Capitolo 3: Christopher

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La mattinata passa in fretta tra i corsi vari, e una volta passato dalla mensa, decido di chiamare mia madre per avere notizie su come se la passano. Dopo due squilli risponde e quando sento la sua voce subito mi rallegro.

<<Ciao Chris, mi hai preceduto, stavo per chiamarti io.>> dice mia madre;

<<Ciao mamma, avevo voglia di sentirti, e appena sono uscito dalla mensa ti ho chiamato. Come ve la passate li giù?>> dico sorridendo;

<<Mm diciamo, a te come va, tutto bene l'inizio dei corsi?>> ribatte;

<<Sisi a me tutto bene, però ora mi spieghi quel diciamo>> dico frettolosamente;

<<Beh come sai dopo la morte di tuo nonno, tra tuo padre e tuo zio sono cominciati dei stupidi litigi, però ultimamente diciamo che il rapporto si è incrinato ancora di più e tuo padre ci sta male, anche perché a questo si aggiunge lo stress del lavoro. Avrebbe bisogno proprio di qualche giorno di relax.>> dice con una voce preoccupata;

<<Proprio come pensavo...sapevo che sarebbe andata così.>> continuo in tono deluso;

<<Dai Chris tranquillo, vedrai che risolveremo anche questa>> mia madre risponde cercando di consolarmi;

<<Si certo, non so quante volte ho sentito dire questa frase, e non si è mai risolto un cazzo.>> dico in tono rabbioso, e subito me ne pento;

<<Scusa mamma, è che per una volta che avevo deciso di ricominciare, senza nessun problema, puff è dietro l'angolo pronto ad aspettarmi, sembra che il destino si sia preso gioco di me.>> dico in tono rassegnato;

<<Ti capisco Chris, ma devi essere forte, e non mollare mai, proprio come ti diceva tuo nonno, se non vuoi farlo per me, per Yvonne, fallo per tuo nonno.>>;

Mi ha colpito proprio nel mio punto debole. Dopo avergli annunciato che nel weekend ritorno a casa, la saluto e attacco. Dopo aver ricevuto questa notizia, ho bisogno di distrarmi, così ho deciso di andare ad iscrivermi alla squadra di calcio, così da conoscere anche qualcuno. Nel pomeriggio rimango in stanza per portarmi avanti con i programmi fin quando non rientra Lucas.

<<Hey Christopher, allora come ti trovi qui?>>;

<<Lucas, come inizio non mi posso lamentare, mi aspettavo di peggio sinceramente, mi sono anche iscritto alla squadra di calcio>> lo rispondo;

<< Ah sì? Beh io sono il portiere della squadra, quindi metterò una buona parola su di te>> dice facendomi l'occhiolino;

<<Allora ci conto>> dico ridendo;

<<Stasera c'è una festa poco distante da qui, se ti va facci un salto.>>;

<<Ehm credo che per stasera passo, mi sono già organizzato per andare in spiaggia.>> ribatto;

<<Tieni il mio numero, magari cambiassi idea, mi fai uno squillo così ti inoltro l'indirizzo.>> mi risponde;

<<Grazie, ti farò sapere>> dico in modo cordiale;

<<Io ora devo andare, Hailey mi aspetta, ciao>>;

Mentre sta per lasciare la stanza lo chiamo: <<Lucas, dimmi una cosa, quanti anni hai?>>;

<<Ne ho 23>> risponde uscendo.

Rimango un po' sorpreso dalla risposta ricevuta, perché non ne dimostra ventitré, ma al massimo venti. Finisco di studiare, e mi preparo per andare in spiaggia, e passare una serata in tranquillità e dedicarmi alla scrittura. Così preparo uno zaino da portarmi con tutto il necessario, e prima di arrivare in spiaggia mi fermo al fast-food nell'angolo a prendere un panino e una cola. Una volta messo comodo lascio spazio ai miei pensieri...:

"Perdere vuol dire restare privo di un qualcosa che prima si aveva, può essere un oggetto prezioso, un gioco, tranne le persone che pensano che il mondo sia un gioco, perché quelle perdono a prescindere. Ma si può perdere anche una persona a te cara, soprattutto quella per poi sentirsi perso, perché magari dai la colpa a te stesso quando poi tu hai dato il massimo senza ricevere nulla in cambio. Quello che ti fa più rabbia è il dover mettere da parte per primo l'orgoglio, ma poi ti rendi conto che è inutile, inutile continuare a lottare per trattenere una persona e allora decidi di lasciarla andare, perché non hai più le forze, non hai più la voglia di correre dietro persone che non lo meritano, perché abbiamo bisogno di persone che rimangono al tuo passo nonostante i tuoi mille difetti, i tuoi sbalzi d'umore, i tuoi silenzi, perché le cose belle piacciono a tutti, ma non si ha mai il coraggio di affrontare quelle complicate."

Ad un tratto vedo in lontananza qualcuno correre e fermarsi poco distante da me, non credo mi abbia visto, e di una cosa sono sicuro, sta piangendo. Mi avvicino o non mi avvicino? Dopo un momento di insicurezza decido di avvicinarmi, sono troppo buono per non farlo. Sono alle sue spalle, è una ragazza e quando nota la mia presenza si gira guardandomi indifesa e vengo rapito dal suo sguardo pieno di rabbia misto alla tristezza.

**********Angolo Autore**********

Sono riuscito a finire il terzo capitolo prima del previsto. Spero vi sia piaciuto.

P.S Date un occhiata alla storia "Inizio inaspettato" di BarbieRJM_

Un momento magicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora