6. Breakeven

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(listen) The Script - Breakeven






Henrik

Mi sono svegliato con una sbornia colossale. E' la vigilia di Natale. E' stata proprio una bella serata, ieri, ed è stato bello passare del tempo con i miei amici. Mi sentivo come se avessi di nuovo sedici anni, passando il tempo a farci dispetti e scherzi tra di noi.
Mi sembra di ricordare di aver percorso la via di casa di Tarjei prima di ricordarmi che dovrei saper vivere anche senza di lui. E' stato un bel piano quello di questa settimana: fare una prova su me stesso e scoprire se riesco a non pensare a lui, se potevo riuscire a non passare ogni notte dormendo con lui.

Mi sono seduto su una panchina della fermata dell'autobus e mi sono fumato una sigaretta, pensando a cosa cazzo stessi facendo. L'unica cosa che volevo era fiondarmi nel letto di Tarjei. E' proprio un bel letto, con un buon materasso e dei cuscini confortevoli. Non una di quelle merde di Ikea. Ed ha anche quelle coperte in pile che tengono molto caldo. Ma mi sono fermato, comunque. In primis, perché ero piuttosto scazzato, e avevo bevuto come non mai. E non sono molto in me, quando sono ubriaco: dico un mucchio di stronzate e divento molto emotivo. E' stata proprio una bella idea girarmi e tornarmene indietro. Mi sono anche ricordato di essere arrivato alla festa in bici, e che l'avevo lasciata a casa del mio amico dall'altra parte della città, il che significa che dovrei tornare là a prenderla, prima o poi.

Mio fratello entra fiondandosi sul letto urlando cose tipo vigilia, porridge, e regali e altre cazzate, ed io mi lamento sperando che mi dia un'altra ora. Alla fine lo congedo con la promessa che sarei sceso ad aprire uno dei miei regali se mi avrebbe portato del caffé, una medicina e un po' d'acqua. In quell'ordine. Tipo immediatamente.

Voglio bene a mio fratello. Voglio bene anche a mia madre.
Perché entra in camera con quello che avevo chiesto: caffé, una medicina per il mal di testa - non quelle merde che non fanno un cazzo, ma quelle forti che mi fanno tornare alla normalità in meno di un'ora - e acqua. Chiude la porta e si mette comoda sul letto accanto a me, rubando un sorso del mio caffé.

"Bella serata, ieri sera?" dice, con un sorriso subdolo. Lei sa che mi sento una merda, perché reagisce come me quando va di Gin Tonic. Emotiva e con i postumi della sbornia la mattina dopo.
"Gin tonic, mamma. "
"Oh, cazzo" ride "Non impariamo mai, eh?"
Mi lamento di risposta.
"Dov'è Tarjei?" Mia madre non fa giri di parole, lei arriva sempre dritta al punto.
"A casa, suppongo..?" La mia voce sembra di tre toni più alta e mi sento di nuovo un bambino.
Lei si avvicina e mi accarezza la guancia. "Devi andare là e vederlo così la smetterai di essere così brontolone.
"Non sono brontolone" Anche se è vero. Faccio proprio schifo a mentire.
"Non lo hai visto per un paio di giorni. Non so cosa sta succedendo tra voi due, ma devi andare là da lui e risolvere. E' la vigilia di Natale, Henrik. Non preoccuparti di noi, vai da lui."
"Avrà da fare con la sua famiglia. Non voglio rompergli"
"Tutte scuse, Henrik. Adesso bevi il tuo caffé e vieni a rilassarti per un po' sul divano con noi. C'è un film di Natale alla tv, e poi la mattina di Natale significa aprire i regali, i dolcetti da mangiare, poi ho fatto il porridge e.." faccio finta di sentirmi male e mi giro dall'altra parte del letto facendola ridere.
"Dai, alza il culo mio prezioso primogenito. Luce dei miei occhi. Il più bel ragazzo del mondo" Mi lascio stringere in un abbraccio. Mia madre è un asso. Mi bacia la fronte e mi passa il caffé.
"Bevi. Prendi la pasticca. E poi scendi e vieni sul divano. E' un ordine."
La saluto e butto giù le pasticche.

Mi sento davvero meglio, dopo un po'.
Ieri sera Tarjei mi ha mandato un cuore blu, e io gli ho mandato un po' di cuori verdi di risposta. Li conto: sedici. Ottimo lavoro Henrik.
Al me ubriaco dovrebbe essere vietato usare il telefono.
Beh, almeno non ho scritto altro. Poteva andare davvero peggio. Mi ha mandato un altro cuore blu questa mattina. Non ci ho nemmeno pensato quando gliene ho mandato un altro verde di risposta.
Mamma ha ragione: devo vederlo.
Ho passato 4 giorni e 3 notti senza di lui e sì, ok, posso sopravvivere senza di lui. Ma non sono stato felice in questi giorni, questa situazione mi ha fatto stare di merda. E adesso devo andare da lui, spiegargli tutto con la consapevolezza che lui sia incazzato con me.

Lo so che avrei dovuto parlargli, che avrei dovuto dirgli "Non preoccuparti, sono solo un po' sotto con alcune cose e voglio stare un po' con i miei amici." So che anche lui ha avuto una festa ieri sera, ricordo che me ne aveva parlato. Quindi, dovrebbe andare tutto bene. E' solo il fatto che non ne abbiamo parlato, che mi fa sentire un po' una merda. In imbarazzo. E noi non facciamo cose imbarazzanti.
Sembra che sia io che causo tutte queste situazioni imbarazzanti. Non lo faccio apposta, ma succede.

Improvvisamente è l'ora di pranzo. Un mucchio di gente che arriva. Mi vado a vestire, così non rischio di incontrare mia nonna in boxer.
E' davvero una nonna sgaggia, la mia. Mi bacia la guancia e mi chiede dove si trova il mio bel ragazzo.

"Tarjei non è il mio ragazzo, nonna" La prendo per un braccio e l'accompagno in sala.
"Ma vi ho visti in tv" Mi da delle pacche sul braccio, rassicurante "Siete molto bravi, e mi piace proprio quel Jonas"
"Non è reale, nonna, stiamo solo recitando. Ma ti prometto che porterò Marlon, quello che fa Jonas, a trovarti. E' molto simpatico anche nella vita reale. Ti piacerà."

Sono serio, Marlon e nonna si adorerebbero.

"Mi piace di più il tuo Isak. Proprio un bel ragazzo. Voglio incontrare anche lui. Ci sono molti bei uomini sulla tv oggi. Stavo guardando quel Paradise Hotel alla tv l'altro giorno..."
"Mamma!" Mio padre fa finta di essere scioccato.
"Che c'è! Ho 73 anni e posso guardare ciò che voglio. Quel "Skam" è bello comunque. Sto dicendo a tutti alla casa di riposo che il mio meraviglioso nipote recita lì. Gli dico sempre di fare attenzione a quello nudo."
Lo avevo detto che mia nonna è molto sgaggia. Rido insieme agli altri. Sarei potuto rimanere in boxer, e lei ne avrebbe tirato fuori una bella storia da raccontare alle sue amiche.

Poi c'è quel coma post-pranzo di natale e altrettanti dolci immersi nel vino. Regali. Tanti regali. Poi facciamo un gioco, dove tiriamo i dadi per rubarci uno dei regali segreti di Babbo Natale: va avanti da anni, tra litigi e risate. Finisce che nonna si è quindi presa un pacchetto di calzini da uomo - che la fa ridere di gusto- ; io mi prendo dei bigodini rosa: non aspetto un secondo in più e me li metto addosso.

E' proprio un bel Natale.

Proprio quando inizio a sentirmi di nuovo bene servono la cena. Io la chiamerei "Morte a Natale" Mi scuso poco prima che servino il dolce dicendo che dovevo stendermi. Quindi me la svigno con uno dei pacchetti trovati prima: Tarjei deve averlo nascosto sotto l'albero l'ultima volta che è stato qui.

Pure la carta strappata sa di lui. Non volevo aprirlo davanti a tutti, è troppo personale.
E' un maglione. So già qual è: quello che mi ero provato quella volta che siamo andati a fare shopping insieme. Color rosso vino con il collo a V, e Tarjei diceva che metteva in mostra le clavicole. Diceva anche che era molto sexy. Me lo sono tolto con una risata sostenendo che non mi si addiceva. Lui non era d'accordo, ha fatto il broncio e si è finto arrabbiato.
Sapeva benissimo che me lo sarei ricordato.

Me lo indosso e mi guardo allo specchio, lasciando che il colletto scenda dalla mia spalla. Cerco di sembrare sexy e sensuale, ma in realtà sembro solamente un disagiato.
La foto sembra divertente, comunque. Ci scrivo "Grazie mille, lo adoro. Credi che la mia clavicola vada bene?"
"Dannatamente sexy" risponde "Buon Natale"
Che dovrei rispondere ora?
"Buon Natale, Tar"

Mi manda un cuore blu. Io gliene mando uno verde.
Poi mi butto sul letto. Mi crogiolo.

[note finali:
solo tre parole: IL PROSSIMO CAPITOLO.
Are you ready? dovreste.
-
passa da MartinaGianni con la sua fanfiction, e seguimi per tenerti aggiornato!]



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