<< Harry! Harry svegliati! >>
La voce di Ron gli fece aprire le palpebre, il suo cervello collegò il fatto di avere il corpo tutto intorpidito e che stava gelando.
<< Amico, che fai li? >>, domandò Weasley seriamente preoccupato.
Harry si appoggiò di peso contro Ron e pianse, pianse come un bambino.
Il rosso era decisamente sconvolto, non sapeva cosa pensare vedendo il suo amico in preda a singhiozzi fortissimi che non accennavano a smettere.
<< Hey... Harry... >>, cercò di calmarlo l’amico, accarezzandogli la schiena, << Che succede? >>
Dopo qualche attimo, Harry sembrò lentamente riprendersi, allontanandosi da Ron e asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. << Scusa... >>, sospirò, tirando su con il naso.
<< Non fa nulla, ma ora vuoi dirmi che cosa ti è successo? >>, lo incoraggiò nuovamente il rosso.
Potter fece un profondo respiro. << E'.. è stato qui stanotte. Mi ha portato quello. >>, terminò indicando il pacchetto che giaceva ancora per terra.
Ron spalancò i suoi occhi azzurri. << Quì?! >> Vedendo l'amico annuire, deglutì, poi volse lo sguardo verso l’oggetto indicatogli da Harry. “Sembra innocuo”, valutò, ma lo sembrava anche la collanina.
Indeciso sul da farsi giunse alla conclusione che sarebbe stato meglio interpellare Hermione. << Harry, te la senti di stare da solo un attimo? Vado a chiamare Hermione. >>
Il ragazzo annuì. Si sentiva spossato, esausto, ma nel contempo non poteva fare a meno di domandarsi che cosa gli avesse portato quel misterioso ragazzo.
Dopo aver fissato per un lungo momento il pacchetto si riscosse, deciso a non aprire quel regalo da solo. Si alzò dirigendosi verso il bagno, aveva decisamente bisogno di una doccia.
Dopo la notte appena trascorsa doveva avere un aspetto orribile!
Più tardi i tre amici si ritrovarono riuniti nella stanza di Harry, intenti a fissare con circospezione il pacchetto sospetto. Nessuno aveva il coraggio di sfilare il delicato nastro verde brillante che lo avvolgeva.
<< E se lo lasciassimo così? >>, propose Hermione.
Gli altri due non risposero, era ovvio che avessero una paura dannata di aprire il pacco.
Gli occhi nocciola della ragazza notarono un bigliettino attaccato al piccolo presente.
Con mano tremante ed insicura Hermione lo staccò, accompagnata da uno squittio terrorizzato di Ron.
Le sue dita sfiorarono la piccola busta argentata aprendola e il silenzio cadde all’improvviso fra i presenti. La ragazza estrasse un bigliettino nero, scritto con un elegante grafia argentata e cominciò a leggere ad alta voce
<< Mio caro Harry, spero che questo dono possa farti cambiare idea. Ti auguro un buon Natale. Tuo Draco. >>
L’attenzione dei tre ragazzi fu nuovamente attirata dal piccolo pacchetto poiché con un lieve fruscio, il nastro verde aveva cominciato a sfilarsi da solo.
<< No, no no no! >>, esclamò Harry alzando progressivamente la voce e spalancando gli occhi per il terrore.
Trattennero il fiato, quando il nastro cadde a terra inanimato e la scatola si dischiuse come i petali di un fiore. Finalmente il contenuto era visibile a tutti: un anellino color argento faceva bella mostra di sé. Istintivamente Hermione si protese per afferrarlo, ma la mano salda di Ron la fermò in tempo.
<< Sei impazzita?! >>, l’ammonì a bassa voce.
Harry poteva chiaramente avvertire il battito frenetico del suo cuore.
Cosa doveva fare? Prenderlo? E se poi, come era già successo con la catenina, non fosse più riuscito a sfilarselo dal dito? Di certo non voleva correre ulteriori rischi.
Si sporsero tutti e tre a fissare nuovamente il piccolo oggetto: l’anello aveva la forma di un serpente attorcigliato su sé stesso e nella piccola testa, al posto degli occhi vi erano due pietre verdi.
Harry valutò che era senza dubbio un bellissimo oggetto, ma aveva comunque troppa paura di prenderlo in mano anche solo per osservarlo meglio.
La signora Weasley li chiamò per il pranzo, distraendo i ragazzi dalle loro cupe considerazioni. Una pausa non poteva che fargli bene.
Lasciarono il piccolo anellino per terra e scesero al piano di sotto.
Per qualche ora i ragazzi dimenticarono il loro problema. Si godettero la festosa giornata Natalizia, gustando le abbondanti leccornie cucinate, con impareggiabile bravura.
I genitori di Ron intrattennero i ragazzi discorrendo amabilmente con loro dei più disparati argomenti. Ogni tanto Ginny ed Harry sghignazzavano in direzione di Ron ed Hermione, perché ormai era palese a tutti che i due ragazzi si piacessero.
Verso le due, uno scampanellio annunciò la visita di un ospite. Fred andò ad aprire la porta, tornando in salotto con un ragazzo.
<< Viktor! >>, esclamò Ginny correndo incontro al suo ragazzo, abbracciandolo.
<< Ciao Vik. >>, lo salutarono in coro i presenti
Viktor Krum era il ragazzo di Ginny ormai da un paio di anni, era di origine bulgara, ma era in Inghilterra per motivi di studio.
L'allegra famiglia rimase nel salotto per il resto della giornata, fra video Natalizi e scambi di doni. L'atmosfera era così bella e piacevole che il cuore di Harry si scaldò di gioia, anche se una parte di lui sapeva, che al piano superiore, un piccolo oggetto rotondo attendeva il suo ritorno.
Per un momento i pensieri di Harry tornarono a concentrarsi sul misterioso ragazzo biondo. Ora finalmente sapeva il suo nome: Draco. Che strano nome. Forse tutti quelli dell'altro mondo avevano nomi strani.
La vista di Hermione con addosso un maglione fatto dalla signora Weasley, lo distolse nuovamente dalle sue elucubrazioni, facendolo sorridere.
Quando l’intera famiglia Weasley si accomiatò per la notte, Harry fece ritorno nella sua stanza, ritrovandosi così ad osservare nuovamente il piccolo anello a forma di serpente.
La tentazione di prenderlo in mano era grande, ma la parte più razionale di sé gli diceva di stargli lontano.
Il buon senso ebbe il sopravvento ed Harry afferrò i bordi della scatola appoggiandola sul comodino accanto al letto. Si infilò sotto le coperte e ben presto si addormentò.
Tutto giaceva nel silenzio più assoluto e anche all’esterno i rumori erano ovattati dalla neve, che aveva cominciato a scendere lievemente.
All’improvviso gli occhi del piccolo serpente argentato si animarono, il corpo allentò le sue spire cominciando a strisciare lentamente verso il letto di Harry. Il piccolo rettile scivolò accanto alla testa del ragazzo, si infilò poi sotto le coperte ed infine raggiunse la mano sinistra del moretto, attorcigliandosi attorno al suo anulare e ridiventando così uno statico anello. Harry non si accorse di nulla, neanche di non essere più nella sua stanza, ma di essere sdraiato su un mucchio di paglia e fieno.
Si svegliò, disturbato da un leggero vociare, si stiracchiò come un felino ed infine aprì gli occhi.
Il cuore cominciò a battergli furiosamente nel petto, attorno a sé non c'erano le solide mura della sua stanza da letto, bensì una strada ciottolata affollata di gente stranamente abbigliata.
Nessuno sembrava aver notato Harry, nascosto com’era dietro a degli enormi barili di legno.
L'aria era fresca, ma non pungente, il cielo blu scuro, le case erano pitturate con colori scuri: alcune nere, altre variavano dal grigio fumo al verdone e qualcuna era rosso sangue.
Potter si alzò in piedi e si spazzolò via la paglia dai vestiti.
Si portò le mani al viso per sistemarsi gli occhiali sul naso, gesto abituale per lui, ma con stupore scoprì che non li indossava, eppure ci vedeva bene. Decisamente stava sognando! Non c'era altra spiegazione.
Persuaso di ciò, si fece coraggio uscendo dal suo nascondiglio cominciando a passeggiare sulla strada di fronte a sé. Si guardò attorno incuriosito dalle numerose vetrine dei negozi che vendevano le cose più strane. La sua attenzione fu attirata da una bottega che vendeva scope volanti. Davanti a quest’ultima si era riunito un capannello di bambini che ammiravano eccitati l’esposizione della vetrina. Più avanti, notò un negozio di animali, chiamato “Il Serraglio Stregato” che vendeva rospi, topi, pipistrelli, gufi. Sorrise divertito. La sua fantasia stava lavorando davvero bene! Chi mai avrebbe voluto un pipistrello come animaletto da compagnia!? Valutò fra sé.
Proseguì fino in fondo alla via che conduceva fuori dal piccolo paesino, il vociare chiassoso e la confusione sembravano scemare man mano che si allontanava. Si fermò e percorse con lo sguardo la strada ciottolata che si stendeva davanti a lui, senza avere un’apparente fine.
Alzando lo sguardo verso il paesaggio che gli si stagliava dinnanzi, vide un enorme castello dall’aspetto piuttosto cupo. Incuriosito, si diresse a passo spedito verso l’enorme cancello d'ingresso, su cui faceva bella mostra di sé uno stemma araldico raffigurante due serpenti attorcigliati. Harry provò ad aprirlo, ma, il cancello rimase saldamente chiuso. Rimase così per qualche istante a rimuginare su come poter varcare quella dispettosa soglia. Era talmente immerso nei suoi pensieri, che sobbalzò quando una mano bianca e pallida si posò sopra la sua, ancora stretta attorno alle barre nere del cancello.
Si voltò di scatto, trovandosi davanti Draco che sogghignava.
<< Benvenuto Harry. >>
Potter deglutì, cosa ci faceva Draco nel suo sogno?
<< Hai trovato di tuo gradimento la città? >> Gli domandò il biondo appoggiando la mano sul cancello aprendolo. Un sinistro clangore squarciò il silenzio, mentre gli imponenti battenti della cancellata si aprivano lasciandoli entrare. Draco aspettò che Harry entrasse facendogli strada verso il viale interno della corte.
Il moro si guardò attorno lievemente spaesato: il parco che circondava il castello era pieno di lapidi, non c'era erba sul terreno, bensì una sterile distesa di terra grigia e le grandi piante, che aveva visto da lontano, in realtà erano tutte morte e ricurve.
Harry rabbrividì, ma nonostante tutto, trovava che nell'insieme il posto era bello, tutto si sposava alla perfezione, non c'era niente che stonasse.
Draco lo condusse sul retro del castello, dove il parco si estendeva a perdita d’occhio. Non c'erano più lapidi sul terreno, ma una distesa di erba grigia e di fiori che sembravano morti; su alcuni di essi vi erano addirittura delle piccole ragnatele sullo stelo. Poco distante c'era anche una fontana ed Harry notò che l'acqua non era azzurra, ma di un verde quasi luminoso.
<< E' assurdo! >> Mormorò fra sé.
Draco gli sorrise avvicinandosi. << Ti piace? >>
Harry respirò profondamente, << E' strano. >> Ammise. Non sapeva se considerare bello o no quello che vedeva.
A Draco quella risposta poteva bastare, per ora. << Sono felice che tu sia qui. >>
Il moretto lo osservò. << E' un mio sogno, è ovvio che sia qui >>, replicò tranquillo.
<< Che stai dicendo? >> Lo sguardo del ragazzo pallido sembrava confuso.
Un piccolo dubbio sorse in Harry. << Questo è un sogno, giusto? >>
Capendo il senso delle parole di Potter, Draco rise di gusto, poi spiegò. << No, non è un sogno Harry. Tu sei nel mio mondo. >>
Harry allargò gli occhi preoccupato.
Draco gli afferrò la mano. << Vedi l'anello? E’ stato lui a portarti qui. >>
Potter non poteva credere ai suoi occhi. Quello era l’anello che Draco gli aveva regalato e che lui si era ben guardato dall’indossare. Era sicuro di averlo lasciato nella sua scatolina sopra al comodino. Come aveva fatto a finire attorno al suo dito!?
