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~Derek POV.

—Era ora che ti alzassi, pivellino!— esclamò Derek appena Stiles fu salito in macchina.
  Il giovane Stilinski lo guardò di sbieco, con un misto tra sonno e imbarazzo. —Di tutti gli abitanti di Beaconhills, proprio tu dovevi venire ad accompagnarmi a scuola, il giorno del mio ritardo inaspettato?—
  Derek rimase inespressivo e decisamente noncurante delle sue parole. Mise in moto il pick-up, fece retromarcia e si avviò lungo la strada. —Riflettici: sono uno dei tuoi pochi amici di tutti gli abitanti di Beaconhills.—
  Stiles cercò una scusa plausibile, ma nulla era abbastanza plausibile. In fondo, un po' Derek aveva ragione.
  —Senti, se preferivo restartene a letto e oziare, bastava dirlo.— mugugnò il giovane Hale. —Sai, avevo molte altre cose in programma per la serata.—
  —Ah, sì? Del tipo?— domando Stiles irritato.
  Derek lo guardò storto per due brevi secondi, per poi tornare a concentrarsi sulla strada.
  —Che c'è?— esclamò Stiles. —Sono notizie top secret, per caso?—
  Derek lo ignorò e tamburellò le dita sul volante, fermandosi poi al semaforo rosso. Frenò così in malo modo che Stiles per poco non finì a faccia avanti, contro il cruscotto. —Porco... ARGH!—
  —Linguaggio poco formale, Stilinski.— disse l'altro restando a fissare la strada. —Per rispondere alle tue altre domande, no; non sono informazioni top secret, ma ritengo che siano cose che non ti riguardano!—
  Stiles si massaggiò il naso. —Buona a sapersi... Dedurrei che hai la ragazza segreta e non lo vuoi ammettere!—
  Il giovane Hale abbassò le labbra. —No, deduzione sbagliata, Stilinski.— socchiuse gli occhi fissi sul semaforo ancora rosso. —Ti facevo più schietto!— e, appena scattò il verde, Stiles fece per dire qualcosa, ma Derek premette l'acceleratore e partì a tutto gas, mentre il povero Stilinski fu sbattuto  come uva e shekerato come un cocktail.
  Derek sorrise a trentadue denti, divertito, senza staccare mai gli occhi dalla strada. —Sei uno spasso, Stilinski!—
  —Giuro che, la prossima volta che guido io e ti porto in macchina, ti faccio sbattere il muso così forte da farti diventare piatto come un freesbee!— sbraitò il povero Stiles massaggiandosi la tempia.
  Il volto di Derek era un misto tra divertimento e compassione. —Non sei bravo con le minacce, Stiles. Inoltre, ho vissuto esperienze peggiori.—
  La macchina frenò davanti all'entrata dell'istituto, dove tutto sembrava deserto, tranne qualche teppistello che aveva preferito fumare o chiacchierare con altri amici piuttosto che andare a lezione. Derek li trovava ripugnanti, a tal punto da sentire la necessità di scendere e tirargli un pugno ad uno ad uno.
  —Okay, grazie del passaggio, De-.— Stiles fece per scendere, aprendo lo sportello, ma venne bloccato dalla mano di Derek che afferrò il suo polso.
  —Aspetta...— borbottò Der.
  Stiles non si mosse. —Ho aspettato a sufficienza, e credo che gli insegnanti mi annienterebbero se facessi ancora più tardi.—
  Derek lo fulminò con uno sguardo intimidatorio, come solo lui sapeva fare. Stiles lo riconosceva quello sguardo: la tipica occhiataccia che Derek gli faceva per convincerlo a fare qualcosa, come tacere o ubbidire.
  —Okay..— sbuffò Stilinski chiudendo lo sportello. —Che c'è? Hai dimenticato di fare colazione coi croccantini? Se vuoi, ho dei bastoncini di manzo dietetici nello zaino.—
  Il sarcasmo di Stiles faceva sempre uno strano effetto su Derek. Principalmente, avrebbe voluto mollargli un ceffone, ma dopo l'avrebbe baciato. E non un bacio normale, di saluto o di cortesia; un bacio intenso, tanto da sentirsi soffocare e sparire in un vortice di emozioni senza fine, attendendo solo il distacco dell'altro.
  A quel punto, Derek pensò: "Perché continua a balenarmi questo pensiero in testa, e perché non riesco neanche più a riconoscermi?"
  —Buona lezione.— disse infine Hale, lasciando Stiles basito.
  —Cosa?— esclamò quest'ultimo. —Mi hai fissato per un'ora, o quasi, come se avessi una visione mistica, e tutto quello che volevi dirmi era "buona lezione"?—
  L'altro chiuse gli occhi, sentendosi un completo idiota, ma mascherando ogni suo pensiero in maniera perfetta. Così perfetta, che a Stiles sembrò che volesse picchiarlo da un momento all'altro.
  —Si.— rispose infine Der.
  —Non ti capirò mai, Hale!— disse Stiles con un filo di sarcasmo.
  —Meglio per te che tu non capisca.— mugugnò Derek.
  —Capire cosa, Derek? Perché davvero non capisco proprio questo tuo carattere nei miei confronti. Sembra che ti abbia... Non lo so, trafitto a tradimento o insultati pesantemente. Voglio dire, cosa ti ho fatto perché tu debba odiarmi così tanto?— la voce di Stiles sembrò incrinarsi.
  Der non rispose. Si maledì per aver parlato e, sporgendosi verso di lui, gli aprì la portiera. —Buona lezione, Stiles.—
  Stilinski non se lo fece ripetere due volte e, in disaccordo e deluso, uscì dall'auto. —Almeno, non rovinarmi il pick-up!—
  Derek annuì inespressivo.
  Prima che Stiles si fosse allontanato troppo, lui lo chiamò e l'altro si voltò. —Per essere chiaro... Io non ti odio affatto.— e mise in moto, lasciandosi alle spalle il volto confuso/sorpreso del giovane Stiles.

Human Heat [Sterek]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora