Sono pazzo

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Passo le prossime tre ore sotterrato e confuso nei miei pensieri, che si fanno sempre più grandi. E sempre più opachi.
A ricreazione decido di non uscire dall'aula. Mangio il mio solito panino con il prosciutto e resto in classe.
Seduto. In silenzio. Alice e Francesco sono di fuori con altri della classe. Nell'aula sono l'unico insieme alla prof e al secchione. La prof mi vede confuso e chiede se stavo bene. Rispondo subito, d'impatto, che non avevo assolutamente nulla. Che ero solo un po' stanco.
So di mentire a me stesso. So che qualcosa, in fondo, dentro di me, stava cambiando. O stava solamente e semplicemente succedendo. O stava risuccedendo. Comunque qualcosa c'era. Di quello ne sono sicuro.
Alice e Francesco entrano in classe.
"Come mai oggi non esci? " mi domanda Alice.
"Boh non mi va e basta"
"Okay okay" mi risponde.
È finita la ricreazione e Francesco mi si avvicina. "Amico, so che qualcosa non va. É forse per qualche fatto successo qui a scuola? In classe? I prof?"
"Nulla Francesco, stai tranquillo. Davvero"
Va a sedersi al suo banco e io al mio.
Alice é in bagno e torna dopo due minuti.
"Cos'hai?"
"Non ho niente cazzo, non ho niente! Sono come gli altri giorni! Non ho nulla ed è inutile che continuiate a chiedermelo".
Forse non mi sono accorto del tono della mia voce, così, tutta la classe, compresa la professoressa, hanno sentito.
"Bravi!" mi rimprovera la professoressa. Tutti gli altri fanno finta di nulla. Non hanno mai visto questo lato di me. Ceh almeno non l'hanno mai visto fino ad ora.
Che figura di merda ho fatto.
Alice non mi parla per il resto della giornata, ed uguale Francesco. Chissà, ora penseranno che io sia un pazzo, quindi "meglio lasciar perdere le persone come questo".
La realtà è che non sono pazzo.
Solo qualcosa dentro di me sa cosa sta succedendo.
Neanche io lo so bene.
Solo una piccola parte di me lo sa.
Io non lo so. O forse sì.
Beh resta il fatto che non lo dirò mai a nessuno.
Certo, se solo lo sapessi.
Vabbè, comunque per ora nulla é certo.
Nessuno ora può capirmi.
Vedete? Anch'io sono confuso. Anche io ho i pensieri contorti. Non mi capisco da solo, figuriamoci se la gente intorno a me possa riuscirci.
"Michele, ci vuole tempo" mi ripeto.
Cerco di convincermi.
E poi, un respiro. Un respiro profondo.

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