Another Love

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Il criterio con cui, solitamente, scelgo quali pezzi far ballare ai ragazzi è semplice: vado a gusto, sono abbastanza egoista da questo punto di vista.
Opto sempre per ciò che mi piace, perché per insegnarlo e trasmettere sensazioni è necessario entrarci con tutte le scarpe, o forse a piedi rigorosamente nudi.
Durante la mia carriera di ballerina, ho avuto modo di conoscere i brani più disparati, per forza di cose, proprio perché questa professione richiede costante voglia di mettersi in gioco e di conoscere, e ti spinge ad ampliare i tuoi orizzonti e far tuoi i vari testi proposti.
Ascolto molta musica, mi aiuta a viver meglio qualsiasi situazione nella quale sono implicata, a distendere i nervi che, soprattutto in questo periodo dell'anno, sono a fior di pelle, e a comunicare con chi si diverte imperterrito a mandare frecciate via Instagram.
Qualche didascalia ben piazzata ogni tanto serve, eccome se serve.
Non mi va che lui pensi che non sia in grado di ribattere, e neanche che solo provi a sfiorarlo l'idea che io possa rimanere indifferente a questo scambio di energia ai limiti della decenza.
Lasciar la sua stanza d'albergo è stata un'impresa: così disarmato davanti al mio sguardo insistente, così lacerato dai sensi di colpa, dai ripensamenti.
Avrei voluto stringerlo.
Forte, talmente forte da sentire la sua pelle sotto la mia.
Il suo cuore incastonato nel mio torace.
Con infiniti nodi in gola quando ci scontriamo, e a pieni polmoni, spalle alla porta, una volta fuori dal campo visivo l'una dell'altro.
Quando mi ha comunicato di voler lasciare la scuola, ho creduto di cedere: come mandare in malora tutto ciò che mi sto sforzando di trattenere pur di non tornare la donna con cui lui ha avuto a che fare al di fuori, la donna che gli ha carezzato la fronte e baciato i lividi.
La donna che gli ha leccato le ferite, ricucendole con le proprie forze, come ha potuto.
Quando vi è qualcuno in grado di farti vacillare e dubitare di ogni certezza avuta fino a quel momento, o è tuo figlio, o è l'uomo della tua vita.
E quando, presumibilmente, pensavi di aver già scelto la persona più giusta, ed invece hai solo sforato di ventisei anni?
Che si fa in questi casi?
La soluzione apparentemente possibile sembra esser la più ovvia: ci si accontenta, e si paga in silenzio l'errore, divorati dal rimpianto di trascorrere anche solo un minuto del tuo tempo, lontano dalla persona a cui davvero appartiene la parte più pura e machiavellica di te.
E mentre ti aspetta, tu sei stesa sul tuo divano, in una casa ben arredata, a domandarti in quale modo tu possa fargli capire una volta per tutte che credi davvero che il corpo sia il vostro più grande limite, e che l'anima sia solo infinitamente prigioniera ed incapace di ribellarsi.
Perché credo che tu ne abbia bisogno ora: sentirmi vicina, addosso, nuda e succube della tua luce d'anima dannata è ciò che bramiamo entrambi da quando hai messo piede in questo programma così sfinente.
Graffiami, la schiena, i fianchi, lo stomaco, fammi sentire quanto male ci stiamo infliggendo per paura di non bastarci.
E tra coreografie a ritmo seducente, ed altre adatte a mettere in luce altri aspetti di te, si fa spazio ciò che siamo.
'Another Love' è la mia scelta, e spero un giorno non molto lontano possa essere di entrambi, perché credo all'amore, alle due di notte senza sonno, ai passi incerti, all'incapacità di sostenere una conversazione senza urlarsi contro di non aver fatto abbastanza, agli sms cancellati per vergogna, ai pensieri impuri, al fastidio causato da altre mani sul corpo.
Ed è tutto questo che mi spinge, qualche minuto dopo a riuscire di nuovo dalla mia abitazione, di fretta, sbattendo la porta, battendo sonoramente i tacchi neri sul pavimento del corridoio che precede l'arrivo in ascensore, e mi permette di chiamare la produzione biascicando un distratto 'Andreas Muller in sala 4 tra dieci minuti'.
Riattacco perché, cazzo, non c'è davvero molto altro da aggiungere.
'Buongiorno, Prof' urlano in cori alcuni partecipanti, vedendomi arrivare.
Un appena accennato gesto di saluto, niente di più.
Ho altro a cui pensare, non voglio permettere a nessuno di invadere la sfera emotivamente devastante nella quale sto fluttuando e nella quale mi sto impegnando a rimanere.
Sospiro.
Ci siamo.
Spera solo di trovarti lì dentro, altrimenti non risponderò di me, perché tutto si guasterà, e rimarrò la stessa di sempre, senza alcuno slancio di pietà.
Tu abbine di me.
Abbasso la maniglia nera, e sei qui.
Possente, a petto nudo.
Il perché ancora non lo so, spero sarai così gentile da spiegarmelo, ma più tardi.
'Ti ricordi quest'estate, no?' ti domando, diretta.
Probabilmente non te lo spiegherai, ma provvederò.
'Che cosa, di quest'estate?'
E mi colpisci forte anche tu, senza tregua, perché sei convinto sia solo il proseguo di una faida senza capo né coda, perché credi non ne abbia avuto abbastanza e sia qui a riscuotere ogni pezzettino della tua integrità.
'Non sono qui per discutere di nuovo.
Voglio che tu mi ripeta cosa ricordi di quest'estate' proseguo, come fossi pervasa da uno spirito sconosciuto.
Non te lo sai spiegare.
'Sei pazza?'
'Perché dovrei?'
'Veronica, non qui' ti affretti a dirmi, come volessi nascondere ciò che realmente vorresti dirmi.
'Tiralo fuori però, tira fuori quello che hai sulla lingua da quando ci siamo lasciati la prima volta, perché altrimenti non andiamo da nessuna parte' gli urlo.
'Possibile che non possa mai stare tranquilla con te?
Perché mi fai questo?
Ma non ti stanchi?' sembro quasi fuori di me, non durerò a lungo.
'Tu non sai quanto me sto a impegnà pe mantenè la calma, Veronica'
'E chi te sta chiedendo di farlo?
Chi?
Sono qui per sentirmi dire tutto quello che so te potrebbe fa sentì mejo'
'Non sarebbe giusto'
'Esiste qualcosa de giusto in tutto ciò che c'è tra di noi?
A me non sembra' e butta fuori tutto, che sono stanca di supplicare.
'So fermo a quella notte, alle lenzuola de quel letto, alla musica de sottofondo, al tuo seno caldo, alle mie labbra che non se sapevano fermà' sputi esasperato, e questa volta mi guardi per vedermi perdere l'equilibrio.
'E c'è un'altra cosa che non me fa sta tranquillo: Another Love' quasi lo sussurri, senza fiato.
'A proposito de questo..' E non termino la frase perché mi interrompi dicendomi 'so che vorresti vedermela riballare, da solo, darle un senso, vuoi sapere se ho capito, se ce sto anche io.
Se siamo fermi allo stesso punto, se posso proseguire da solo.
E come posso fa se senza de te io non me ce immagino?
Che senso c'è in tutto questo?
Perché c'è, vero?
Arriverà una fine, prima o poi?
Perché so stanco, stanco de vedettè entrá qui per insegnamme cose che so che al di fuori me faresti inparà mentre me baci piano la schiena, me carezzi le spalle, se sussurri correzioni all'orecchio.
E invece qui devi fa la stronza, perché è giusto così, ma giusto pe chi?'
Fammi respirare ancora.
'Ballala per me, allora.
In puntata, davanti a tutti, parlando però solo con me.
Di noi'
Dimmi di sì.

Come due pazzi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora