posso farci niente se è così. Non posso farci niente», sbottai, sentendo le lacrime pungermi gli occhi e poi sgorgare lentamente, macchiandomi di vergogna come succedeva sempre. Luke mi abbracciò di scatto, stringendomi come per darmi forza, per non lasciarmi cadere. Lui sapeva meglio di tutti, persino meglio di me, come mi fossi sentito. D'altronde c'era passato prima lui di me, con Michael, ed era rimasto con me mentre cadevo a pezzi per colpa dei miei stupidi errori, per colpa dell'amore.

Quando ci staccammo Luke provò ad asciugarmi le lacrime, fallendo miseramente – avevo aperto i rubinetti e non avrei smesso di piangere facilmente. «Beh, se vuoi vedere il lato positivo, Ashton è di nuovo single», cercò di sdrammatizzare, facendomi ridacchiare leggermente, «E per quanto mi piacesse Thaisse direi di preferire Ashton con il mio migliore amico».

Scossi la testa. «Lui non mi vuole più, Luke, non in quel senso almeno», borbottai, facendo sbuffare Luke, «L'ho fatto soffrire troppo».

A quelle parole Luke mi sorrise malizioso. «Ma l'hai anche fatto godere tanto. Un po' di sesso non si rifiuta mai, sai?».