2. Capitolo 2

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Ivory

"Fammi capire" Ashton inzuppò uno dei biscotti preparati il giorno prima nel latte caldo "La tua coinquilina per un anno non ti ha invitata al suo matrimonio?"

"Si, ma non ci stavamo simpatiche" Ivory imitò il riccio "E, nonostante la luna di miele cominci stasera e finisca tra dieci giorni, mi ha fatto sgombrare tutto entro oggi"

"Che ragazza antipatica"

"Non dirlo a me" la castana tirò su gli occhiali che le scivolavano sul naso "Comunque complimenti allo chef, questi biscotti sono deliziosi"

"Sei troppo buona, ma ti ringrazio"

"Sono seria, mi insegni un giorno?"

"Sarebbe un onore" le sorrise "Quindi verso che ora ti porto a prendere tutto?"

"Quando vuoi, lavoro oggi pomeriggio"

"Vado a vestirmi allora"

"Allora vado anch'io" sorrise lei bevendo il suo latte.

"Ti lascio il bagno libero tra un minuto"

Ivory annuì e posò la tazza nel lavandino e, dopo essere stata in bagno dopo Ashton, andò nella sua stanza a decidere come vestirsi per quel giorno.

"Secondo te fa freddo oggi?" si affacciò alla porta del ragazzo.

Lui la guardò: indossava solamente la maglia della sera prima con la quale aveva dormito e i suoi occhiali da vista a fondo di bottiglia, i capelli legati in una coda spettinata dal sonno come a tavola.

"Ehi?"

"Si, scusa" Ashton si riscosse schiarendosi la voce "Siamo a marzo, io direi che ti conviene vestirti pesante. Ancora l'inverno a Londra non è finito"

"Hai ragione" disse avvilita lei "È che avevo comprato una camicetta adorabile e non vedevo l'ora di metterla"

Il ragazzo ridacchiò vedendola tornare verso la sua stanza.

Ivory aprì l'armadio e, dopo aver infilato una maglia a maniche lunghe nera, infilò dei jeans neri e un maglione color crema.

"Quanto ti manca?"

"Mi devo solo legare i capelli e truccarmi" rispose lei andando in bagno a fare ciò che aveva appena detto.

Legò i capelli in due trecce e si truccò con solo del mascara e eye-liner fine.

"Pronta" infilò dei tronchetti neri dal tacco basso e prese la borsa dal fianco del divano "Andiamo?"

-

"Alla prossima gira a sinistra e ci siamo"

Ashton aveva le mani che sudavano freddo: moriva dalla voglia di portarla a Colne Valley o in un altro parco naturale dove poterla uccidere, spogliare, fotografare e possibilmente abusare del corpo come aveva fatto con l'ultima ragazza.

Ma c'era troppa gente per strada a sentire le urla di Ivory e troppa luce ad illuminare i loro volti e farli riconoscere da testimoni.

"Eccoci, fermo qui" disse Ivory "Puoi parcheggiare dietro a quell'auto gialla"

"Okay"

"Aspettami qui"

"O posso aiutarti a portare giù le scatole?"

"Volentieri" gli sorrise "Vieni" aprì il portone e chiamò l'ascensore.

"Ivory, avevo sentito che non abitavi più qui"

"Ehi Matt" lei salutò il giovane portiere "In effetti ho cambiato casa, sono tornata a prendere le mie cose"

"Oh, mi spiace"

"A me no, non sopportavo più Paris" disse lei facendo ridacchiare il ragazzo moro "Comunque ora devo salire, ci vediamo"

"Ci vediamo"

Ashton entrò in ascensore e si abbassò all'orecchio di Ivory "Gli piaci, lo sai?"

"Cosa? No" si mise una mano sul petto con fare sorpreso "Mi ha chiesto di uscire più di un centinaio di volte nell'anno che sono stata qui"

"E ci sei uscita?"

"Non è il mio tipo, ma ho sempre inventato scuse pur di non ferirlo"

Le mani del ragazzo si chiusero in due pugni, la rabbia stava prendendo il sopravvento.

"Arrivati"

Le porte dell'ascensore si aprirono.

"Di qua"

Ashton fece un lungo respiro e seguì la ragazza nell'appartamento.

-

"Grazie dell'aiuto"

"Non preoccuparti" disse lui posando l'ultima scatola a terra "Non avevi molte cose"

"No, quando sono andata via da casa di mio padre ho lasciato tanto là, volevo viaggiare leggera"

I due si sedettero sul divano.

"Allora?" chiese lei girando la testa verso Ashton.

"Cosa?"

"Non mi racconti niente di te?"

"Di che genere? Le cose basiche le sai"

"So solo che hai venticinque anni e che sei un web designer, non mi hai detto molto"

"Perché non c'è molto da sapere" rispose lui "Invece tu? Non so niente"

"Si invece" rise lei sedendosi con una gamba incrociata sotto di sé per vedere meglio il ragazzo "Sai che lavoro faccio e che lo faccio con mio padre e mia zia, sai che ho ventuno anni e che la mia ex-coinquilina è una stronza, cos'altro vuoi sapere?"

"Non so, cose tipo il tuo colore preferito" Ashton si sedette come lei.

"Non ti dirò il mio colore preferito"

"Il mio è il blu"

"Okay"

"E mi piacciono i cani"

"Buono a sapersi" ridacchiò lei "Dobbiamo pranzare, tra un paio d'ore devo essere a lavoro"

"Cucino io" si alzò lui allora "Stasera non ci sono a cena, e non so se torno a dormire"

"Nessun problema" sorrise maliziosa lei "Sei un ragazzo dopotutto"

Lui rise andando in cucina "Sei sveglia"





[Hola ragazzi/e!

Anche se non sembra, questo capitolo sarà molto importante a breve 👍🏼

Nello scorso capitolo non ho ricevuto commenti, neanche riguardo alle scene di violenza che ci saranno nei prossimi capitoli, quindi ho messo in ogni caso un'avvertenza.

Non ho molto da dirvi, solo di stare sintonizzati se volete vedere un Ashton come non lo avete mai visto (o forse si?😏)

Peter xx]

serial killer. || afiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora