🗼 1. Cambiamenti

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"La probabilità che Willy incontri un ragazzo normale
è

direttamente proporzionale al fatto che cada un asteroide sulla terra."


_ Legge di Willy _

Finalmente la lettera che stavo aspettando era arrivata. La aprii con mani tremanti e lessi in fretta il contenuto. 

"Incredibile!" Avevano accettato la mia richiesta.

Felice, corsi lungo il corridoio, impaziente di condividere la bella notizia con la mia coinquilina. Mi fermai davanti la porta del bagno e bussai con insistenza. «Sofi, Sofi! Esci, presto!»

"Tipico, quando ho bisogno della mia migliore amica è impegnata a farsi bella, come se ne avesse bisogno..." 

Sofia spalancò la porta, con la faccia ricoperta da uno strato verde e appiccicoso.
Scoppiai a ridere. «Che ti sei messa sul viso?»

Si indicò la guancia, stando attenta a non toccarsi la pelle. «Questa è una maschera a base di yogurt di capra e cetrioli. Ho letto su Cosmo che fa miracoli!» 

Studiai il suo viso, scettica. «Che sarebbe Cosmo

A quella domanda spalancò la bocca e sgranò gli occhi. «In che pianeta vivi, Elly? Per noi ragazze Cosmopolitan è come la sacra Bibbia. Puoi trovarci la risposta a qualsiasi problema».

La serietà con cui lo disse mi fece ridere ancor di più, ma, del resto, Sofia riusciva sempre a strapparmi un sorriso ed era anche per quello che l'adoravo.
Lei mi scoccò un'occhiataccia. «Comunque, che c'è da strillare?»

Impaziente, le porsi la lettera che tenevo in mano. Era da parte dell'università e l'aspettavo da tanto tempo. Sofia me la strappò dalle dita e la lesse. Una volta terminato, sollevò gli occhi dal pezzo di carta e mi regalò un sorriso degno del red carpet. «Oh, mio Dio! È tutto vero? Ti hanno presa?» 

Con l'adrenalina a mille, saltellai per il corridoio. «Preparati, perché tra un mese io e te partiamo per andare in Erasmus a Parigi! Non vedo l'ora: conquisteremo gli Champs Elysées

La mia migliore amica iniziò a urlare a squarciagola e si unì a me in quella che noi chiamavamo la danza della vittoria: un insieme caotico di buffi passi di danza e strane espressioni.

A un certo punto Sofi si bloccò con le braccia in aria e mi lanciò uno dei suoi sguardi che promettevano guai.
«Elly, sai cosa significa? Passeremo dieci mesi nella città più romantica e alla moda del mondo, conosceremo un sacco di ragazzi carini e studieremo alla Sorbona. Che qualcuno aiuti quei poveri parigini: il mitico duo sta per conquistare Paris!» strillò, afferrando le mie mani. «Stasera dobbiamo assolutamente festeggiare. Cerca qualcosa di carino nel mio armadio, intanto io avviso gli altri. Questa notte faremo follie!»

L'avevo detto io che quello sguardo prometteva guai. Per la mia amica qualunque pretesto era valido per festeggiare. Così mi rassegnai a dire addio alla mia idea di ripassare per l'esame di Glottologia che avrei avuto il lunedì seguente e mi avviai a passo spedito verso la sua camera.
L'armadio di Sofia mi terrorizzava un sacco, non solo perché occupava un'intera parete della stanza, ma soprattutto perché era così ricolmo di vestiti che, spalancate le ante, gli indumenti saltavano fuori da soli, tanto erano stipati, e sembrava volessero aggredirti, animati di vita propria. Anche quella volta, aperto il guardaroba, una dozzina di abiti, minigonne e magliette di ogni tipo mi si riversò addosso.
"Mon Dieu!" Dovevo convincere Sofia a mettere un freno alla sua compulsione per lo shopping, altrimenti a Parigi ci saremmo ritrovate senza soldi per mangiare già dal primo mese e, soprattutto, tenerla il più lontano possibile dalle vetrine su cui appariva l'invitante scritta "saldi". Non avevo mai visto Sofia illuminarsi tanto come quando entrava in un negozio dove era in atto una svendita.
Alla fine optai per un miniabito aderente in pizzo nero e la mia amica mi convinse a indossare le sue décolleté con il tacco dodici. 

A Parigi tutto può succedere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora