6) Starry night

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Era una notte come tutte le altre notti, io, Clary, Ale, Sophie e Lucy eravamo sdraiate testa contro testa con gli occhi al cielo. Il giardino di Clary non era mai stato così grande. Francy aveva lasciato un messaggio a Clary dicendole di non preoccuparsi, che sarebbe tornata e che aveva solo bisogno di respirare.

"Mi spiegate dove cavolo vedete Cefeo? Per me è già difficile capire quali sono le due Orse e trovare la Stella Polare" Clary era così buffa con il suo finto telescopio verde di quando era bambina..
"Ma come?!! Appena sopra la Stell... Clary, segui il mio dito!"

Clary prese il suo aggeggio verde e lo portò in linea con il dito di Sophie...

"Uh, guarda com'è luminoso quel puntino"
"Ah, finalmente, quella è la Stella Polare, ora sali un po' e troverai la costellazione di Cefeo"

«Ah, povero Cefeo, sapete, il mito narra che fosse il suocero di Perseo e re dell'Etiopia. La moglie Cassiopea, vanitosissima, sosteneva di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare, e queste per punirla chiesero a Poseidone di intervenire con innondazioni e un serpente mostruoso. L'unico modo che il re ebbe per salvare il suo regno dal mostro fu sacrificare la figlia Andromeda al dio del mare. Poi per fortuna arrivò Perseo e che va beh, essendo un eroe si sa, uccise il mostro, salvò e sposò la bella fanciulla e bla bla bla...»

«Fammi indovinare Clary, hai la verifica di letteratura greca domani?»

«È così evidente?» e alla faccia buffa di Clary scoppiammo tutte in una grossa risata.. dopotutto se non avesse sfoggiato la sua incredibile memoria e dedizione allo studio, ovviamente sono ironica, non sarebbe stata la nostra Clary.. quella che legge una volta il giorno prima e ricorda pagine e pagine di ogni materia, e sfrutta ogni occasione per ripassare quello che aveva letto poco prima. Una volta ci aveva convinte a guardare un film su Shakespeare così al termine di questo avrebbe potuto agganciarsi con il discorso e rifilarci tutto quello che avrebbe dovuto dire l'indomani nella classe di letteratura inglese.

«Hanna, ti vedo assente, a cosa stai pensando?» Ale mi prese da parte, fu molto delicata.
«Penso a Silvana, veniva dall'Italia, eravamo piccole, andavamo insieme al Kindergarden ed era la mia migliore amica»
«non siete più migliori amiche?»
«no»

Mi accorsi solo dopo, che la mia risposta fu eccessivamente fredda e distaccata e probabilmente era il motivo per il quale Ale non mi chiese più niente quella sera.

Guardavo il cielo pensando a quanto ancora avrei potuto godere di quella sensazione di infinito benessere, tranquillità, ma anche timore e curiosità per il desiderio impagabile di vedere e scoprire che cosa si trovava al di sopra delle stelle.

Ricordo ancora, piacevolmente, quando d'estate andavamo a trovare i nonni al mare e la notte io e mia madre andavamo in spiaggia, ci distendevamo sui teli e contavamo le stelle fino a quando le palpebre si facevano troppo pesanti per continuare a sognare ad occhi aperti.
Allora mia madre mi accarezzava la fronte e dolcemente mi portava in casa, mi baciava la fronte e rimboccava le lenzuola per poter continuare a sognare nel silenzio del buio del sonno.

Pensavo a Silvana, che era la mia migliore amica ed ora non lo è più. Ora è il più brillante tra quei puntini luminosi nel cielo. Quando ero piccola, nonna Angie diceva che ogni persona buona che se ne va diventa una stella che illumina e protegge i sogni delle persone che amano. Questo non vale per mio padre e non varrà per me dopo quel giorno.

"Inizio io!!" Sentii urlare in sottofondo.
Le ragazze decisero di iniziare a raccontarsi storie di paura, leggende, segreti e continuammo fino ad addormentarci.

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