Usciti da quel posto infernale, Abigayle si girò un momento a guardare quel che ne era rimasto, e quel che vide la spaventò a morte.
Iniziò a tremare, afferrò il braccio di Colin, che aveva continuato a camminare, e un breve urlò acuto le uscì dalle labbra schiuse.
Il ragazzo si voltò lentamente, strinse forte la mano di Abigayle e le sussurrò:
"Corri"
Sul tetto dell'emporio c'era Rubeus appoggiato al suo solito bastone da passeggio, decine dei suoi uomini incappucciati in nero aleggiavano intorno a lui, altrettanti lupi mannari circondavano il perimetro della struttura, e una cinquantina di vampiri vestiti di nero e rosso stavano spuntando da tutti i lati.
I due ragazzi avevano iniziato a correre, ma non c'era di certo speranza che potessero essere più veloci di trenta lupi mannari e cinquanta vampiri volanti.
"Accellera!!"
Urlava lui, fin quando la ragazza gli afferrò il polso e si fermò.
"Cosa stai facendo?!"
Lei non rispose e si voltò verso gli assalitori.
"Mi prendi in giro??!"
Tutte le creature si fermarono e la fissarono; aveva migliaia di pupille puntate addosso.
Abigayle fece un respiro profondo e, cercando di nascondere il tremore nella sua voce, disse
"Se veramente mi volete morta, tanto vale che mi fermi qui. Non riuscirò a scappare più di tanto. Quindi, così sia. Mi arrendo"
Il silenzio era agghiacciante, solo il respiro affannoso dei lupi scheggiava nel buio.
"Abigayle cosa stai facendo?"
Chiese Colin a denti stretti fissandola.
Lei si girò con le lacrime agli occhi, deglutì rumorosamente e poi fece una cosa da tutti inaspettata: si inginocchiò verso le creature e rimase lì, in attesa che la morte la venisse a prendere.
Per qualche istante nessuno si mosse, la ragazza sentiva il cuore di Colin battere all'impazzata alle sue spalle; sapeva che, morendo, lo avrebbe fatto soffrire, ma sapeva anche che lo avrebbe fatto soffrire di più rimanendo in vita, o forse no, in quel momento non ne era certa, ma ormai era troppo tardi: le creature stavano già iniziando a correre verso di lei.
Chiuse gli occhi.
Il primo lupo era arrivato ad un metro da lei e stava saltando con le fauci spalancate, pronto a squarciarle la carne, quanto fu come se il tempo rallentasse.
Si sentì sollevare da terra, si guardò intorno per un istante e capì che la cosa che l'aveva salvata erano le sue ali.
Le sue enormi ali bianche.
Abbassò lo sguardo e vide Colin che la guardava sorridente, avvolto dalla sua aura bianca che risplendeva quando non lo faceva il sole.
Dalla parte opposta le migliaia di creature la fissavano increduli e spaventati.
Lei, sospesa a mezz'aria, sorrise, ma quel momento di felicità durò poco, siccome si rese conto che non era l'unica a poter volare: aveva di fronte centinaia di vampiri che l'avrebbero uccisa di lì a pochi istanti.
Si guardò intorno allarmata, e la prima cosa su cui cadde il suo sguardo fu Colin.
Scese in picchiata verso di lui, che aveva capito le sue intenzioni, lo afferrò per un braccio e lo tirò su in volo.
Mentre Abigayle cercava di volare il più in fretta possibile, la voce di Rubeus echeggiava nei vicoletti deserti di New York.
"Muovetevi, e occhio a mio figlio!"
La ragazza volava e volava, e sentiva la stanchezza farsi man mano più insopportabile.
A tratti si voltava per guardarsi alle spalle e ciò che vedeva la spronava ad andare avanti, a mettere da parte la fatica, e volava portando il peso di Colin.
"Lasciami"
Disse il ragazzo ad un certo punto.
Lei non smise di volare, ma lo guardò sconvolta e lasciò che Colin continuasse a parlare.
"Lasciami qui, non mi faranno niente, vogliono te, e io ti sto solo rallentando"
"Sei impazzito? Io non ti lascio qui, non permetterò a tuo padre di farti il lavaggio del cervello solo perchè..."
Lei non fece in tempo a terminare la frase che sentì un forte dolore alla mano, cosicché Colin cadde a terra.
Era stato lui, le aveva infilato una lama nel dorso della mano perché voleva il meglio per lei, perché voleva che si salvasse.
Lei gridò, si fermò un secondo, guardò negli occhi Colin, poi proseguì la sua corsa contro la morte.
Aveva le lacrime agli occhi, non avrebbe mai voluto lasciarlo, ma era quello che voleva lui, si era sacrificato per lei, per salvarla.
Nel giro di un secondo mille creature avevano circondato Colin, che però continuava a fissare il punto dove aveva lasciato Abigayle.
"Cosa pensavi di fare, razza di idiota?"
Una voce grave tuonò alle sue spalle, era suo padre, che era venuto a fare i conti con lui.Lei continuò a volare, fino a quando si accorse che aveva seminato i suoi inseguitori.
Si ritrovò in un posto a lei sconosciuto, un vicolo buio, con un lampione che mandava bagliori qua e là.
Era piena notte e l'unica fonte di luce a parte il mezzo lampione era la luna.
Il cemento era umido e scivoloso, le pareti delle case si sgretolavano al solo guardarle, dando un'aria spettrale a quella grande città che era New York.
La ragazza camminava per questo vicolo, cercando qualche vaga forma di vita, quando ad un certo punto sentì una voce lontana pronunciare delle parole rassicuranti, se non fossero state dette da quella persona:
"Anche tu qui..."
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Ali di pietra
FantasyUna ragazza. Un ragazzo. Un incontro che cambierà la vita ad entrambe. Lei. Una ragazza maturanda che da poco è stata rinchiusa in un manicomio a causa di qualcosa che nessun'altro poteva vedere. Qualcosa di spaventoso, ma meraviglioso allo stesso t...