🗼2. Festeggiamenti

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"Quando sei felice, ma veramente felice,
c

he sei certo che nulla potrà scalfire la tua felicità,
stai sicuro che riceverai la mazzata peggiore della tua vita!"


_Legge di Murphy applicata alla felicità _

Intenta a guidare la sua Mini Cooper, Sofi canticchiava "I kissed a girl" di Katy Perry districandosi nel traffico, mentre io, a man mano che ci avvicinavamo alla discoteca, mi dimenavo sempre di più nel sedile, cercando di mascherare il mio nervosismo crescente. La verità era che non avevo voglia di affrontare Stefano, volevo solo passare una serata divertente circondata dai miei amici, senza drammi.

«Elly, ci sei? Siamo arrivate», mi disse Sofia, schioccando le dita e scendendo dall'auto.

"Maledizione! Di già?"

Mi ridestai dai miei pensieri sbattendo ripetutamente le palpebre e iniziai a cercare con lo sguardo la persona che mi terrorizzava di più in quel momento: il mio ragazzo.
Osservando con una certa inquietudine la calca di gente in fila all'ingresso, lo individuai assieme ai nostri amici, poi scesi dall'auto e mi affrettai a raggiungere il gruppo.

Non appena Alessia, Marta e Matteo riconobbero Sofia, le corsero incontro per abbracciarla e, chiacchierando, si avviarono all'interno dell'Alterego. Stefano, invece, era rimasto in disparte dal gruppo, tenendo lo sguardo fisso su di me. In un primo momento mi osservò sorpreso, ma subito dopo i suoi occhi si chiusero in una linea sottile.

"Mon Dieu!" Conoscevo quello sguardo: era pura disapprovazione.

Con ogni probabilità anche quella volta qualcosa in me lo aveva infastidito.
Esitante e in preda a uno tsunami di emozioni contrastanti, mi avvicinai a lui. «Ciao...» 

Stefano mi stampò un frettoloso bacio a fior di labbra e replicò con un secco "ciao".
Mi prese per mano con troppa energia e mi condusse all'interno, verso il bancone del locale dove i nostri amici ci stavano aspettando. Rimanemmo in silenzio per l'intero tragitto.
Non riuscii a comprendere quale rapido processo mentale avesse indotto Stefano a comportarsi in quel modo. L'unica certezza che avevo era che fosse molto infastidito per qualcosa, così rimasi anch'io muta, non volendo per il momento approfondire la causa del suo malumore.

La musica pulsava in maniera frenetica nella sala e sembrava accordarsi al ritmo irrequieto del mio cuore. La pista da ballo era già colma di corpi sudati che ballavano avvolti nella penombra ed erano illuminati di tanto in tanto dalle luci stroboscopiche al neon.

«Propongo di darci dentro stasera!» suggerì Matteo, mentre scrutava la stanza. Qualche ragazzo doveva aver già catturato la sua attenzione.

«Sono d'accordo!» urlò Sofi, per sovrastare il volume della musica.

«Ho capito», disse Alessia, portandosi le dita alle fronte in modo teatrale. «Finiremo per ubriacarci».

«Io non ho nulla da obiettare», commentò Marta, dimenando il bacino a tempo di musica. «Beviamo, ragazzi, stasera ci divertiamo!» 

Attirai l'attenzione del barista con un cenno della mano. «Mojito per tutti allora!» urlai, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Stefano.

Una volta pronti i nostri drink, improvvisammo un fantasioso brindisi alzando i bicchieri al cielo e, dopo averli fatti tintinnare come da tradizione, iniziammo a bere tutto d'un fiato.

«Andiamo a ballare, ragazzi!» urlò Alessia, trascinando Marta sulla pista da ballo.

Matteo si sporse verso di noi, poi fece un fischio d'approvazione. «Elly, Sofi: wow! Vi siete messe in tiro. C'è forse qualcosa da festeggiare?» 

A Parigi tutto può succedere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora