《io non posso prometterti che ti salverò,
ma giuro puoi scommetterci che ci proverò,
sono un perdente e tu sei tutto quello che ho,
comunque vada non aver paura io ci sarò.》
______________________________________________________Socchiuse gli occhi. Anche se avrebbe preferito non farlo. Rimanere in un sonno profondo. dormire per sempre. Non risvegliarsi mai più. Si trovava ancora a vagabondare sul treno. Non sapeva dove scendere. Non sapeva dove andare. Prese il suo cellulare guardò l'ora. L'una di notte. E lei era ancora lì su quel treno aspettando la fermata che il suo fato aveva per lei. Si guardò intorno. Nel vagone non vi era nessuno oltre a lei. Le luci fioche delle luci alle estremità delle pareti del treno non illuminavano un granché. Poggió la testa al sedile vuoto. Aveva paura. Era scappata. Scappata da genitori irresponsabili. La picchiavano. Genitori che se ne fregavano della sua esistenza. Restavano solo con la sua sorellina. E loro la ignoravano. Nemmeno quando lei aveva gli attacchi d'asma, la degnavano di uno sguardo. Aspettavano solo il momento in cui la ragazza avesse emesso il suo ultimo respiro. La ritenevano un errore. Nata male. Lei pensó che andandosene loro non si sarebbero accorti che mancava. E infatti non se ne accorsero. Fecero presto a dimenticarla. Le scese una lacrima. Ricordare le faceva male. In quel momento le venne un attacco d'asma. Con il fiato corto la ragazza, prese velocemente la piccola boccetta biancastra dallo zaino, e inaló il suo contenuto. Ormai conosceva fin troppo bene quell'odore. Anche oggi si era dimenticata di prendere le pillole. Le pillole che gli aveva prescritto il dottore, per far diminuire gli attacchi d'asma. A lei non piaceva il sapore delle pillole. Le odiava. Non le prendeva mai. Volontariamente. Sospirò e Poggió nuovamente la testa al sedile del treno. Avrebbe preferito non essere mai nata. Ad un tratto entró nel vagone un ragazzo alto dal cappuccio della felpa nera, tirato sulla testa. Si sedette accanto a lei. Lei non vide il suo viso. Però vide che era agitato. Continuava a prendere tra le sue esili mani il telefono e controllare l'ora. Sembrava impaziente di scendere. Dopo una trentina di minuti il treno si fermò con un cigolio. Le porte arrugginite si aprirono. E il misterioso ragazzo scese dal treno a passo veloce. Lei lo seguiva con lo sguardo. Quando lui fu ormai fuori dal treno, Lei si accorse che aveva dimenticato il telfono sul sedile. Lei era asmatica, non senza cuore. Voleva riportargli il telfono. Scese anche lei dal treno e con il telfono del ragazzo in mano cominciò a correre. Non avrebbe potuto. Il dottore gli vietava continuamente di fare degli sforzi fisici simili. Ma lei era quasi sicura di potercela fare. Era arrivata dietro al ragazzo in nero, quando gli venne un attacco d'asma. Più forte degli altri. Cominció a mancarle il respiro. Cominció a vedere offuscato. Cadde a terra. Cercó a vuoto il suo zainetto con la boccetta bianca. Aveva lasciato lo zaino sul treno. Il respiro cominciava a essere sempre meno. Provò ad alzarsi gattonando. Ricadde a terra. Provò ad urlare in cerca di aiuto. Ma le parole sembravano non volere uscire dalla sua bocca. Le avevano insegnato a superare i suoi limiti. provò nuovamente a gattonare. Ma era senza forze. Cadde di nuovo. L'aria era finita. Cercò di reagire. Svenne.
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Breath; -Lorenzo Ostuni
FanfictionLoro ti dicono: 'segui il tuo cuore' ma se il tuo cuore é in un milione di pezzi, quale pezzo segui? ______________________________________________________ 'Perché ti sei lasciata trasportare dal destino?' 'Perché se segui il cuore puoi sbagliare, m...