La tranquillità scivola facilmente

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Ormai era passata quasi una settimana da quando mi ero trasferita nel continente americano, e diciamo che mi ero abbastanza abituata al caratteraccio di Paul. Dall'altra parte Collyn era sempre spensierata e gioiosa di carattere, almeno con lei potevo parlare.

Stranamente, in quelle notti non feci quasi mai il sogno che riguardava i miei genitori, e se accadeva, erano sempre presenti quelle braccia che mi portavano via da quella scena triste e gelida, e tutto ciò cominciò a portarmi serenità nell'animo.

Visto che oggi è domenica, Collyn ha programmato di andare a fare un pic-nic vicino al lago "Green Lake", il quale si raggiungeva con un'ora e mezza di viaggio in macchina.

Quella mattina aiutai i fratelli a preparare il necessario per il pic-nic che si sarebbe svolto verso sera, e quando finimmo di fare il tutto, mettemmo le cibarie e le coperte nel portabagagli della Jeep.

I fratelli Harrison si sedettero davanti mentre io mi sedetti nei posti dietro. Collyn intervenne dicendo a Paul : Perché questa volta non ti siedi dietro con Denise?

Paul rispose prontamente con un : Preferisco star davanti, dietro mi sentirei soffocare.

Lo disse rivolgendo uno sguardo cupo nei miei confronti che mi fece leggermente sussultare e mi costrinse a voltare lo sguardo verso l'esterno.

Collyn rispose a sua volta: Paul non fare il difficile, per una volta sii più socievole! e per un po' Paul non disse niente per quasi un bel pezzo del viaggio, nel mentre sentivo il suo sguardo addosso a me. Io, per non andare in paranoia ma tenevo lo sguardo fisso sul paesaggio che passava velocemente come ad avvolgere la vettura.

Senza un'apparente motivo Paul si rivolse a sua sorella dicendo : Non sono nella situazione e nella compagnia.

Subito Collyn lo fulminò con lo sguardo mentre io rimasi basita da ciò che disse e all'improvviso sentii addosso come un macigno che mi fece abbassare lo sguardo.

Per il resto del viaggio Collyn tenne una chiacchierata con me mentre Paul se ne rimaneva in silenzio e giocherellare con il suo braccialetto di cuoio.

Appena arrivammo alla meta Collyn saltò fuori dalle Jeep saltellando verso di me che stavo scendendo dalla vettura, si fermò davanti a me e voltando lo sguardo tra me e Paul disse:

Io preparo tutto qua, voi andate intanto a prendere della legna per il falò che ci terra compagnia durante il pic-nic !

Paul rimase stupito da ciò che la sorella aveva appena proposto: Ma... Ne sei sicura?
Sembrava come se Collyn gli avesse chiesto la cosa più scomoda che gli si potesse domandare. Era come se gli fosse stato chiesto di uscire dalla sua "comfort zone".

Dovrei pensala diversamente? Gli domandò la sorella.

Il ragazzo praticamente la fulminò con lo sguardo e lei di tutta risposta ricambiò uno sguardo altrettanto fulminante.
Nel mentre me ne stavo lì basita, con una sensazione in sordina come se in quella "discussione" ne fossi in qualche modo la causa.
Passò quasi un minuto intero prima che loro si distaccassero dallo scambio di sguardi. Va bene... vieni con me Gloria, disse Paul con un filo di voce.
Annuì leggermente e mi avvicinai a lui per poi incamminarci a cercare legna.
Ci furono alcuni minuti di silenzio tra me e Paul, alcuni sembravano pesanti e altri imbarazzanti, fino a quando mi decisi di rompere il ghiaccio:

"Tu e Collyn fate spesso picnic?
"Non sempre..."
"Quale posto prediligi?"
"Basta che sia un luogo remoto e per me siamo già a cavallo"
"Non sopporti la confusione?"
"Diciamo che gli assembramenti non fanno al caso mio..."
"Oh... sei per caso agorafobico...?"
"In un certo senso...."
"E come ti gestisci a scuola?"
"Sono abbastanza scaltro da individuare i momenti e zone meno affollate per cui posso uscire dalla classe ed entrare in un'altra senza troppi problemi"

Feci semplicemente un cenno con la testa e continuammo nel silenzio del posto fino a quando raggiungemmo una zona in cui c'erano abbastanza rami e pezzi di legno caduti a terra probabilmente a causa del temporale di qualche giorno prima, fortunatamente erano asciutti per cui idonei per alimentare il fuoco che ci avrebbe fatto compagnia alla sera. In quel momento mi accorsi che il sole cominciava a fare il suo corso verso ponente e voltai lo sguardo al cielo non accorgendomi che avevo messo il piede su una roccia su cui era rimasta ancora della rugiada della mattina che rendeva la superficie scivolosa; un senso di vuoto tanto quale che si prova quando distrattamente mentre si scendono le scale si manca un gradino non sapendo se ci si fermerà al gradino successivo o si continuerà con uno scivolone dritti al termine delle rampe di scale.
Invece del duro freddo umido del terreno che mi sarei aspettata mi ritrovai in una posizione scomoda col corpo e il viso appiccicati al petto di Paul, il mio cuore batteva a mille per lo spavento di una possibile caduta, ma mi accorsi che il mi cuore non era l'unico a comportarsi così; dal torace di lui ne fuoriusciva un rauco suono di un respiro affannato sull'orlo di una crisi.
Sentii un dolore  crescente alle braccia, forse dal fatto che ogni momento che passava Paul stringeva sempre più la stretta: cercai di liberarmi dalla sua morsa rassicurandolo che stavo bene ma da lui ottenni una sola risposta:
"Non-muoverti"
Non traspariva nessuna emozione, quasi fosse una voce esterna a lui, e il fatto che si fosse espresso avvicinandosi al mio orecchio mi fece trasalire con brividi freddi lungo las spina dorsale.
"Paul...t-ti prego..."
Non si mosse di un solo muscolo, sentii un dolore come d'un graffio profondo, poi buio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 19, 2020 ⏰

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