Era arrivata l'ora di cena ed ero ancora in camera mia. Sdraiata sul letto, con una mano posta al di sopra del mio ventre e lo sguardo perso nel vuoto, sul soffitto.
Bussarono alla mia porta ed immediatamente portai la mia attenzione verso essa."Avanti" poco dopo la porta si aprì.
"Harry ti sta aspettando per la cena" era Louis.
"Digli che non ho fame" pensare mi aveva tolto l'appetito e, poi, non mi andava di vedere Harry.
Avrebbe alimentato ancora di più la mia sete di risposte alle molteplici domande che continuavano a torturati da qualche ora ormai."Avanti, che c'è?" si chiuse la porta dietro di se e si avvicinò al mio letto sedendocisi sopra.
"Non ho niente Louis solo, non ho fame" mi tirai su con il corpo.
"Allora la tua assente voglia di cibo ha un nome. È Harry non è così?" sorrise e ciò mi fece arrabbiare perché aveva pienamente ragione. Lui ce l'aveva sempre.
"È solo che è strano. Ogni singola cosa lui faccia è una parte angelo e un'altra parte pericoloso" alzai leggermente la voce.
"Harry non è facile da capire. Il suo..." roteai gli occhi.
"Il suo passato lo ha reso così. Si lo so già. Ma nessuno di degna di dirmi cosa lo abbia reso in questo modo" era il solito mantra. Il suo passato.
"Non spetta a me raccontarlo"
"E chi lo farà, Harry?"
"Devi dargli solo un po' di tempo. Devi capirlo" parlò dolcemente, poggiando la sua mano sulla mia gamba.
"Si, ma chi capirà me?. Io ho lasciato praticamente tutto solo per un suo capriccio. Non mi pento di niente solo che; non mi merito una spiegazione?"
"Certo tesoro" mi abbracciò. Qualche lacrima iniziò a solcare le mie guance.
"Te lo prometto, ne avrai una molto presto" continuò a dirmi stringendomi tra le sue braccia.
Era così confortante che sapevo di poter sempre contare su di lui. Era il mio migliore amico.
Erano passate circa quattro ore da quando Louis aveva lasciato la mia stanza.
Era circa mezzanotte e, ancora, non avevo cenato. Speravo solo che Harry non fosse arrabbiato con me.
Non era mia intenzione offenderlo ma sapevo che se avessi rivisto quelle iridi color smeraldo mi ci sarei persa ed avrei perso ogni controllo su di me e odiavo non essere la padrona di me stessa.
Stavo guardando fuori dalla finestra. Il cielo era così stellato quella notte. Mi chiedevo quanto, ogni stella, fosse distante l'una dall'altra.
Da piccola mi ero sempre immaginata come sarebbe stato toccarle e tenerle in mano.
Le immaginavo come dei piccoli puntini luminescenti. Una luce calda e bellissima.
Smisi di annegare nei miei pensieri nel momento in cui qualcuno bussò alla mia porta."Avanti" dissi continuando a guardare il manto stellato.
Sentì qualcuno dietro di me e non sapevo come o se mi stessi sbagliando, ma, sapevo che era lui."Non trovi che sia fantastico?" non lo guardai ma sentivo il suo sguardo bruciare sul mio corpo.
"Si lo è" disse lentamente e con enfasi. Mi voltai verso di lui trovandolo già a fissarmi.
Avevo la sensazione che non stesse parlando delle stelle. Le sorrisi e lui ricambiò."Non sei venuta a cena" mi allontanai dalla finestra e andetti a sedermi sul letto. Harry mi seguì e si sedette esattamente difronte a me.
"Non avevo fame" parlai duramente. Non lo guardai perché avevo paura che se avesse visto i miei occhi avrebbe capito che non era la verità.
"Perché ho la sensazione che mi stai dicendo una bugia?" mi mise una mano sulla mia e il corpo venne pervaso da una scarica di tanti brividi.
"Che sei venuto a fare?" cambiai discorso perché mi stava mettendo in soggezione.
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The Beauty and the Beast h.s
Fiksi PenggemarLe persone marcano il loro dolore proprio come le cicatrici che rimangono sul corpo. Ci distruggono, ci colpiscono, ci feriscono, ci fanno ammalare come se non ci fosse un domani. Lui portava le cicatrici che non avrebbe mai voluto mostrare a nessu...