Quando scoprirono il nome della città, Namel le disse che erano stati abbastanza fortunati, perché non erano molto distanti dal villaggio dove aveva vissuto prima di trasferirsi e quindi conosceva la zona. Per quello che si ricordava, però, non c'erano allevamenti di grifoni e Kiral ne fu dispiaciuta. Stando a quello che Namel diceva di ricordarsi, prima del suo trasferimento non ce n'erano molti nella regione ed erano situati tutti nelle grandi città, quello era un paese di medie dimensioni, ma era ben lontano dalle città più abitate.
Kiral si guardava intorno eccitata in cerca di un posto in cui potessero vendere dei libri, non vedeva l'ora di imparare nuove tecniche.
Il villaggio in cui erano capitati era poco più di un agglomerato di qualche edificio dall'aria grossolana ma robusta. A Kiral sembrava che qualcuno si fosse divertito a spargere le abitazioni a caso, come lanciando una manciata di sassi.
«Credo che qui non troveremo né la mappa né il libro» le disse Namel. «Mi sembra un posto troppo piccolo, non credo che ci siano librerie o cartografi. Comunque conosco la zona, ma mi sono sbagliato, la città dove ci conviene andare è a nord, non a sud.»
La prima parte di quella frase non le fece affatto piacere, ma continuò a guardarsi intorno speranzosa. «Come faremo a sapere dove andare, anche una volta che ci saremo procurati la mappa?»
«Questa è una bella domanda, mi piacerebbe saperti rispondere.»
«Mi stai dicendo che dovremo andare alla cieca sperando di trovare la direzione giusta?»
«No, un'idea ce l'ho, ma prima preferisco procurarmi ciò che ci serve.»
Kiral capì che fare ulteriori domande non sarebbe servito a nulla, quindi restò zitta e continuò a guardare in giro, sperando che Namel si fosse sbagliato. La gente non sembrava prestare molta attenzione a loro due; c'era chi li guardava incuriosito, ma nessuno fece domande o li infastidì.
«Dobbiamo dirigerci a Kmal, qui non c'è niente che ci possa interessare.»
«Cos'è Kmal? E quanto è lontano?»
«È una città dove potremmo trovare tutto quello di cui abbiamo bisogno, credo che disti mezza giornata a cavallo, a piedi impiegheremo più tempo.»
«Anche il grifone?» domandò Kiral. «Troveremo anche quello?»
«Parla più piano» la redarguì Namel, guardando di sottecchi un uomo che era passato accanto a loro. «La gente normale non parla di cose del genere, quindi smetti di dire certe cose. Comunque sì, potremmo trovare anche quello, se saremo fortunati.»
«Non potremmo procurarci un cavallo? Ne basterebbe uno solo, tanto io non so cavalcare. Mi fanno male i piedi.»
«Be', dovrai sopportare il dolore, perché non ho intenzione di usare dei soldi per qualcosa che ci servirebbe solo fino a Kmal. Ci andremo a piedi, così potremo anche cacciare qualcosa nel bosco, comincio ad avere fame.»
«Non ci sono degli incantesimi curativi?» domandò Kiral, cercando di non farsi udire dai pochi passanti che c'erano in quella strada.
«Sì, ma non mi ricordo la formula, non l'ho mai usata. Te l'ho già detto, non sono proprio portato per queste cose, l'ultima volta che ci ho provato ho perso i sensi.»
«Non potremmo chiedere in giro? Magari qualcuno lo sa.»
«No, non lo faremo. Attireresti l'attenzione. Te l'ho detto, gli incantesimi non sono roba per la gente comune, almeno non quelli curativi. Non si usano tutti i giorni e molti non ne sono in grado.»
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La memoria di un'ala dorata
FantasyNessun ricordo, nemmeno un nome. Solo un luogo sconosciuto e dei cadaveri intorno a sé. Svegliandosi senza alcuna memoria della propria vita passata, l'unica cosa che la ragazza senza nome riesce a fare è fuggire. Un tiranno di cui sa poco la cerca...