CAPITOLO 2

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MATILDE


Ero ferma alla pagina 132 del libro di chimica da almeno quaranta minuti, tentando di capirci qualcosa, sempre più convinta del fatto che la chimica non fosse proprio il mio forte.

Il pomeriggio era passato molto velocemente in giro per Miami con le mie due migliori amiche, avevo raccontato loro di quanto strano fosse il nuovo arrivato, e Maggie se n'era uscita dicendo "sarà anche molto strano, ma devi ammettere che è incredibilmente sexy". Tipico di Margaret.

Sbuffai, scaraventando il libro dall'altra parte della camera, non ne potevo più. Decisi allora di fare una passeggiata per prendere un po' d'aria e rilassarmi dopo due ore di studio  matto e disperato. Erano le 21.05. Indossai un pantaloncino ed una canotta, ai piedi le mie immancabili converse bianche, raccolsi i capelli in una coda di cavallo, avvertii i miei genitori ed uscii di casa.

Mentre camminavo, una porche rossa mi affiancò ed il conducente abbassò il finestrino. Alla vista di Matthew alla guida dell'auto strabuzzai gli occhi e rischiai di soffocarmi con la mia stessa saliva. 

    "Che vuoi?" furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca, le pronunciai in maniera alquanto acida.

  "Ciao anche a te!" sorrise, era evidente che si stesse prendendo gioco di me.

Di tutta risposta, mi voltai e ripresi a camminare, decisa ad ignorarlo.

"Volevo solo chiederti scusa per come mi sono rivolto stamattina!" urlò alle mie spalle.

Mi fermai ma non mi voltai. Ammisi a me stessa che era stato un gesto gentile e maturo da parte sua, ma ero troppo orgogliosa per dimenticare l'accaduto e ricominciare da capo.

"Beh, ti ringrazio!" mi limitai a dire, poi ripresi a camminare.

In un certo senso mi aspettavo che scendesse dall'auto, che mi raggiungesse per parlare, per chiarire e fine della storia. Avrei tolto il broncio facilmente.

Ma lui non fece nulla di tutto ciò; semplicemente mise in moto la macchina e se ne andò.
Rimasi a dir poco basita. Era stato fin troppo educato nei miei confronti, ma nonostante tutto era riuscito lo stesso a ferirmi nell'orgoglio, a non darmi alcuna soddisfazione. Era la prima volta che qualcuno si comportava così con me e, se da un lato il suo atteggiamento mi portava quasi ad odiarlo, dall'altro lato quel ragazzo m'intrigava sempre di più.

Assorta nei miei pensieri, tornai a casa e andai a dormire.

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La mattina seguente, non appena arrivai vidi Cody in lontananza correre per raggiungermi:
  "Matilde! Aspettami, devo parlarti!" agitava il braccio in alto per attirare la mia attenzione.

MI fermai e lasciai che si avvicinasse, poi gli chiesi "Cosa c'è?"

"Beh, volevo scusarmi per come mi sono comportato ieri. Sono stato un vero stronzo."
"Già." mi limitai a dire. Dopo attimi di silenzio che sembravano durare un'eternità, continuai: "Scuse accettate. Buona giornata Cody."  sorridendo.

Lo superai, dirigendomi verso il mio armadietto.
In lontananza vidi Matthew intendo ad armeggiare all'interno del suo armadietto, che sfortunatamente (o forse no?) era proprio accanto al mio.

Decisi di ignorarlo.

Aprii il mio armadietto e posai al suo interno la borsa, mentre il moro accanto a me richiuse il suo e prima di andare via disse: "Buongiorno Matilde.", poi si voltò e si allontanò.

Rimasi interdetta, era un gesto che non mi sarei mai aspettata da parte sua. Pensavo che dopo l'incontro di ieri sera ci fossimo dichiarati guerra silenziosamente, ma a quanto pare non era così.
La campanella suonò, così mi affrettai a raggiungere l'aula di chimica. Una volta dentro, intravidi Matthew in lontananza, seduto all'ultimo banco. Senza esitare nemmeno un attimo, lo raggiunsi a mi accomodai nel posto accanto al suo.
  "Buongiorno anche a te." sorrisi.
Il moro non si voltò, continuò a seguire la lezione come se non mi avesse sentita. Rimasi nuovamente schockata, ma non dissi nulla.

Non appena la campanella segnò la fine della lezione, Matthew si alzò e se ne andò, senza incrociare il mio sguardo nemmeno una volta.

Rimuginai sull'accaduto per tutta la mattinata, decidendo che gli avrei chiesto spiegazioni.

Durante il pranzo lo intravidi in lontananza, seduto da solo in un tavolo in fondo alla mensa.

Iniziai a camminare a passo spedito nella sua direzione, infine mi sedetti esattamente di fronte a lui.
《Mi spieghi che problemi hai?》gli chiesi, sbattendo le mani sul tavolo.

《Come prego?》il moro alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, nonostante non si fosse accorto della mia presenza non sembrava minimamente spaventato dalla mia improvvisa e rumorosa entrata in scena.

《SIamo partiti col piede sbagliato. Decisamente. Diciamo che non sei stato molto cortese nei miei confronti ieri mattina. Ma poi, all'uscita da scuola, hai preso le mie difese con Cody. Ieri sera quando ci siamo incontrati casualmente, mi hai chiesto scusa ma te ne sei andato via quasi come se mi odiassi più di prima, stamattina mi hai salutata ma quando in classe ho ricambiato il saluto mi hai totalmente ignorata. Mi spieghi che problemi hai? Sei bipolare per caso? 》dissi, tutto d'un fiato.

Matthew scoppiò in una fragorosa risata: 《Hai ragione, siamo decisamente partiti col piede sbagliato. C'ho riflettuto ieri pomeriggio e mi sono ripromesso di chiederti scusa, così quando ieri sera ti ho vista da sola ho colto l'occasione per farlo. Stamattina ti ho salutata perchè i miei genitori mi hanno insegnato che il saluto è buona educazione, e anche tu sei stata educata nei miei confronti perchè hai ricambiato il saluto, anche se decisamente in ritardo. Ma ciò non vuol dire proprio nulla. Noi non siamo amici. Non ho risposto al tuo saluto perchè non avevo nulla da dirti, non ti conosco e non ci tengo a conoscerti, non voglio esserti amico. Sono semplicemente una persona educata e rispetto il mio prossimo, a partire dal saluto. Ma nulla di più.Come ti ho già detto ieri, MI SEI INDIFFERENTE.  Sono stato chiaro?》 rispose, con un atteggiamento estremamente rilassato, quasi strafottente.
Strabuzzai gli occhi,  mi ci vollero dieci secondi per assimilare le parole del moro.

   "chiaro. Chiarissimo."mi alzai e mi allontanai, senza mai voltarmi indietro.



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