Malfoy capì che il ragazzo si stava agitando. << Harry, ascolta... calmati. Puoi ancora tornare a casa se lo desideri. Questo anello è una sorta di “passa-porta”: se lo infili ti porterà qui, se lo togli tornerai nel tuo mondo -, spiegò con calma. - Volevo solo che tu vedessi come era in realtà il mio mondo, non intendevo spaventarti. >>
Non voleva fargli paura?! Lo stava terrorizzando, altroché! Nell'udire quelle parole, tentò di togliersi l'anello dal dito. La mano di Draco lo fermò.
<< Aspetta! Prima che tu vada devo dirti ancora una cosa. >>
Forse era il tono d’urgenza con cui l’ aveva detto, forse era stato il suo tocco, ma Harry gli prestò attenzione.
<< Ascolta, io non posso venire da te fino al prossimo Halloween, ma tu puoi venire da me. Ti prego Harry, vorrei vederti qualche volta, ti chiedo solo questo. >>
Cosa rispondere? Draco sembrava sincero e fino ad ora, non gli aveva fatto niente di male.
<< Ci penserò >>, disse sfilandosi l'anello.
Per qualche attimo fu tutto buio, poi Harry riapparve nella sua stanza, esattamente come l'aveva lasciata.
Fissò nella sua mano il piccolo anello. “Adesso sapeva com’ era il mondo di Draco”, sospirò e decise che per il momento aveva troppe cose a cui pensare. Innanzitutto doveva mettere al sicuro quell'anello. Ma dove?
In tasca di sicuro lo avrebbe perso, nei cassetti era da escludere. Poteva appenderlo alla catenina. Avvicinò l’anello alla catenina e questi si animò nuovamente, attorcigliandosi da solo attorno ad essa, riprendendo poi la sua forma statica.
Scese per la colazione, trovando la famiglia Weasley quasi al gran completo, mancavano solo i suoi due amici che dormivano ancora. Appena possibile avrebbe raccontato tutto a Ron e Hermione.Era passata circa una settimana ed Harry era tornato dai suoi zii. La sua vita era ripresa tranquillamente, tutte le mattine controllava che l'anello fosse sempre al suo posto e che non facesse lo strano scherzo di strisciare via.
Nonostante avesse promesso ad Hermione di non indossare l'anello per rivedere Draco, ogni tanto il volto del ragazzo biondo gli tornava in mente. Ciò che l’aveva maggiormente colpito era stata la sua espressione quando gli aveva chiesto di andarlo a trovare qualche volta. Si trovò a pensare suo malgrado che in fondo non gli aveva chiesto una cosa impossibile, poteva anche accontentarlo, dopotutto.
Come se avesse recepito i suoi pensieri, gli occhi del piccolo serpente s’illuminarono fievolmente e cominciò a strisciare sulla catenina. Harry mise la propria mano sotto all’anello ed il serpente si attorcigliò sinuosamente attorno al suo dito, ricomponendosi.
“Perché no?!”, pensò Harry, quella domenica non aveva niente da fare.
La luce scomparve e si ritrovò nel buio più completo. Quando i suoi occhi furono in grado di rivedere nuovamente, si trovava accanto alla fontana nel parco del misterioso castello. Si guardò attorno, non c'era nessuno. L'ultima volta che era stato in quel mondo così tetro, Draco l’aveva trovato, ora era lui che doveva trovare il biondo. Facile a dirsi...
S’incamminò titubante verso l’ingresso del castello, bussò all’enorme portone, restando poi in attesa che qualcuno gli aprisse. Qualche secondo dopo un piccolo esserino familiare lo fece accomodare.
<< Signorino! Signorino è venuto! Dobby fa entrare. >> Esclamò il piccolo elfo domestico, spostandosi di lato.
Ciò che Harry vide all’interno del castello lo fece restare completamente senza parole. Era un’abitazione assolutamente incredibile: immensa ed terribilmente cupa. Le uniche note di colore erano Dobby, con la sua carnagione verdognola e le fiamme del fuoco che variavano dal giallo al rosso.
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Halloween~Drarry
FanfictionUn Harry Potter ignaro delle sue vere origini, un Draco Malfoy che vuole a tutti i costi riprendersi ciò che è suo. Harry non potrà sfuggirgli per sempre, il regno dei morti lo reclama, così come il suo biondo sovrano. Genere: Romantico Tipo di cop...