Il villaggio della pioggia

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IL VILLAGGIO DELLA PIOGGIA.

Kizashi Haruno, re del piccolo villaggio della pioggia, alleato secolare del regno di Konoha, era più che sicuro che all' inferno ci fosse un posto davvero speciale per lui, una nicchia nel punto più vicino alle fiamme eterne, posto dove meritava di stare, tra l'odore pungente dello zolfo e lava incandescente. Da ormai lunghi vent'anni, il re non riusciva a darsi pace nel non essere riuscito a proteggere la sua unica figlia. La sua piccola pioggia notturna, la sua Amaya. L'aveva perduta vent'anni prima durante quel maledetto attacco da parte del suo ex consigliere e al quel tempo migliore amico.

Madara.

Kizashi aveva commesso il madornale errore di fidarsi di lui, di confidarsi con lui, mettendolo al corrente delle potenti doti del sangue di sua figlia.

Come sovrano era profondamente grato a Konoah e al suo regnante Fugaku, Minato e sua cognata Kushina, sorella di sua moglie Mebuki, per averli aiutati a rispondere all' attacco di Madara, ma come padre si sentiva un fallito, un buono a nulla. Da quel giorno in cui la principessa Amaya era andata perduta per sempre, sua moglie non era più riuscita a riprendersi finendo per diventare cagionevole di salute e il villaggio della pioggia, luogo in cui pioveva per la maggior parte dell'anno, non era certo il luogo ideale per la regina. Vani furono i suoi tentativi di convincere la moglie ad andare a trovare per qualche giorno la sorella a Konoha, Mebuki non si smuoveva dall' idea che doveva stare nel' unico luogo in cui la figlia, semmai fosse ancora viva, potesse fare ritorno, ovvero a casa. Ma Kizashi dubitava fortemente che dopo vent'anni sua figlia fosse ancora viva.

Kizashi osservò il cielo nuvoloso fuori dalla finestra del suo castello, da li a poco quelle nuvole avrebbero pianto per lui.

I ricordi facevano male ed era un vero e proprio miracolo la nascita di Amaya. I kami li avevano benedetti donando loro una figlia con il potere delle ninfe guaritrici. Era un vero e proprio miracolo, quando nasceva una persona del genere perché il sangue di queste ninfe, così Amaya poteva essere definita, aveva il potere di decidere a chi restituire la vita e a chi toglierla, chi guarire e chi far ammalare, ma se per disgrazia una ninfa veniva dissanguata, chi avrebbe rubato quel sangue, avrebbe ottenuto l'immortalità e gli stessi poteri della ninfa uccisa.

Ecco perché Kizashi era fermamente convinto che ormai la figlia non facesse più parte di questo mondo conoscendo Madara, la sua sete di potere e di vendetta. Inoltre Madara era quel tipo di persona che non esitava nel sacrificare un innocente per raggiungere i suoi scopi e i suoi loschi obiettivi.

Kizashi ormai si dannava da vent'anni per il semplice fatto che in passato non aveva fatto le dovute ricerche, non aveva indagato a dovere su Madara prima di prenderlo come consigliere personale e scoprendo solo in seguito, quando ormai era troppo tardi, che lui era il crudele Uchiha traditore ed del regno di Konoha. Scoprendo che era stato anche esiliato per aver tentato di sterminare la famiglia reale ovvero il fratello Fugaku Uchiha, la moglie di quest'ultimo e i due nipoti Itachi e Sasuke. Inoltre era convinto che la figlia fosse morta perché l'Uchiha traditore aveva come alleato Kabuto, uno scienziato pazzo che di sicuro sapeva come estrarre il sangue e il potere da Amaya.

Sospirando afflitto Kizashi chiuse la finestra da cui poco prima si era affacciato osservando il cielo grigiastro.

Quello era un giorno funesto e tetro per tutto il regno della pioggia, infatti ricorreva il ventesimo anniversario della morte /scomparsa di sua figlia e Kizashi aveva alcuna voglia di partecipare alla veglia e ai canti che il suo popolo aveva iniziato a intonare per rendere giusta memoria alla principessa perduta.

Come infatti faceva da vent'anni il re si era chiuso nel suo studio privato e in un rigoroso silenzio ricordando nel suo intimo sua figlia Amaya e intonando per lei una leggera preghiera ai Kami nella speranza che almeno l'Anima della piccola Amaya potesse riposare in pace e come ogni anno giurare vendetta a chi lo aveva privato della sua unica ragione di vita e a chiunque fosse tanto pazzo nell' aiutare Madara nei suoi folli piani.

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