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Saranno state circa le quattro di pomeriggio e i due adesso si trovavano accoccolati sul divano a guardare un film che trasmetteva la televisione.









Kitty.







Si Daddy?







Credo che sia il momento che Daddy torni a casa sua.

Non credi anche tu?







No Daddy!

Non puoi lasciarmi qui da solo!

Non proprio adesso che sei appena arrivato.







Ma Daddy devo riprendere a lavorare e ha una casa in cui vivere.






No D-Daddy...

N-Non voglio...

Resta ancora un po' qui con me... Per f-favore...











Yoongi iniziò a singhiozzare e delle calde lacrime gli rigarono le guance; a Jimin non piaceva vederlo così, non voleva farlo soffrire, ma doveva pur sempre tornare a casa sua.
Gli afferrò il mento e gli alzò il volto in modo che il maggiore potesse guardarlo negli occhi e con dei leggeri movimenti circolari gli accarezzó le guande.












Non fare così piccolino, non piangere, tra poco vado in stazione per prendere la metropolitana, ma se vuoi puoi accompagnarmi; va bene?








S-si Daddy.








Riuscirai a tornare a casa da solo?






Si... Ma sento che mi mancherai di già...






Ehi.

Ascoltami attentamente adesso.

Io non ti sto lasciando o abbandonando; questo non é un addio piccolo mio, io ti prometto che tornerò al più presto qui, da te.

Io ti amo piccolo.

Non potrei mai lasciarti andare via da me.








A-anche io ti amo D-Daddy!











Singhiozzó Yoongi prima che il minore unì le loro labbra in un dolce bacio che adesso sigillava la piccola promessa che si erano fatti.

Si scambiarono un po' del loro amore appena sbocciato.


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