1. Exit Wounds

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note iniziali:
la fanfiction che state per leggere, NON è una mia produzione personale, ma una traduzione di "Dead Man Walking" di MermaidsandMermen (Sophia Soames). - link in fondo.
Spero vi piaccia come è piaciuta a me
Alt er love, alice.



(listen) The Script - Exit wounds


Tarjei

Sto cercando di essere un bravo attore. Ho cercato di essere un bravo attore. Ho fatto tutto giusto. Ho fatto ricerche; ho letto; mi sono buttato in questo essere un'altra persona, sono diventato Isak ventiquattro ore su ventiquattro invece di essere me. Ne è valsa la pena, però. Sono stato bravo. Sono stato fottutamente bravo.

Così come lo è stato Henrik. Lui è co-protagonista nella serie tv di cui stiamo facendo parte. E' anche il mio migliore amico. Potrebbe essere strano, ci siamo incontrati solo pochi mesi fa, ma ora lui è tutto per me. Non dovrebbe, tuttavia, noi siamo solo colleghi. Svolgiamo solo un lavoro insieme. Come attori. Abbiamo avuto un ruolo da interpretare e lo abbiamo svolto.

Dovevamo innamorarci davanti una telecamera, e lasciare che chi guardasse la serie fosse convinto al 100% che fosse reale. E' uno dei punti fondanti di un buono show, no? Far credere al telespettatore che ciò che sta guardando non sia finzione. Io e Henrik abbiamo preso questa cosa molto seriamente. E così anche il mio cervello.

Ed ora è un problema.
Abbiamo finito di filmare.
Lavoro finito.
Ora si deve andare avanti.

Devo imparare di nuovo ad essere me stesso.
Ritrovare il vecchio me che va a scuola, esce con gli amici, si ubriaca qualche volta e fa le solite cazzate da adolescente.
In questo lasso di tempo ho cercato di prendermi tempo per me stesso e risolvere alcune domande: ho finito con lo scoprire che sono fottuto.
Come cazzo ci si può innamorare di qualcuno?


La prima volta che ho incontrato Henrik stavamo solamente facendo il primo incontro con il cast.
C'erano alcune facce nuove, ma la maggiorparte erano sempre i soliti, che ridevano e scherzavano.

Sapevo già di essere il protagonista principale della nuova stagione. Sapevo anche che la regista stava facendo le audizioni per trovarmi un "fidanzato". Mi hanno anche chiesto come avessi voluto che fosse. E' stato piuttosto divertente immaginarmi l'aspetto del ragazzo di cui mi sarei dovuto innamorare. Ho risposto di volere qualcuno tranquillo e rilassato. Ho pensato che potesse essere più semplice trovarne uno divertente che ci facesse ridere e non mi facesse sentire a disagio.
E, cazzo.
Henrik è entrato nella mia visuale e io credo di essermi innamorato dal primo istante. E' rimasto sulla porta un po' terrorizzato, i suoi occhi osservavano la stanza e analizzavano ogni minimo particolare. Sembrava spaventato e molto insicuro. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.

Ha iniziato ad avvicinarsi e tutti hanno smesso di parlare per guardarlo. Forse perché era un po' troppo alto. Troppo bello. Semplicemente troppo.
Quel tipo di persona che diventa il centro dell'attenzione di tutti anche semplicemente camminando e respirando.

E quindi eccolo lì, appoggiato al muro con un'aria nervosa e insicura, finché i suoi occhi non incontrano i miei e sul suo viso si forma un enorme sorriso, tanto che io non riesco a non sorridere a mia volta. Sicuramente sapeva chi fossi; sapeva cosa avrebbe trattato questa stagione. Senza distogliere lo sguardo da me neanche per mezzo secondo, si incammina nella mia direzione e fermandosi avanti a me tende la propria mano per presentarsi.

"Ciao, sono Henrik - dice - e sono quasi certo di essere il tuo ragazzo" Quasi scoppio a ridere.
"E' un modo un po' contorto di presentarti al tuo ragazzo." rispondo, eccitato e con l'adrenalina a mille.
Allargo le braccia con un gran gesto teatrale per abbracciarlo e lui si fionda su di me, dandomi un bacio sulla fronte.
"Ciao, mio diletto" si corregge ridendo.
"Così va meglio", rido a mia volta, lasciando che il mio braccio avvolgesse la sua vita.

E' così che tutto è iniziato. Non ho avuto scampo.

Ed eccomi qua, ora, che cammino verso casa da scuola con le cuffiette alle orecchie che intonavano i "The Script". Ascolto sempre loro quando sono un po' giù, in qualche modo riescono a calmare i miei nervi.
Ho il cappello in testa e il cappuccio della giacca alzato. Cuffiette alle orecchie. Sguardo basso. Nessuno si accorge di me, nessuno mi riconosce. Cammino fino a casa, non vedendo l'ora di  buttarmi sul letto e rimanerci per il resto della giornata.
Mi manca Henrik. Mi manca quando facevamo finta di essere fidanzati. Mi manca quando mi baciava. Quando mi guardava e sorrideva.


"E' per fare meglio la parte." sussurra, e mi bacia le labbra dolcemente.
"Faceva schifo, Henrik. Proprio schifo" rispondo "Devi fare pratica. Più emozioni. Devi proprio starci dentro." Lui mi guardae fa finta di sentirsi offeso.
"Non era buono?"
"Non c'era sentimento, Hen. Prova ancora. Dai, vieni qui, dobbiamo farlo per bene."
"Stai dicendo che faccio schifo a baciare?"
"No, sto solo dicendo che sei un po'... sciatto." Alzo le spalle e cerco di sembrare indifferente quando in realtà le farfalle nel mio stomaco non smettevano di volare.
"Vuoi che riprovi?" chiede facendomi l'occhiolino
"Baciami come se fosse l'unica cosa che vuoi fare in questo momento." gli sorrido, mentre dentro mi sentivo morire.
E poi mi bacia, e lo fa come se lo volesse veramente. Le sue mani sul mio viso, il suo naso che sfregava il mio, le sue labbra che si muovono sulle mie, dolci piccoli movimenti, piccole carezze pelle contro pelle. Controllo: aveva sempre gli occhi chiusi..

E io morivo un po' dentro.
No.
Morivo tanto, dentro.
Un bel suicidio.

Ed è anche questo il motivo per cui ora cammino in questo stato. Mi sento morto dentro. Perché quello non era real., Non lo era. Era semplicemente lavoro. Ci esercitavamo. E' questo che significa recitare. Entri in una parte. E quando è finita te ne liberi.
Ma io non volevo uscirne. E non voglio. Voglio che tutto questo diventi reale. Voglio che Henrik mi baci fino a non riuscire più a respirare.
Continuo a camminare. La neve sta scendendo piano, e i miei stivali provocano rumori otturati sopra la polvere bianca che si posa sull'asfalto. Non voglio sentirmi più così. Sono stato così felice in questi mesi. Ho cercato di vivere senza provare sentimenti, mi sono fatto il culo in palestra, sono andato a scuola, ho lavorato. Dormito. Respirato. Amato Henrik.

Cosa dovrei fare ora? Continuare a vivere la mia vita come un morto?
Mi fermo in un incrocio e prendo un respiro.
Prendo il mio telefono: leggo l'ultimo messaggio.
Mi giro.
Torno indietro.


[note finali:
spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto!
fatevi sapere con un commento, un cuore, qualsiasi cosa hahah
vi lascio il link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/8922724]


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