Capitolo 1

278 18 1
                                    

Era il 2015 e mi trovavo alla giornata dei passaggi, data in cui ci riuniamo tutti per il passaggio dei ragazzi più grandi alla branca successiva: ad esempio se un ragazzo si trova al 4 anno di reparto passa al clan e se un ragazzo si trova al 4 anno dei lupetti passa al reparto. Elio, il mio capo squadriglia, e Luca, il mio vice, sarebbero passati ed io avrei dovuto prendere il loro posto, tutto ad un tratto avrei avuto su di me tutta una responsabilità che prima avevano in due su di noi. Sarei dovuto essere un capo, un amico e un fratello maggiore per i miei squadriglieri. C'era un aria diversa di persona in persona, alcuni erano felici di intraprendere un nuovo cammino altri erano tristi per il passaggio dei loro capi. Nel momento del passaggio, mentre tutti si abbracciavano e si salutavano, Elio venne da me, si avvicinò al mio orecchio e mi disse:«Ricordati: Sorridono e Cantano anche nelle difficoltà» lo abbracciai e dissi ridendo:«Ricordati: Alla frittata va poco olio» con questa frase, anche se un po' insensata, volevo far riferimento al campo estivo in cui Elio aveva letteralmente carbonizzato la frittata. Lui si mise a ridere:«Non sei mai stato uno da momenti solenni» detto ciò raggiunse gli altri.
Finita la giornata, tornato a casa, mi buttai sul letto e iniziai a pensare alle parole di Elio e a come sarebbe andato l'anno. Già immaginavo tutto: il nuovo grido, tutte le tecniche che avrei dovuto insegnare ai miei squadriglieri e vari altri progetti che avevo in mente ma soprattutto avevo un desiderio che si alimentava dentro di me, quello di diventare un buon capo. Immerso nei miei pensieri mi addormentai...
Passavano i giorni e iniziarono le prime riunioni. Nella mia squadriglia entrarono a far parte due nuovi ragazzi, venuti dai lupetti. Uno era Stefano e l'altro Francesco, quest'ultimo era il fratello di Elio. Era molto importante per me averlo in squadriglia, così avrei potuto insegnargli diverse cose che Elio, a sua volta, aveva insegnato a me. Arrivò il campo invernale e le mie paure svanirono quando, nei primi giorni, capii che io e i miei squadriglieri eravamo talmente uniti da poter superare qualsiasi problema o qualsiasi sfida ci si ponesse davanti. Infatti abbiamo vinto la fiamma, l'emblema del reparto, ed eravamo molto felici di ciò. Un giorno, mentre facevamo con.ca, i capi ci informarono che a giorni ci sarebbe stato il raduno di tutti i capi squadriglia della provincia così, la settimana dopo di questo, si sarebbe tenuto il san Giorgio.
Al raduno incontrai molti miei coetanei, c'erano tutti i capi squadriglia della provincia, ci divisero in gruppi da dieci e ognuno di questi equivaleva ad un sottocampo.
Ci fecero sedere attorno ad un grosso tavolo. Eravamo tutti un po' timidi, si vedeva che era la prima volta per tutti. Per spezzare il ghiaccio un capo si alzò in piedi e ci chiese di fare un giro di nomi, cosa tipica di un ambiente scout, disse di iniziare dalla sua destra e così facemmo.
Iniziò la vera e propria riunione, i capi illustrarono diverse cose a cui però non prestai molto attenzione, troppo incuriosito dalle persone che mi circondavano. Mi era saltato all'occhio un ragazzo magrolino con la carnagione chiara e i capelli mori, forse era uno dei più timidi ma la cosa che mi ha impressionato era il fatto che si appuntava tutte le idee che i capi o i ragazzi proponevano, con velocità scriveva tutto sul suo quaderno per poi tornare con lo sguardo altrove. Finita la riunione, i capi ci fecero scrivere su un foglietto il nostro numero di telefono così da aggiungerci su un gruppo, di capi sq, da consultare in caso di chiarimenti o emergenze, dopo aver consegnato il mio, un capo mi disse:«Allora, Buona Caccia. Ci vediamo al San Giorgio?» e io gli risposi con fierezza:«Puoi contarci».
Salimmo sul furgone per tornare a casa, sono seduto vicino a Emanuele, il capo squadriglia dei cervi, un ragazzo sveglio ma a volte troppo precisino, ha gli occhi scuri e lo stesso vale per i capelli ricci ma la sua carnagione è chiara,gli chiesi:«Com'è andata?» lui mi guardò per un po' mentre pensava alla risposta:«Diciamo bene» dopo un po' di silenzio chiesi:«Con le persone?» mi guarda:«Tutto okay, a te?» ci penso su:«Ho notato un ragazzo, sembra simpatico. Probabilmente lo conosci è alto, magrolino con la carnagione chiara ma con i capelli neri, se non sbaglio si chiama Lorenzo» dopo una pausa di riflessione mi guarda:«Scommetto che stai parlando di Lorenzo del Latina 3, era al sotto campo con me l'anno scorso» mi guarda come se avesse avuto un illuminazione:«Si annota ancora tutto quello che dicono?» io scoppio a ridere e annuisco.
«Ma voi cervi, avete intenzione di vincere qualche bandierina?» chiedo rivolgendomi sempre a lui:«Ovviamente, vorrei puntare a stile per quest'anno», dovete sapere che a ogni San Giorgio, in ogni sottocampo, si vincono due bandierine Stile e Spirito di Sq, esse vengono assegnate alle sq che hanno dimostrato o un certo stile o un certo spirito da ottimi scout. Alessandra, il capo sq delle volpi, mi guarda e dice:«Io ormai delle bandierine di stile ne ho la collezione» detto ciò ci siamo fatti una risata sapendo che le volpi sono tre anni,di fila, che vincono quest'ultima.
«Lo sapete che quest'anno c'è una nuova bandierina? Salute e forza fisica» dico agli altri capi:«Che figata...una nuova bandierina» mi dice Alessandra, Alex, il capo squadriglia dei leoni, la guarda e le dice:«Non sperarci per niente...Non puoi vincere quella bandierina, non riesci neanche a correre per chiamare i capi senza romperti un piede» lei lo fulmina con lo sguardo:«La cosa brutta è che quando portavo il gesso non potevo prenderti a calci, non puoi immaginare quanto mi era mancato» dice per poi sferrargli un calcio agli stinchi. Alessandra anche se può sembrare una ragazza docile, gentile e per certi versi precisina, in realtà negli scout è tutto il contrario, diciamo che riesce a farsi rispettare.
«Lo ricordo bene anche io, sei inciampata nelle filagne del mio bellissimo e stupefacente progetto per l'alza bandiera, peccato che, a causa delle magnifiche abilità pionieristiche che abbiamo all'interno del nostro reparto, è crollato dopo una piccola soffiata di vento. Ma quest'anno non si ripeterà, ho già in mente le modifiche da apportargli così che il vento non lo faccia crollare...credetemi quest'anno sarà fantastico» Emanuele dice tutto con fierezza e velocità:«Hai detto la stessa cosa anche l'anno scorso e due anni fa» lo prese in giro Alex ma lui non gli prestò attenzione, troppo impegnato a fantasticare sul progetto.
«Raga che ne dite se dopo il San Giorgio ci incontriamo in sede per vederci un film?» propone,come al suo solito, Cristiana, capo delle Aquile, alla quale subito rispose Giorgia, la capo delle pantere, con un si che stordì l'intero con.ca accompagnato da un cazzotto alla spalla di Emanuele:«Aiaaaa ma che sei impazzita?» urla il poverino:«Scusate ma sono troppo euforica per il San Giorgio e per quest'anno da capo» si scusa lei ed io guardandola le dissi:«Tranquilla Gio, tanto sei sempre euforica» :«Semplice dire "tranquilla", quando la spalla non è la tua» mi rispose Emanuele facendomi il verso e tutti scoppiamo a ridere per quella sua affermazione.
Mentre parlavamo, il tempo volava e nessuno si accorse che eravamo già arrivati a casa. Appena entrato, mi ricordai che avevo ancora fisica da finire, così nonostante la tarda ora presi il libro e cercai di concentrarmi ma il sonno fù più forte di me.
Una settimana dopo
Proprio lì dove pochi giorni fa mi ero addormentato, c'era il mio zaino e gli scarponcini sul comò, subito dopo averli infilati, mi precipitai in macchina terrorizzato dall'idea di far tardi. Dopo un ora di viaggio, era lì davanti a me l'entrata per il San Giorgio, il luogo in cui avremmo incontrato molte persone, fatto nuove esperienze e messo alla prova le nostre capacità davanti a tutti. Ero emozionato e curioso di scoprire cosa mi avrebbe riservato questa nuova avventura...

I SatemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora