Pansy era assolutamente fiera del proprio operato: era diventata insegnante e -a quel punto- aveva anche riconquistato il cuore del suo amato. Certo, con un aiutino, ma quel che contava era il risultato, no? Draco era tutto suo.
Tossì.
Strano. Si ammalava difficilmente e rare, rarissime volte aveva preso la tosse. Mai a dire il vero. Tutt'al più dei convenienti giramenti di testa in casuale presenza delle persone giuste, ma nulla di più.
Tuttavia c'era sempre una prima volta, no? E così avrebbe avuto la scusa per ricevere più attenzioni. In fin dei conti non le dispiaceva nemmeno poi tanto. Esagerando il passeggero malessere, si diresse in camera, ma non prima di avere avvertito i colleghi.Passarono due giorni, la tosse non passava e Pansy iniziava ad annoiarsi. Qualcuno bussò alla porta delicatamente.
"Avanti" rispose debolmente.
Nessuno le rispose e la donna impugnò la bacchetta per aprire la porta. Oltre non c'era nessuno, solo un pacchettino che fluttuava a mezz'aria. Lo appellò.
Buongiorno professoressa,
Speriamo la tosse passi presto. Questi sono per lei.
Si goda la convalescenza.Allegato vi era un delicato pacchettino, ma il biglietto era anonimo. Meglio, almeno non si sarebbe dovuta sciupare a ringraziare qualcuno dei suoi studenti, pensò scrollando le spalle.
Aprì la carta. All'interno stava un vassoietto di biscotti di meliga evidentemente fatti a mano. Ne assaggiò uno. Erano davvero squisiti. Prima che potesse accorgersene, ne aveva mangiati altri tre. Richiuse il pacchettino, ma non prima di averne mangiato un quinto. Gli altri li avrebbe tenuti per i giorni seguenti.
Ne mangiò cinque al giorno, mai uno di più e dopo un po' scoprì che le era arrivato un altro pacchettino.
Nel frattempo la tosse non passava. Sembrava sempre essere ad un passo dal liberarsene del tutto, invece no, quella tornava più agguerrita di prima. Iniziò a tossire sangue. Fu allora che iniziò a preoccuparsi.
Alcune settimane dopo, qualcuno bussò alla porta, ma non rispose nessuno e chi aveva bussato andò via, deciso a riprovare il giorno seguente e quello dopo e quello dopo. Pansy non rispose.Non rispose mai.
Qualcuno -Draco- sfondò la porta. In bella mostra, sulla scrivania, stavano una ciotola di biscotti, il pensatoio della docente ed una lettera.
Il professore avanzò circospetto fino al tavolo ed immerse la testa nel pensatoio.
Pansy tossiva e tossiva ed una voce fuori campo, giovane e vagamente familiare, intervenne.
"Professoressa. Noi sappiamo cosa ha fatto. È molto ingiusto, lo sa, vero?"
"Io? Cosa avrei fatto? Intanto fatevi vedere e parliamone davanti ad una tazza di the, da persone civili."
"Ma non sono le cinque..." intervenne un'altra vocina, perplessa.
"Quanto siete precisine, voi due! Si, mi sono accorta che siete in due, cosa credete?"
Qualcuno rise in modo sinistro. "Due? Professoressa, è sicura di avere contato bene?"
"Eravate tre? Povere gioie" commentò Pansy sarcasticamente, con una nota isterica nel tono, che non passò inosservata a nessuno dei presenti.
"Vada via. Sciolga l'incantesimo, vada via e non torni"
"E perché dovrei? Perché delle sciocche studentesse me lo chiedono senza nemmeno farsi vedere? Ho quello che voglio e me lo terrò stretto"
Draco si sentì stranamente preso in causa, ma continuò a prestare attwnzione alla scena davanti a sé, oramai curioso.
"Le sembra giusto controllare le emozioni di una persona, condannandola all'infelicitá insieme a tutta la sua famiglia? Sono tre figli. Ma le sembra il caso?" La voce che aveva parlato era sottile, ma severa al punto che entrambi i docenti fecero un inconsapevole passo indietro.
"Draco è mio!"
Draco rabbrividì, inorridito.
"Un essere umano è di se stesso e di nessun altro, mi pare"
"Prenda i fogli che sono sulla sua scrivania e faccia la cosa giusta. Ora!"
E Pansy si era trovata a scrivere contro la propria volontà tutta la verità. Non una parola in meno, non una in più. I suoi piedi si mossero e la sua valigia la seguì autonomamente.
"Ovunque andrà, non potrà parlare di noi, semplicemente non ci riuscirà"
"Ci deve persino ringraziare. È viva, non cosa da tutti, a dire il vero"
"E vada a fare la bambina isterica lontano da noi e dal nostro sguardo."
Draco emerse dal pensatoio in tutta fretta, con ancora nelle orecchie la voce dura dell'ultima ragazzina che aveva parlato. Aprì la lettera, quasi strappandola.
Caro Draco,
A ques'ora sarò oramai lontana da tutto ciò che amo. Da te.
Perdonami per averti ingannato e strappato in modo subdolo alla tua famiglia ed ai tuoi figli.Poco dopo era spiegato dettagliatamente cosa era successo e come porre rimedio. Distrattamente afferrò uno dei dolci nella ciotola.
"Questo la aiuterà a ricordare, professore. Una splendida giornata a lei ed ai suoi congiunti." Declamò il biscotto, allegro, con una delle voci che aveva sentito nei pensieri della collega.
Mangiò il biscotto con cautela e ricordò tutto quello che era stato e cose verso l'unico posto che avrebbe potuto chiamare casa. Le braccia di Hermione.
Felice pi greco day, trine di luna ^.^
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la promessa svelata
Fanfictionbuonsalve gente, ciao Tatty. siamo (evitiamo di enumerare quante, perché ogni tanto si aggiunge un ingrediente) allegre persone (beh, circa) che tentano di svelare i misteri di Tatty e delle sue storie contorte, oppure fare ipotesi e combinare matri...