Human Heat [Sterek]

6

~Derek's POV

La macchina si accostò lentamente al marciapiede, permettendo a Stiles di scendere e trovarsi a pochi passi dal portone.
Derek aveva riflettuto per tutto il tempo su quel che era successo qualche minuto prima; sarà stato giusto o sbagliato? Non lo sapeva, ma ciò che l'aveva reso più sicuro era il fatto che Stilinski non si fosse arrabbiato più di tanto per via del bacio. Una parte di lui sapeva che anche il pivellino provava qualcosa per lui.

«G-grazie per la tua disponibilità.» balbettò Stiles, scendendo dall'auto.
«Prego.» rispose Derek, fissando il volante.
Stiles fece per chiudere la portiera, ma si bloccò, un po' spazientito. «Senti, se per te va bene io posso anche fare finta che non sia successo nulla.»
Derek alzò la testa, incuriosito dalle sue parole. «Pensi che sia dispiaciuto per averti baciato?»
Stiles arrossì fino alla punta delle orecchie, facendo divertire il più grande. Infatti, un angolo della bocca di Derek sembrava alzarsi. Diciamo che era una risatina interna...
«Tu... tu non... puoi fiondarti da me, accompagnarmi a scuola, vermi a riprendere e poi baciarmi così, di punto in bianco, senza che io ne rimanga leggerissimamente perplesso.»
Derek non mostrò segni di disagio o altro; anzi avrebbe voluto scoppiare a ridere.
«E inoltre...» continuò Stiles. «...tu stai con Kate Argent, no?»
La risata interna di Derek si trasformò in un misto di disgusto e confusione. «Argent? Seriamente?»
Stiles scosse il capo esasperato. «Vabbè, io vado.»
«Aspet-» Derek non finì neanche la parola che Stiles sbatté la portiera e corse al portone.

Nonostante tutto, Hale non fu dispiaciuto affatto che Stiles fosse geloso di Kate; di certo non poteva dire lo stesso di lui con Lydia.
Derek sapeva bene che Stiles aveva una cotta da anni per Lydia, ma non riusciva proprio ad accettarlo.
Una parte di lui si chiese se non fosse pazzo a provare dei sentimenti per uno come Stilinski; l'altra parte avrebbe tanto voluto che i sentimenti fossero reciproci.

Il giorno successivo non fu come il precedente, per il fatto che Stiles andò a scuola con la propria Jeep, l'amore sicuro della sua vita, mentre Derek rimase tutto il giorno nel bosco a fare lunghe passeggiate e corse tanto par sfogarsi. La sua forma da lupo gli mancava e ogni tanto non guastava tornare a camminare sulle quattro zampe a fare la pipì sugli alberi e sotterrare bisogno... o cadaveri di animali...
Il problema fu che la caccia non gli riuscì bene come le atre volte. La sua mente era completamente annebbiata da ciò che stava accadendo a Stiles, al Nogitsune e tutto il resto. Sapeva che c'era da preoccuparsi, avvertiva il pericolo imminente, ma aveva comunque paura di diventare un peso nella vita di Stiles, o addirittura di perdere la sua amicizia.

"Ma che ti succede? Riprenditi, razza di idiota!" pensava puntualmente. L'altra sua paura era quella di mostrare che anche lui poteva aver paura. Odiava far vedere le sue debolezze e sentirsi inferiore. Insomma, non era da lui.

Col cuore martellante nel petto, Derek tornò umano e tornò a casa. Si mise un paio di jeans e una t-shirt nera che odorava di polvere da sparo. Lui però non ricordava in quale occasione l'avesse indossata.
I suoi pensieri vennero bloccati dal suono del telefono che iniziò a squillare sopra al tavolo di legno.
«Ma chi diavolo è?» borbottò seccato, rispondendo. «Pronto?»
Ci fu silenzio, poi il rumore di un sussulto. «D-Derek...»
Era la voce di Scott McCall.
Derek fu tutt'orecchi. «Scott... tutto okay?»
Sta volta la voce di Scott sembrava preoccupante, un misto di agitazione e rabbia. «Stiles è con te?»
Il cuore di Hale andò il gola. «No, perché? Che significa? Non è a scuola?»
Scott tirò su col naso. «È scappato di fretta e furia, non so dove sia finito. L'ho cercato ovunque, ma neanche col fiuto riesco a rintracciarlo.»
Derek per poco non cadde per terra. Che stava succedendo?
«Derek, mi serve il tuo aiuto! Suo padre sta setacciando la città, sono tre ore che non si fa vivo, e non è entrato in classe.» continuò Scott.
«Okay, arrivo subito!» e riattaccò, correndo alla propria auto e dirigendosi verso la città, con la testa piena di paranoie.

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