Capitolo 3

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Mi accompagnò a casa, con la sua Ferrari nera, che gli era stata regalata dal padre per il compleanno, quando Kate mi aveva detto che era ricco non avevo capito che fosse così esageratamente ricco.
«Ci vediamo Zuccherino» mi disse facendo l'occhiolino, mentre scendevo dalla macchina.
«Non credo» risposi, aprendo la porta di casa e lui se ne andò senza dire niente, con un irritante sorriso stampato in faccia.
«Ti sembra ora di tornare?» urlò mia madre dalla cucina, senza neanche salutarmi «Si può sapere che fine avevi fatto?» continuò.
«Scusa, sono rimasta a dormire da Kate, mi sono dimenticata di avvisarti» mentii spudoratamente, ma in fondo che cosa avrei dovuto dirle? La verità? No, era fuori discussione: non avevo nessuna voglia di subirmi rimproveri, prediche e discorsi imbarazzanti.
«Sei sempre la solita, ti dimentichi sempre di avvisarmi» disse mia madre sbuffando e dandomi un bacio.
Salii in camera e mi misi a studiare, ma non riuscivo a concentrarmi, così chiamai Kate, che mi raccontò nei minimi dettagli la sua lunga notte con Trey, un suo compagno del corso di fisica, nonché giocatore di football. Poi fu il mio turno e le raccontai la mia disastrosa serata.
«E meno male che ti avevo detto di stare alla larga da lui» disse seria, con tono di rimprovero.
«Ho provato ad evitarlo, ma continuava a perseguitarmi, forse non sarebbe successo se tu non mi avessi abbandonata» sbuffai «comunque non importa più, dubito seriamente che lo rivedrò» dissi
«Non esserne così sicura, è abituato ad avere tutto quello che vuole e se gli interessi davvero... Beh... Sappi che Jake Carter non è uno che si arrende» disse. Dio Santo! Vado a una festa piena di persone e chi devo incontrare? Uno stalker. È mai possibile?
La chiamata con Kate si protrasse per un'oretta, dopodiché ripresi a studiare. Ma non riuscivo a togliermi Jack dalla testa, volevo sapere qualcosa di più su di lui.

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