《I gave you the key when the door wasn't open, just admit it. See, I gave you faith, turned your doubt into hoping, can't deny it, Now I'm all alone and my joys turned to moping
Tell me, where are you now that I need you?
Where are you now?
Where are you now that I need you?》
______________________________________________________Rimase a lavorare fino a sera tardi. Aveva servito molti clienti durante la giornata. Ma nessuno era riuscita a farla sorridere così spontaneamente come aveva fatto Lorenzo. Forse era solo perché la aveva salvata? Ma era sicura che non fosse solo quello. Lui aveva fatto di più. Lui oltre ad aver salvato la sua vita terrena, la aveva salvata anche dai suoi demoni. Che bella sensazione vedere qualcuno sorriderle. Era da molto tempo, troppo tempo, che nessuno le sorrideva. I suoi genitori non facevano altro che alzare le mani quando lei era nei paraggi. Mai un sorriso. La odiavano.
La biondina le mosse una mano davanti agli occhi:'Bella addormentata ci sei?? Pensi di riuscire a svegliarti entro mezzanotte??'
'Mh? Si Chanel....' mormorò.
'Bene, vedi di sbrigarti a chiudere il ristorante, io devo andare. Ci si vede novellina. Vedi di non combinare guai. Chi rompe paga.'
'Chanel.... non sei il mio fottuto capo...' ringhió dentro di sé. Era troppo timida. Non era mai riuscita a controbattere con le altre persone. Era sempre abituata ad essere sottomessa. Dimenticata.
La biondina uscì dal ristorante sculettando. Lei rimase a pulire i tavoli fino all'una di notte. Era stremata. Ma almeno aveva ricevuto in anticipo lo stipendio di questo mese. Poteva permettersi una stanza in un hotel decente. Non certo, di quelli lussuosi per straricchi. A lei bastava un appartamento di quelli piccoli. Si asciugó la fronte dal sudore. Aveva finito. si avviò all'armadietto ma, gli venne un attacco improvviso. Si piegò in due. Prese senza fiato, la boccetta dalle tasche e ne inaló il contenuto, come al solito. Era arrivata vicino allo svenire di nuovo. E questa volta non ci sarebbe stato Lorenzo a salvarla. Ma lei non si voleva mettere in testa di prendere le pillole. Si rialzó. Con le gambe dalla stabilità incerta, arrivo al suo armadietto. Con uno scricchiolio lo aprì, e si tolse il vestitino nero corto. Già lo odiava. Ed era solo al primo giorno di lavoro. Si rimise i suoi abituali vestiti, e dopo aver chiuso il locale si avviò in cerca di un hotel. Non voleva una catapecchia ma nemmeno qualcosa da straricchi. Si diresse verso un hotel a tre stelle. Era quello che faceva al caso suo. Non era male l'interno. Le pareti erano rivestite da intonaco dai colori caldi sul beige. Le luci erano a parete, trasmettevano una luce calda e soffusa. Andò alla reception e disse all'addetta
'Salve mi potrebbe dare una camera?'
'Certo. Abbiamo libera la numero 302. È all'ultimo piano. Le auguro una buona permanenza.'
'Va bene la ringrazio' disse prendendo le chiavi dalle piccole mani della signorina.
Si diresse verso l'ascensore. Schiccio il pulsante scolorito con il cinque, e salí al quinto piano. Appena le porte dell'ascensore si aprirono, si ritrovò davanti Lorenzo. Sembrava volesse scendere con l'ascensore. Ancora in giro a quest'ora? Si chiedeva Destiny. D'altronde anche lei era ancora in giro. Lui avrebbe potuto domandarsi la stessa cosa. Appena lui la vide le sorrise. Ma non era il sorriso che le aveva mostrato questo pomeriggio. Aveva gli occhi rossi. Aveva pianto. Era un sorriso triste. Lei lo capiva. Quante volte Destiny aveva pianto fino a far diventare i suoi occhi rosso sangue. Troppe volte. Le porte dell'ascensore pian piano si chiusero e lui scese. La rendeva triste vederlo triste. Non si conoscevano per niente. Ma lei sentiva di riuscire a capirlo. Sentiva di avere molte più cose in comune con lui, di quanto pensasse. Sospirò. Si girò e cercó con lo sguardo il numero della sua camera.
Lo trovò. Camera 302. Prese la sua chiave e con qualche cigolio, riuscì ad aprirla. Si guardò intorno. Era una stanza piccola. ma molto carina. Pensó. C'era una grande vetrata, che ricopriva tutta la parete che dava all'esterno. Da quell'altezza riusciva a vedere quasi tutta Milano. Quasi. Le piaceva stare in alto. Sí. Probabilmente quella grande vetrata era ciò che le piaceva di piú di quella stanza. Adorava guardare il tramonto e le sue sfumature.
Appoggiò il suo zainetto sul letto, e si buttò di schiena su di esso. Era stanca aveva bisogno di riposare.20:00 PM
Ore dopo venne svegliata da un voce roca che da dietro la porta urlava:
'Servizio in camera!'
Aprì i suoi occhi con stanchezza, e alzandosi si diresse verso la porta.
'Salve...' disse lei stropicciandosi gli occhi.
Si ritrovò davanti un ragazzo più o meno alto, dai capelli scuri, gli occhi erano anch'essi grandi e scuri incorniciati da degli occhiali grandi e rotondi.
'Credevo che questo fosse un hotel a tre stelle... non credevo che questi tipo di hotel servissero anche il servizio in camera' disse timidamente passandosi una mano tra i capelli, e afferrando il vassoio che il ragazzo le stava porgendo.
'Beh a quanto pare noi anche se un hotel a tre stelle serviamo lo stesso il servizio in camera'. Disse lui sorridendo.
'Grazie mille da sola non lo avrei mai capito...' rise lei ritenendo la cosa ovvia.
'Se non lo avessi capito mi chiamo Signor Ovvio.' Disse lui ridendo e facendo l'occhiolino.
'Oh, piacere di conoscerla Signor ovvio.' Disse lei facendo un inchino aristocratamente.
'Okay.... questo soprannome mi fa schifo.. chiamami pure Salvatore' rise lui.
'Io sono Destiny' disse porgendogli la mano.
'Okay Destiny...Scusa ma devo andare. Ho ancora alcune camere da servire.. Magari qualche volta possiamo vederci' disse lui sorridendo
'Okay Salvatore.... allora ti aspetto domani per il servizio in camera.' Ridacchió lei.
'Contaci' rise a sua volta lui. E dopo averla salutata, se ne andò. Lei rientrò nel suo appartamento e chiuse la porta alle sue spalle. Non aveva avuto problemi di timidezza con Salvatore. La sua simpatia la contagiava. Ridacchió tra se e se e poggió il vassoio con la cena, sopra il piccolo tavolino interno, dinanzi alla vetrata. Mangiare mentre si guardano le luci di Milano dall'alto. Un sogno. Pensó. Alla fine questo hotel non sembrava poi tanto a tre stelle. Era così bella Milano dall'alto. La faceva sognare. Dopo aver finito di mangiare quella cena, mise le cuffie e si buttò sul letto. Si addromentó sulle note di 'CryBaby', guardando alla destra del suo letto, la grande vetrata illuminata dalle luci di Milano.
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Breath; -Lorenzo Ostuni
FanfictionLoro ti dicono: 'segui il tuo cuore' ma se il tuo cuore é in un milione di pezzi, quale pezzo segui? ______________________________________________________ 'Perché ti sei lasciata trasportare dal destino?' 'Perché se segui il cuore puoi sbagliare, m...