Monster Love

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Simone's pov

Si, vuole sapere la mia storia,ma... cosa gli dico?
Cioè non che la mia vita sia così speciale da essere degna di essere raccontata.
Però lui me lo ha chiesto e io lo devo fare.
Allora... cosa dovrei dire?

-"Mhhh... sono nato il 5 gennaio, ho fatto le elementari e le medie e sono qui.

-"Puoi fare di meglio..."- mi dice ridacchiando

-"Ok..."- prendo un grosso respiro e comincio a parlare -"Prima ero una persona normale...più o meno.
Sono sempre stato un bambino strano: non ho mai amato stare con i miei compagni o giocare, preferivo stare da solo e così ho fatto per tutte le elementari, poi quando sono arrivato alle medie pensavo di poter continuare a fare così, ma mi sbagliavo: hanno iniziato ad infastidirmi, allora io ho smesso di essere me stesso e mi sono adeguato a loro: mi vestivo come loro, ascoltavo la stessa musica, avevo lo stesso comportamento, ma anche facendo così restavo strano, così in seconda ho deciso che preferivo restare da solo piuttosto che essere qualcosa che non sono ed è in quel periodo che mi sono avvicinato alla musica, musica vera, che mi facesse provare emozioni, che mi facesse sapere di non essere il solo a pensare delle cose.
E così mi sono avvicinato allo stile punk, anche a fattore estetico: mi ricordo che un giorno mi sono prestato a scuola con i capelli blu e la cresta ..."-

-"Scusa se ti interrompo, ma i tuoi genitori non ti dissero nulla?"-

-"Hahaha, no.
Diciamo che è tanto se li vedo una volta al mese, pensano solo al lavoro: credo che di me sappiano il nome, il compleanno e che aspetto ho.
Tutto qui.
Ma ritorniamo alla storia: quando sono andato a scuola con i capelli blu: mi sentivo benissimo: sapevo di essere strano per loro, ma per me ero favoloso; ed i capelli così non li ho avuti per poco, per tutte le medie credo.
Poi in terza ho anche iniziato a vestirmi come mi vesto ora e sono diventato quello che volevo: un mostro senza sentimenti, apatico ed asociale, non solo per colpa mia, anche i miei compagni hanno contribuito con botte ed insulti, ma è okay, roba passata.
Poi al liceo credevo di aver trovato degli amici, mi sbagliavo di nuovo: sono stati "Carini" per i primi mesi, ma poi hanno iniziato anche loro come i miei vecchi compagni.
Poi verso metà anno della seconda mi hanno mandato all' ospedale: lesioni agli organi interni e un braccio e una gamba rotti, ci sono andati pesante: credo di essere stato anche io coma.
Non mi va di pensarci, quindi scusami.
Poi... mentre ero in terapia ero riuscito a trovare delle pillole e le volevo prendere, tutte insieme intendo, non sapevo per chi restare: i miei genitori non erano venuti a trovarmi nemmeno una volta, non avevo amici, mi sentivo così solo...
Ma non sono riuscito nel mio intento: è entrata un' infermiera a salvarmi(?).
Così ho passato qualche altro mese in ospedale e miracolo dei miracoli: i medie genitori sono anche passati a trovarmi: per dirmi che appena mi avessero dimesso ci saremmo trasferiti: non mi importava particolarmente.
Mi hanno fatto uscire verso la fine di agosto e poi sono venuto qui.
Non ne ero felice, ma poi...
sei arrivato tu, se stato come il raggio di sole che ha illuminato la mia vita.
Quindi ti prego non te ne andare..."-

Gli ho raccontato questo e sono scoppiato a piangere, mi succede sempre, tutte le volte che penso al passato, a volte mi piacerebbe avere il tasto reset nel cervello.
Ma purtroppo non è così.

-"Simone...Simone?"- mi chiama dolcemente così alzo il viso verso di lui -" grazie di esserti aperto così a me.
Scusa, non pensavo di farti rivivere tutto quello che hai passato.
Ti prometto che non me ne andrò mai, sarò sempre la tua ombra, a patto che ti sia la mia..."-

-"...lo sarò.
Però anche io vorrei sapere la tua storia."-

-"Beh, non mi posso rifiutare.
Giusto per la cronaca: tu non sei un mostro.
I veri mostri sono le persone che ti hanno fatto stare così."-