Capitolo 2

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126esimo giorno ( 10 maggio 1994)

Ieri qualcosa é cambiato: noi non siamo più soli. Non so se é sempre stato così oppure questa persona é apparsa dal nulla da un momento all'altro come abbiamo fatto io, Damon e Bonnie. Però sono sicura che lui/lei non viene dall'Altra Parte.
Gli altri due non sospettano della mia presenza e questo é un bene. Ieri pomeriggio, dopo aver controllato ogni centimetro quadrato del quartiere in cui vivo senza aver trovato anima viva, ho seguito Bonnie e Damon fino al supermercato, ho aspettato che finissero di fare la spesa e che se ne andassero. Poi ho preso quello che mi serviva e sono tornata a casa.
Ho passato tutto la serata a pensare: questa persona ha completato il cruciverba e ha segnato il mio calendario di proposito. Voleva che sapessimo di non essere soli. Ma perché farlo senza poi farsi vedere? Perché aspettare? Dove si nasconde? Perché in quattro mesi non hai ci mai lasciato nemmeno un indizio e poi, di punto in bianco, ha deciso che era il momento giusto per cominciare?
Troppe domande e nessuna risposta.
Potrebbe essere un vampiro, un licantropo, una strega o uno stregone… Potrebbe essere pericoloso… Devo stare attenta.

Shana smise di scrivere e sfogliò distrattamente il suo diario. Quell'insieme di fogli era l'unica cosa che le impediva di impazzire. Scrivere la aiutava a tenere sotto controllo la situazione e poi avere un diario di bordo le sarebbe potuto tornare utile in futuro.
Una pagina in particolare attirò la sua attenzione: era datata 10 maggio 1994 ( come tutte le altre pagine del diario). Era stata scritta il 78esimo giorno.

Sto cominciando ad odiare tutte queste giornate uguali, tutto questo sole, l'eclissi puntuale come un orologio. Sono stanca di rivivere il 10 maggio 1994! Almeno il tempo passava mentre ero nell'Altra Parte e potevo guardare i vivi vivere la loro vita, mentre qui la cosa più divertente da fare é cercare di mettere in ordine le informazioni che ho raccolto grazie alle conversazioni della Bennett e di Salvatore che ho origliato… Chissà come si sono conosciuti lui e questa famosa Elena di cui continuano a parlare… Chissà come si sono innamorati…
Bah… Adesso non mi importa! La verità é che mi manca la pioggia, il modo in cui mi sentivo mentre fuori infuriava una tempesta o semplicemente il suono delle gocce che entrano in contatto con ogni cosa. Pioggia… Pioggia…

Dopo tutti quei giorni, Shana si sentiva ancora così perché le era difficile cedere all'idea di non poter avere quello che voleva. In fondo chiedere un po' di pioggia non era niente in confronto a… Non doveva pensarci! Sempre più spesso i suoi pensieri convergevano nella magia, ma più ci pensava, più il desiderio aumentava e lei sapeva che se avesse continuato così, di lì a poco avrebbe perso la ragione.
Il motivo per cui quella pagina aveva attirato la sua attenzione la fece ritornare con i piedi per terra e subito le vennero i brividi: nell'angolo in basso a destra, l'ultima parola ‘pioggia’ era stata cerchiata con un pennarello rosso- sembrava lo stesso che era stato usato nel calendario- e da essa partiva una freccia che portava a una frase scritta a lettere maiuscole sempre con lo stesso colore: Manca anche a me.

Tutto attorno a Shana cominciò a girare. Un mal di testa forte quanto la consapevolezza che quella persona voleva prendersi gioco di lei la colpì all'istante. La ragazza prese velocemente la borsa appoggiata sul tavolo della cucina e ci infilò dentro il diario. Poi uscì rapidamente dalla casa, chiudendosi la porta alla spalle.
"Smettila di giocare a nascondino!" gridò. "Fatti vedere!"
Nessuna risposta. Nessun movimento. Niente di niente.
Forse non era nelle vicinanze in quel momento. Forse era occupato a spiare il vampiro e la strega. O forse voleva semplicemente vedere fino a che punto Shana si sarebbe resa ridicola.
"Ehi!! Puoi anche smetterla con i tuoi stupidi giochetti! Mi hai già preso in giro abbastanza!" ammise di malavoglia.
Ancora silenzio. La via era immobile, come se fosse una fotografia.
Questo era troppo. Decise di camminare un po' e di controllare ancora una volta il vicinato.
Era frustante trovare ogni singola cosa al proprio posto. Doveva esserci qualche indizio, una porta lasciata aperta, qualche libro fuori posto, qualche rifiuto nei bidoni della spazzatura. Eppure non c'era niente.
"Ci sono rimasto male vedendo che il tuo diario non era a casa." disse qualcuno alla spalle di Shana. "Volevo leggere cosa hai scritto di me."
Shana si girò di scatto. A pochi metri da lei c'era un ragazzo abbastanza alto, magro e dai corti capelli castani. Stava sorridendo.
D'istinto lei mise una mano dentro la borsa e strinse tra le dita i ramoscelli di verbena e
strozzalupo.
"Cosa sei?" chiese dopo alcuni secondi.
"Niente che il contenuto di quella borsa possa uccidere."

Invisique {Kai Parker} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora