Mi chiamo Federico (credo), ho venticinque anni e sono un concorrente di X-Factor.
Ci credete? Nemmeno io.Quando tornai a casa fu tutto piuttosto strano. Cloe organizzò una festicciola con birra e pizza.
Ero felice perché ero passato ma non riuscivo a levarmi il comportamento di Mika dalla mente.
Mi ero davvero meritato quel trattamento? A me non sembrava proprio.
Diciamocelo: lui cosa aveva fatto per “riconquistarmi”? Assolutamente niente.
Sì, io avevo ignorato tutte le sue mail disperate e mi ero reso irraggiungibile ma lui aveva i soldi! Poteva
ritracciarmi e fare… Che ne so, un ingresso teatrale a bordo di una carrozza. Non che io volessi una cosa simile… Mi sarebbe bastato anche solo trovarlo sotto casa in groppa ad un cavallo bianco, ecco.
Marta mi strinse al suo fianco e sospirò.
-Non lo avevo previsto…- mormorò, dispiaciuta.
Lei si sentiva in colpa. Lei che non aveva assolutamente fatto nulla di male.
-Nessuno lo aveva previsto! Forse io mi sono semplicemente sbagliato sul suo conto! Tutto qui.- borbottai, ancora ferito.
-Vuoi rinunciare alla gara allora…?-mi chiese. C’era comprensione nella sua voce. Questa volta non avrebbe
insistito se la risposta non fosse stata quella che voleva sentirsi dire.
Scossi il capo in segno di negazione.
-Solo un pirla rinuncerebbe!- le sorrisi e lei si rassicurò.
La mia vita fino a quel punto aveva fatto abbastanza schifo, X-Factor avrebbe seriamente potuto cambiare tutto.
Non avevo fatto i conti con quello che sarebbe successo poi però.
Innanzitutto avevo scoperto che non sarei andato in onda sulla Rai ma su Sky.
Bella fregatura, avrei dovuto comprare un abbonamento ai miei.
E poi dovevo chiudere il contratto con il mio produttore ed essere pronto a rinchiudermi in un loft per tutta
la durata della gara. Una gran palla, sì.
Mi chiamarono qualche giorno dopo per dirmi che avrei dovuto partecipare ai Boot camp. Ero tentato di dire che non avrei sborsato un solo centesimo e che non ero più interessato ma effettivamente non sapevo se si dovesse pagare e non volevo fare la figura dello scemo che chiede.
Quindi diedi la conferma della mia partecipazione e mi preparai a dover dire addio a tutti i miei averi.
Fortunatamente scoprii che no, non avrei dovuto pagare nulla. Avrei dovuto esibirmi davanti ai soli giudici, niente pubblico. Sentivo già l’ansia salire.
Rispetto alla prima audizione eravamo decisamente di meno. Molti scherzavano tra di loro,
chiacchieravano, io stavo per i fatti miei ed evitavo il più possibile i contatti umani. Asociale di merda, sì.
Questa volta ero vestito con una felpa rossa e un paio di pantaloni neri e avevo truccato solo gli occhi.
Ah e avevo coperto le occhiaie con tanto di quel correttore che la mia pelle aveva perso totalmente
naturalezza. Forse era meglio così.
Fui quasi uno degli ultimi, la mia solita fortuna. Stavo schiacciando un pisolino quando venni chiamato.
Sembravo un imbecille, credo. Di solito ho sempre la faccia da imbecille appena sveglio.
Salii sul palco e salutai. Faceva tutt’altro effetto avere davanti solo quattro persone e il buio totale alle loro spalle. Morgan mi sorrise, quel sorrisetto da “ecco quello scemo”. Deglutii sperando di non vomitare sul palco. Simona già mi guardava con un’aria annoiata. Mika attendeva in silenzio. Elio fu l’unico a salutarmi
con un accenno di entusiasmo. La base partì e io rimasi zitto. Non ero nemmeno arrivato al microfono, non ero pronto!
Mogan ridacchiò con Mika e io persi un battito. Faceva male. Tanto male. Chi cazzo era quello per poter
scherzare col mio… Mio? Fede, tu non hai un bel niente.
Mi scusai e fecero ricominciare la base. Feci un’ottima esibizione, nonostante gli occhi lucidi.
Bella altra figura del cazzo, Federico.
Notai che Simona mi stava osservando in modo diverso. Che si fosse intenerita?
Eccolo qui, il povero gay maltrattato che si mette a piangere mentre canta. Sì, una bellissima storiella per la tv.
Mi congedarono con qualche sorriso di circostanza. Li sentivo parlottare tra di loro e la cosa mi dava i
brividi. Stavano decidendo del mio destino e io avrei potuto scoprire il verdetto solo più tardi. Non era
molto giusto, no?
Mi richiamarono sul palco insieme ad altri due ragazzi. Avevamo visto come funzionava: qualcuno di noi se
ne sarebbe tornato a casa. Fu Elio ad annunciare chi venne preso.
-Passa agli Home visits… Fedez!-
-Pam!- lo corresse subito Morgan, mordendosi il labbro inferiore.
Non me ne fregava niente al momento di lui, ero solo incredulo e scioccato. Uno dei due ragazzi accanto a
me scoppiò a piangere, l’altro se ne andò borbottando frasi poco carine.
Non potei fare a meno di cercare lo sguardo di Mika e, contro ogni mia previsione, lo vidi sorridere.
Stanno registrando, Fede. Potrebbe stare semplicemente recitando, mi ricordò una vocina nella mia mente.
Subito dopo ci furono quei benedetti home visits.
Ai giudici, da quello che avevo capito, erano già state assegnate le categorie. Io speravo con tutto me stesso
di essere finito nella squadra di Elio. La Ventura mi sembrava fosse più interessata a mettermi in mostra
come un cucciolo di barboncino, Morgan avrebbe di sicuro tentato di violentarmi, mi metteva l’ansia ogni
volta che mi guardava, e Mika… Volevo che perdesse, non potevo farlo se fossi stato nella sua squadra.
Il magico momento in cui noi poveri concorrenti scoprimmo il nostro giudice io capii che quella cara divinità che mi aveva fatto arrivare fino a lì adesso mi stava prendendo per culo.
Ebbene sì, ero finito nella tana del lupo.
Mika, over 25.
Elio under donna.
Simona gruppi vocali.
Morgan under uomini.
Per un attimo rimpiansi di non avere ancora 24 anni, poi mi resi conto che sarei finito da Morgan e allora
non mi lamentai più.
Ero semplicemente rassegnato all’idea di uscire.
Non cantai proprio al meglio, forse inconsciamente speravo di venire gettato fuori davvero.
Penso che Mika si accorse del mio tentativo di sabotaggio però perché lo vidi storcere il naso e poi sorridere
malignamente.
Finalmente arrivò il momento in cui dovette parlarmi.
-Federico, tu mi piace. Ogi però tu ha… Completamente sbaiato tuto! Ma io voio darte…- si morse il labbro
per riflettere.
Pregai con tutto me stesso che non stesse per dirlo.
Che poi… Stava recitando ancora, vero? L’ultima volta che ci eravamo visti dal vivo, solo io e lui, ci eravamo lasciati con un bacio e adesso… Faceva finta di non conoscermi.
-… Una altra posibilità! I want you in my… Nela mia squadra!- Mi sorrise e mi abbracciò. Io rimasi stordito
fra le sue braccia.
Quel profumo.
Per anni avevo sognato di poterlo sentire di nuovo.
Mi ero chiesto se fosse cambiato, se non fosse più suo…
Qualche istante dopo mi ritrovai brutalmente catapultato nel mondo reale. Mika mi stava invitando a
raggiungere gli altri componenti della sua squadra. Io mi avviai a passo incerto. Sentivo la testa leggera.
Non avrei potuto vendicarmi di lui. E quel che era peggio… Non ne avevo più alcuna voglia.
Mi aveva voluto con sé. Stava puntando su di me.
Potevano farmi fuori in quel momento. Sarei morto con il profumo di Mika nei polmoni e la consapevolezza
che fossi stato scelto da lui.
Che volete? Non riuscivo a proprio a resistergli.
Non mi accorsi del suo sguardo diabolico che mi seguiva una volta spente le telecamere.
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Good guys |AU!Midez|
FanfictionFederico è un giovane Milanese che sta ancora tentando di capire cosa vuole fare della sua vita. È un assiduo frequentatore del locale Good Guys di Milano (un night un po' particolare) ed è proprio lì che una sera la sua routine viene sconvolta. |AU...