Capitolo 7

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Rimasi di sasso.
Il mio cuore perse un battito, mi serviva aria pulita, fresca senza bugie.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto, incessanti. Nella mia mente rimbombavano solo quelle quattro semplici parole. Avrei potuto esplodere.
Chiara era a dir poco sbalordita e anche lei era sul punto di piangere.
《C-cosa?》La voce le tremava, per la rabbia e per la tristezza.
Perché me l'aveva tenuto nascosto? Perché non me l'aveva detto? Perché? Perché ero sempre così sfortunata? Ero triste, perché partirà ma anche follemente arrabbiata. Non me lo sarei mai aspettato da lei MAI. È assurdo pensare che nel mondo esistano persone così cattive, eppure è vero; purtroppo le incontro sempre io, però.
Mi alzai, ordinai le mie cose e le infilai nello zaino. Vedevo tutto appannato a causa delle lacrime, che non smettevano di scendere.
Scesi sotto, presi il giubbotto. Prima di aprire la porta, Arianna mi bloccò e mi chiese 《Che succede?》Era evidentemente preoccupata, ma in quel momento non mi importava.
《S-scusami》Balbettai. Riuscii a dire solo questo, con un enorme sforzo.
Aprii la porta e mi catalputai fuori, per respirare aria pura.
Cominciai a correre, ma non erano più le ginocchia a sostenermi, ma la rabbia, la tristezza, l'amarezza, la delusione.
Può una sola persona riuscire a provare tutti questi sentimenti?
Corsi via, lontato da quell'inferno, senza una meta, nè una direzione.
Dopo almeno mezz'ora mi fermai. Dov'ero? Ero ancora a Catania o in un'altra città? Forse sognavo.. forse non era reale, forse era solo un brutto incubo.
Mi guardai attorno: ero in una città, piena di gente che passeggiava incurante di quello che le succedeva attorno.
Ripresi a correre, finché non sbattei contro qualcuno.
《P-perdonami》Abbassai il capo per non far vedere il mio inguardabile volto.
《Non ti preoccupare..》Mi consolò una voce.
Alzai il capo e vidi l'unica persona che avrei desiderato fosse accanto a me: Andrea.
Ripresi a piangere e mi gettai lateralmente addosso a lui.
《Mary! Che ti succede? Perché piangi? Qualsiasi cosa sia successa si potrà risolvere..》
Magari, solo che non c'era una soluzione, una via d'uscita, una via di fuga.
A tutto quel male non c'era nulla tramite cui scappare. Ero in trappola.
Intrappolata dalla mia stessa amica, dalla mia stessa amicizia, dalla mia stessa affettività, dalla mia stessa generosità.
Ero sempre stata buona con tutti, senza mai pensare veramente a me stessa. Ecco, le conseguenze prima o tardi si fanno sentire.
Questa è una, chissà quante me ne riserva ancora il destino.
Continuai a piangere, chissà se avrei mai smesso.
Lui mi alzò il mento per scrutarmi meglio, notò le mie lacrime e le asciugò.
《Sai..》Cominciò. 《..le persone splendide non meritano di piangere.. tantomeno una ragazza così stupenda e bella come te》
Mi diede un bacio in fronte e io mi sentii propetetta.
Sorrisi. Chi se non lui poteva farmi sentire bene? Chi se non lui poteva farmi sorridere anche se il mondo mi crollava addosso?
Mi sciolsi dalle sue braccia, asciugandomi le lacrime.
《Dai, ti porto in bel posticino e mi spieghi cosa succede. Ti va?》Mi propose, entusiasta.
《Sì, grazie.》La mia voce era tornata quasi normale.
《Figurati..》Mi sorrise, sistemandosi il ciuffo.
《No, grazie davvero. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me》Lo abbracciai.
《Farei questo e altro per te》
Quella frase. Quella semplice frase ma piena di sognificato e sentimento mi diede forza.
Come avrei fatto senza lui? Dove sarei ora senza lui? Come sarei ora senza lui? Gli ero grata.
Mi guidò verso una stradina stretta e deserta, ma silenziosa. Entrammo in un bar molto carino, con le pareti rosa, oggetti tumblr originali. Mi avvicinai al bancone e vidi che erano esposti dei cupcake, torte e crepês. Scelsi un cupcake agli Oreo e una cioccolata calda.
Dovevo mangiare abbondantemente per riuscire a farmi passare la tristezza.
Ci sedemmo, con le nostre ordinazioni.
Dopo aver cominciato a mangiucchiare il mio dolce, Andrea mi esortò a raccontare l'accaduto.
Iniziai a parlare, raccontandogli sin dal primo momento il comportamento di Erika da quando seppe che io sarei uscita con lui.
Durante il racconto non riuscii a non piangere.
Andrea rimase molto stupefatto alla fine del racconto, aveva quasi la bocca aperta.
《Non ci credo》Mormorò, sballordito.
《Credici, invece.》Ribattei io, sconsolata. 《Anche io mi ero illusa che Erika fosse mia amica, ma a quanto pare mi sono sbagliata. Non faccio altro che fare errori su errori.》
《No, Mary.》Poggiò la sua mano sulla mia. Il mio cuore cominciò a battere a mille. 《É lei che non sa cosa vuol dire volere bene ad una persona. Specialmente una persona bella come te》
Quelle parole riuscirono a ricucire tutte le mie ferite. Ero commossa, non pensavo pensasse questo di me.
《Grazie, io.. davvero.. Grazie Andrea, grazie di tutto, per esserci, per consolarmi, per farmi sentire.. importante》Sorrisi.
《Ma Mary, tu sei importante!》Esclamò.
Arrossii ancora. Gli ero debitrice a vita.
《Bene, io direi di andare. Non saranno un po' in pensiero i tuoi?》
Oddio! Me n'ero completamente dimenticata. Spero non siano troppo preoccupati.
《Hai ragione. Mamma mia!》Esclamai, allarmata.
Che ora sono? Dove siamo? Ho perso la cognizione del tempo e del luogo.
Misi le mani in testa, in preda al panico.
Presi il mio zaino e cominciai a frugare in cerca del mio cellulare.
Oh no. Cavolo. L'avrò scordato da Chiara e chissà dove! L'avevo anche spento. Dannazione a me!
Sbattei il palmo della mano sulla fronte, procurandomi un forte bruciore.
《Ehi! Ma che fai?》Chiese lui, un po' divertito e un po' sconvolto.
《Devi accompagnarmi subito a casa!》Gli ordinai.
《Agli ordini generale》
Sgattoiolò verso la cassa, pagò e mi scortò verso la sua macchina.
Salii in tutta fretta.
Guardai l'orologio dell'auto: le nove e un quarto della sera.
Durante il tragitto non spicciacai parola.
Dopo circa mezz'ora, a causa del traffico, arrivammo nella via di casa mia.
La mia attenzione fu rapita dalle sirene delle auto della polizia che fiancheggiavano il vialetto di casa mia.
Gabriele accostò ed io scesi correndo.
Due polizziotti parlavano con i miei genitori: mia madre era in lacrime e mio padre continuava a chiamare al telefono.
Accanto a loro sorsi Chiara e Arianna, che a loro volta chiamavano e inviavano messaggi a non finire.
《Mamma, papà! Sto bene》Gridai.
Tutti si zittirono: Chiara e Arianna alzarono la testa dal loro telefono; mio padre chiuse la telefonata; mia madre smise di singhiozzare e i polizziotti tacerono.
Andrea mi raggiunse e mi strinse la mano.
Mia madre si precipitò su di me, abbracciandomi e baciandomi; la sentii singhiozzare.
《Oh, tesoro.》Singhiozzò. 《Stai bene》
Continuava a carezzarmi la nuca.
《Ma dov'eri?》Mi chiese, sciogliendosi da quell'abbraccio. 《Mi spieghi che fine avevi fatto? Tuo padre ed io eravamo preocupattissimi se non di più, per non parlare di Chiara e Arianna. Ti hanno vista scappare così all'improvviso..》
《Mamma.. c'è una spiegazione a tutto》Ribattei io.
《Ora entra》Mi ordinò con voce ferma e autoriataria.
《Fammi salutare i miei amici》Sbottai.
《Ciao Andrea. Grazie mille per avermi accompagnata》Gli stampai un bacio sulla guancia, lui sorrise.
《Arrivederci, signori. Buonanotte》Salutò i miei educatamente.
《Ciao, caro. Grazie ancora》Rispose mia madre.
Andai da Chiara e Arianna.
《Ragazze.. mi dispiace. Ero sopraffatta dal dolore e dalla rabbia..》Mi scusai.
《Tranquilla.. possiamo capirti, no Ari?》Mi tranquillizzò Chiara.
《Grazie ragazze.》Sorrisi, diedi loro un bacio sulla guancia e le vidi scomparire da dietro la porta, insieme agli agenti di polizia.
I miei chiusero la porta.
《Siediti, Mary》Mi ordinò mio padre, rigido.
Ubbidii senza aggiungere altro.
《Che ti è saltato in mente? Qualsiasi cosa sia successa la tua reazione non è stata opportuna.》Mi rimproverò mio padre.
《Lo so, é che ho ricevuto una notizia.. s-sconvolgente.》Cominciai a piangere. 《M-mi dispiace, s-scusate》
Mamma e papà si sciolsero e mi vennero ad abbracciare.
《Tranquilla, l'importante è che tu abbia imparato la lezione》Ribadì mia madre.
Nonostante la mia fuga mi capirono e non si arrabbiarono più di tanto, anche se avevano tutto il diritto di farlo.
《Ora ci dici che succede?》Propose mio padre.
Annuii. Feci un respiro profondo e cominciai a raccontare loro l'accaduto.
Alla fine del discorso, la loro reazione fu la stessa di Andrea.
《Non so che fare.. Come farò senza di lei? Nonostante tutto è pur sempre la mia migliore amica》Dissi, tra le lacrime.
《Vedrai che si risolverà tutto》

Dopo aver mangiato e giocato un po' con i miei fratelli, mi diressi verso la mia stanza per prepararmi alla notte.
Passai dal bagno, mi lavai, mi feci una doccia e mi infilai il mio pigiama.
Come avrei fatto senza Erika?
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Ehi! Colpo di scena🙈 Spero vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un commento✏
Grazie per le 98 visualizzazioni, siamo quasi a 100!!! Siete fantasticiii💛 Vi lovvo tutti e 98!😍
Bene, tesorini😆
Buonanotte e buona scuola🌙📚
Teresa🎇

Mary|Costruttrice di sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora