Capitolo 2

1.2K 59 1
                                    

La luce del sole che filtrava dalla finestra mi svegliò, tenendo gli occhi chiusi, allungai il braccio per cercare il telefono sul comodino, ma non riuscii a trovarlo, così, alla fine aprii gli occhi e mi pentii di averlo fatto: non ero in camera mia come credevo, non avevo idea di dove fossi.
Dio santo, ma quanto avevo bevuto?
Non mi ricordavo niente, non mi ricordavo come fosse finita la serata, né come ero arrivata in quella casa e soprattutto non avevo la più pallida idea di chi fosse quella casa. Sapevo solo che ero nel letto di qualcun altro, che la testa mi stava scoppiando e che ero in intimo, e la cosa non mi piaceva per niente. Mi stavo per alzare quando un bellissimo ragazzo biondo entrò in camera, con un vassoio con un bicchiere di succo d'arancia e una margherita. Era un incubo o un sogno? O ero veramente sveglia come credevo?
«Finalmente ti sei svegliata, Zuccherino» quell'ultima parola mi fece tornare qualcosa in mente: era Jack, il ragazzo che avevo conosciuto alla festa e che secondo Kate non era altro che un ricco puttaniere viziato.
«Perché sono qui? Cosa è successo ieri sera? Dov'è Kate? E soprattutto, è successo qualcosa tra me e te?» chiesi scattando in piedi e dimenticandomi di essere solo in intimo, Jack aveva smesso di guardarmi negli occhi e aveva iniziato a guardare più giù, diventai tutta rossa.
«Dov'è il mio vestito?» chiesi seccata e lui me lo passò senza dire niente.
«Ora potresti rispondere alle domande di prima?» era tutto così imbarazzante, assurdo.
«Eri ubriaca, Kate se n'era già andata con un certo Trey, non credo che tu lo conosca, comunque, eri troppo ubriaca per tornare a casa da sola e anche per dirmi dove abiti, così, Zuccherino, ti ho portata qua, a casa mia e poi tu hai iniziato a spogliarti e... poi ti sei addormentata sul letto. Ma non abbiamo fatto niente» disse «però potremmo fare qualcosa adesso, visto che sei sobria» disse con un sorriso malizioso stampato in faccia, gli diedi uno schiaffo. Come si permetteva?
«Adesso che sono sobria, puoi accompagnarmi a casa» dissi sbuffando.
«Con piacere Zuccherino» rispose lui ridendo. Non riuscivo a capire se lo odiassi o se fosse sopportabile, ma non mi importava molto, tanto probabilmente non lo avrei più rivisto.

Insieme per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora