3. Capitolo 3

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IN QUESTO CAPITOLO SONO PRESENTI SCENE DI VIOLENZA, SE LA COSA VI DA FASTIDIO SALTATE LE PARTI TRA I DUE ASTERISCHI (*)

Ashton

Era impazzito quando lei gli aveva detto che aveva mentito al ragazzo per non uscire con lui, odiava vedere i ragazzi venire respinti, soprattutto se quei ragazzi gli ricordavano se stesso.

Matt era un ragazzo poco più giovane e magro di lui, dai ricci castani scuro e dagli occhi color nocciola, mentre Ashton era più grosso fisicamente e dai ricci poco più chiari. Ma gli occhi erano gli stessi.

Quelli di un ragazzo troppo impacciato per essere voluto dalle ragazze, troppo timido per conquistarle.

E lui era così.

Fino al rifiuto di Jane Collins.

Era il pomeriggio tardo di un mese prima quando successe. Erano insieme per discutere di un progetto a cui lavoravano insieme per una pagina web, e lei era così bella con quelle sue lunghe onde castane e quei bellissimi occhi color smeraldo, la bocca carnosa color tortora appoggiata al bicchiere, ed Ashton non poté fare a meno di chiederle se le sarebbe andato bene di uscire quella sera per cenare insieme.

"Stasera? Non posso, devo uscire con mia sorella"

Ma lei non aveva una sorella, e ne era certo perché avevano parlato spesso nell'ultimo periodo e sapeva che Jane era figlia unica.

Così pagò il suo caffè ed uscì di fretta dal bar.

Era furioso per quella bugia, nonostante non fosse una cosa importante.

Salì in auto e strinse forte il volante, facendosi diventare le nocche biancastre per la pressione, e cercò di respirare regolarmente per calmarsi.

Non riusciva a pensare ad altro che a tutte le volte che lo avevano respinto perché ritenuto strano, inquietante o non all'altezza.

Prese a guidare per almeno un quarto d'ora prima di fermarsi in una strada buia nei pressi dell'Albert Bridge.

Scese dall'auto e si affacciò per vedere il Tamigi.

Era così invitante l'acqua sotto di sé, sembrava così fresca e gentile, pronta per accoglierlo e liberarlo dai suoi pensieri perversi e stupidi.

"Ehi? Stai bene?"

La voce di una ragazza lo fece riscuotere.

Si girò e la vide.

Le assomigliava tantissimo.

Lunghi capelli castani tenuti sciolti, occhi verdi prato e un sorriso rassicurante.

"S-si, ma credo di aver bisogno di una mano"

"Che ti serve?"

"Vedi, ho una brutta tendinite e non posso alzare pesi" mentì "E devo sistemare una cosa in auto, potresti aiutarmi?"

"Certo" le sorrise gentile.

"Grazie"

La portò fino alla macchina dove aprì il baule.

"Cosa devi sistemare?"

*

"Questo" Ashton sorrise abbassando il portello del bagagliaio sulla testa della mal capitata.

serial killer. || afiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora