3. Man on a Wire

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(listen) The Script - Man on a Wire





Tarjei



Ha smesso di nevicare quando torniamo a casa. Fa comunque un freddo cane, la neve si scerpola sotto i nostri piedi e ogni respiro forma una nuvola di fumo davanti a noi.
"Hai sentito qualcosa da parte di quelli di Skam?" mi chiede Henrik
"No, credo che lo scopriremo allo stesso momento. Hanno fatto così l'ultima volta."

Siamo piuttosto preoccupati per la prossima stagione. I produttori non ti fanno sapere nulla riguardo cosa stanno programmando fino all'ultimo minuto, e noi non sappiamo neanche se Isak e Even ne faranno parte. E questo ci spaventa un po'.

"E comunque, penso ancora che ci abbiano fatti muovere negli States per qualche anno sabbatico o cosa" Rido, anche se questa ipotesi mi rattrista un po'.
"Credi che potremmo esserci di nuovo? Cioè, come faranno ad inventare la nostra storia?"
Henrik alza le spalle
"Se la quarta è su Even poi dovranno trasferirmi nel tuo appartamento o far trasferire la mia famiglia, altrimenti Marlon non ci parlerà più"
Ridiamo entrambi.

Abbiamo detto a Marlon che abbiamo girato alcune scene di sesso nel suo letto quando abbiamo filmato delle sequenze nel suo appartamento. La sua faccia era epica: ancora sostiene di avere difficoltà a dormire e che odora ancora di sesso. Ovviamente scherza, ma riesco a capire cosa intenda Henrik.

"Ti immagini scopare su quel letto rialzato che ha Marlon?"
"Cazzo sarebbe auto-distruttivo! Non c'è da stupirsi che Marlon non porti nessuna ragazza a casa, scommetto che quel letto scricchiola pure." Emette degli strani stridolii con la bocca e entrambri scoppiamo a ridere.

E' ancora confortante stare con Henrik, solo noi due. Camminiamo in silenzio, ma non importa. Non è imbarazzante. Se fossi stato un po' più coraggioso avrei preso e stretto la sua mano, ma ormai non so più quali siano i nostri limiti.

"Credi che rimarremo amici se non otteniamo più il ruolo in Skam? Cioè.." Mi fermo. E' una domanda ridicola, ma non sono sicuro di volergli chiedere ciò che veramente vorrei chiedergli.
Mi fa una delle sue occhiatacce, quella da 'ma mi stai prendendo per il culo?'
"Che intendi? siamo amici, no?"
Che stronzo, penso.

Adesso sta facendo il gioco "evitiamo l'ovvia domanda". Conosco quella tattica, la faccio tutti i giorni con i miei genitori.
Non rispondo. Semplicemente lo guardo e aspetto una sua risposta.

"Spero che rimarremo amici. A meno che tu non ti romperai le palle di uscire sempre con me." Abbassa lo sguardo.
"Henrik - sussurro, quasi supplicandolo - non mi stancherò mai di uscire con te, lo sai"
"E' solo un po'.. cioè"
"Strano?" continuo. La mia voce è un po' stridula.
"Ci siamo promessi che non sarebbe mai stato strano. Me lo hai promesso. Te l'ho promesso. Quindi, non facciamolo sembrare strano."
"Non lo farò." Lascio che la mia mano accarezzi lungo le maniche della sua camicia.
"Sarà strano solo se lo facciamo diventare, quindi rilassiamoci e usciamo normalmente come due comuni amici, okay?"

Le mie dita raggiungono la sua mano, lascio che la mia pelle tocchi brevemente la sua, sperando che prenda la mia mano. Ma non lo fa. Invece avvolge un braccio sulla mia schiena e si avvicina a me dandomi un bacio sulla guancia.
E poi di nuovo il silenzio.



Mia madre ha preparato le polpette, le mie preferite. Henrik fa esattamente ciò che faccio io: prende una polpetta e la mescola con le patate fino a che non ha creato un miscuglio, poi ci spalma sopra la marmellata di mirtilli.
Ha un orribile colore grigio, ma il sapore è quello dell'estate e sogni e l'essere di nuovo bambino.
Ridiamo entrambi appena mio padre ci chiama 'bambini' e ci fa notare la nostra mancanza di buone maniere a tavola.
Mio padre e Henrik, poi, hanno questa cosa che va avanti. Credo lo abbiano fatto sin dal primo giorno, e si prendono in giro senza pietà. Mio padre fa questo gioco di pessimo gusto, gli chiede se c'è vento lassù e se riesce a vedere lo ski jump a Holmenkollen in una bella giornata.
Henrik gli regge il gioco e risponde con un' altra battuta di pessimo gusto: gli offre la mano per aiutarlo ad alzarsi, dicendo che dovremmo essere gentili con un anziano.
Mio padre in realtà ha 39 anni, è piuttosto giovane per la sua età. Si veste anche piuttosto bene, anche se è imbarazzante quando mi prende i vestiti e cerca di essere alla moda.

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