«Sei anni, avevo sei anni quando iniziarono le botte. Non ero come voleva, non ero un maschio, non ero schematica, non ero attenta. Ero una bambina con molta fantasia, tanto stupore per le piccole cose e a lui non andavo bene. Si ubriacava tutti i fine settimana perché la verità era troppo dura per lui, e questo lo capisco solo ora...ma credo sia troppo tardi. Mi tolse il mio essere bambina. Mi fece crescere in fretta, dovevo essere forte, o almeno era quello che mi ripeteva lui ed era il motivo per cui faceva quelle cose e per il quale mi disse cose orribili per una bambina di quell'età. Mi costringeva a finire tutto il cibo che avevo nel piatto per poi denigrarmi dandomi dell'obesa, mi trattava come fossi un bidone della spazzatura... doveva riempirmi anche con gli avanzi degli altri. Mia madre non poteva dire nulla altrimenti sarebbero state grida e offese anche per lei. Mia madre è una donna forte, lei sopporta, non reagisce, non so se perché accecata dall'amore per lui e per me o per paura...questo non l'ho mai capito. È una donna bellissima con dei capelli ramati, lisci, dei bellissimi occhi verdi che le risaltano il viso e la rendono più luminosa e quelle piccole rughette intorno agli occhi sembrano esser nascoste da tanta bellezza e luminosità. Amo mia madre. Spesso sento dire che è colpa sua se ora mi trovo in questa situazione, avrebbe dovuto difendermi o portarmi via da quella casa...avrebbe dovuto partire e raggiungere sua sorella ad Edimburgo. Probabilmente se l'avesse fatto saremmo stati tutti bene e io avrei respirato un'aria diversa, avrei imparato meglio l'inglese e avrei avuto molte più opportunità in futuro sia lavorative che di salute. Probabilmente tutto ciò è vero ma ormai è troppo tardi. Ormai è successo e purtroppo non è ancora stata inventata una macchina del tempo.»
La signora Clark mi ascoltava, questa volta senza appuntare il mio racconto sul quadernetto crema, ed era strano. Pensavo di aver detto qualcosa di sbagliato, qualcosa che le mille teorie degli strizzacervelli reputano grave, e per cui tutti gli altri sono scappati. Chiuse il quadernetto e mi guardó.
Io di scatto mi alzai, presi la borsa e tornai a casa, per paura di sentire per l'ennesima volta un rifiuto. «Hanna!!Hanna...» sentii attraversando il varco...Avevo davvero paura di averla persa in qualche modo.
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Write About Us.
General Fictionquesta storia non è una storia, piuttosto è un libero scorrere di pensieri, di Hanna, un'adolescente olandese di Doorn con una famiglia un po' complicata e delle amiche che conosce da molto tempo e delle quali scopriremo sempre di più... per ora pos...