5. Capitolo 5

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Ashton

Ashton si era appena svegliato quando sentì la tv in soggiorno annunciare "Trovato a Richmond Park il corpo di Marissa Jacobs, diciannovenne scomparsa circa un mese fa mentre tornava a piedi da lavoro"

Il ragazzo corse nella stanza accanto e si appoggiò alla spalliera del divano con entrambe le mani.

"Ti ho svegliato?" chiese Ivory.

"Alza il volume" rispose lui senza calcolarla troppo, fissando le immagini in televisione, le stesse che lui aveva fotografato quando il corpo era ancora caldo e integro.

"-ha subìto un trauma cranico, ma la morte è stata per strangolamento" continuò il giornalista.

"Dimmi che le altre due stanno bene" mormorò Ivory quando il servizio finì "Mi è passato l'appetito"

"Non vuoi fare colazione?"chiese allora lui guardandola dall'alto.

"Ho lo stomaco chiuso a vedere quelle immagini"

"Mi dispiace, non dovrebbero far vedere cose cruente a quest'ora di mattina"

"Non dovrebbero farle vedere in generale" disse lei posando gli occhiali da vista sul tavolino da caffè e massaggiandosi le tempie.

Poi Ashton si sedette al fianco di Ivory vedendole le spalle alzarsi ed abbassarsi velocemente "Stai piangendo?"

"La prossima potrei essere io"

"Ho promesso che ti avrei tenuta al sicuro" allargò le braccia e lasciò che la ragazza affondasse nel suo petto "Mantengo le mie promesse" sorrise sapendo di stare mentendo.

Nonostante fosse abbastanza alta, Ivory era rannicchiata tra le braccia di Ashton come se fosse una bambina.

"Ssh, sei al sicuro con me" le sussurrava all'orecchio cercando di farla smettere di piangere.

Lui era un serial killer, doveva mangiare per poter continuare la sua attività, non poteva pensare ad una ragazzina spaventata.

"Vuoi che ti porti a letto? Credo che tu debba riposare"

"Faccio da sola" alzò la testa lei.

Ashton la guardò negli occhi.

Avendo appena pianto erano ancora più espressivi, il verde sembrava ancora più acceso a causa del rossore e più lucido per le lacrime versate.

"Grazie" gli sorrise lei alzandosi ed afferrando gli occhiali.

"Quando vuoi"

Ivory si alzò e camminò verso la porta della zona notte, mostrando al castano il didietro rimasto scoperto dalla maglietta.

'Che culetto' pensò.

"Se sto ancora dormendo, mi svegli per pranzo?" si girò lei appoggiandosi alla porta.

"Certo"

"A più tardi"

-

Dormiva nel suo letto, ormai scoperta dal piumino verde menta e la maglietta alzata fino a sotto il seno, che usciva leggermente.

Non pensava che lei fosse una che dormiva sulla schiena considerando il carattere piuttosto chiuso che aveva, pensava invece che fosse il tipo da dormire appallottolata su se stessa per proteggersi dagli altri.

Doveva svegliarla, ma stava lì a scrutarla.

Adorava le curve che il suo corpo disegnava con quel seno non eccessivamente prosperoso e il sedere sodo, passando dalla vita stretta.

Il viso dolce e fine con quelle labbra rosee socchiuse per respirare a causa del naso rosso che le si era tappato pochi giorni prima perché sorpresa dalla pioggia improvvisa di Londra, gli occhi che lui amava chiusi nel sonno pesante che la ragazza aveva, e lo sapeva perché lui aveva bussato prima di entrare.

Le lunghe trecce castane le ricadevano ordinatamente sul petto nonostante la posizione morbida del corpo, mentre qualche ciocca era sfuggita nel sonno e si posava dolcemente sulla fronte e viso della ragazza facendola sembrare l'opera di un pittore realista.

Le gambe candide e longilinee, che il castano immaginava fossero morbidissime al tatto, piegate una sotto all'altra come se fosse una ballerina. Ma dopotutto lei lo era quando era piccola, glielo aveva detto a tavola il giorno prima e ricordò che lui aveva riso immaginandola con un tutù rosa fenicottero, come lei stessa aveva definito il colore.

Le piccole mani dalle unghie curate e smaltate di rosso scuro erano morbide ai lati della sua testa, le braccia coperte dalle maniche a tre quarti della maglia spiegazzata.

"Dio se sei bella" sussurrò spostandole una ciocca di capelli dalla fronte.

Ivory mugolò qualcosa nel sonno che Ashton non riuscì a capire così, col sorriso, le mise una mano sulla spalla e iniziò a scuoterla piano "Ivory, si mangia"

-

Erano quasi le 3am quando Ashton, finalmente, chiuse il computer per andare a dormire.

Tolse la maglietta che teneva in casa per non mettere Ivory in imbarazzo e, con gli occhi che bruciavano a causa del monitor troppo luminoso nonostante fosse al minimo, si stese.

"Buonanotte Ashton" mormorò a se stesso mettendo gli occhiali da vista sul comodino.

Stava per chiudere gli occhi, quando una sagoma illuminata dalla luce che proveniva dalla finestra entrò nella sua stanza "Sei sveglio?"

"Si, che succede?"

"Non riesco a dormire, ho l'immagine della ragazza di prima in testa" spiegò piangendo "Posso dormire qui?"

"Certo, vieni" si spostò verso su materasso ad una piazza e mezzo "Preferisci stare tu accanto al muro?"

"Sto bene qui, grazie" sorrise tra le lacrime "Buonanotte"

"Buonanotte" disse lui sorridendo.

Ora aveva la sua fiducia, sarebbe stata una passeggiata portarla dove nessuno poteva sentirla urlare.

[A/N

Holaaaa

Gli aggiornamenti inizieranno ad essere un po' più diradati, così ho più tempo per riguardare e migliorare la scrittura 😊

Questo capitolo è molto descrittivo e con pochi dialoghi, ma spero sia di vostro gradimento perché io mi sono divertita a scriverlo 😁

Fatemi sapere i vostri pareri buoni o cattivi che siano, mi fanno piacere in ogni caso,
Peter xx]

serial killer. || afiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora