Capitolo 30

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Mi ricordo ancora quella notte, dopo aver visto quel film, avevo chiuso la porta a chiave spostando la scrivania per evitare che nessuno entrasse in camera, avevo chiuso la finestra nonostante fosse piena estate, ricoprendola con cartone, e infine mi ero vestita con i colori delle lenzuola, per mimetizzarmi. Inoltre non dormii tutta la notte andando a scuola con due occhiaie giganti che dovetti nascondere con trucco e occhiali da sole. Brad annuncia il titolo del film: scream. Poi con un sorriso che vorrei far scomparire con un bel destro, spiega:

-Praticamente è un film che ha come protagonista un uomo, travestito con una maschera inquietante, che va in giro di notte ad uccidere delle ragazze. E' un film veramente fantastico, ti fa venire i brividi.

Oh cazzo! Se io mi portassi i capelli davanti gli occhi, durante le scene spaventose, e facessi finta di guardare il film? Mi sembra un'idea fantastica, mi batto il cinque mentalmente e ribatto con tono rilassato:

-Ma si, che vuoi che sia...tanto è tutto finto.

Brad sorride: non mi piace per niente quel sorriso, è abbastanza, si, inquietante. Il film inizia con una situazione di quiete che piano piano diventa sempre più spaventosa. La luce si trasforma in buio, il giorno diventa notte, la musica tranquilla e calma si trasforma facendomi accelerare il battito cardiaco. I capelli non funzionano, così agguanto il telecomando con una velocità che flash mi invidierebbe e mi esprimo mordendomi il labbro:

-Ehm, vado un attimo in bagno...

Senza sentire una risposta corro nella piccola stanza dotata di un cesso, una doccia e un lavandino, rischiando di cadere a causa delle calze e rompermi la testa. Mi bagno il viso con l'acqua fredda, ce la posso fare, chissà se esistono in un mondo parallelo delle lenti a contatto che non ti permettono la vista e dei tappi invisibili nelle orecchie per non udire alcun rumore. Se esistono li voglio ora, esigo che un dio messaggero, possibilmente figo, arrivi in questo bagno tramite l'acqua del cesso e mi consegni quei due oggetti. E se provassi ad invocarlo? Mi inginocchio ai piedi del cesso e ci provo:

-O dio, tu che arrivi a salvare la gente povera come me, passando nell'acqua del cesso, portami a me quei due oggetti che desidero e sarò devota a te per sempre.

La porta si spalanca rivelando Brad, che scoppia a ridere appena vede la mia posizione; sono giunta ad una conclusione: io sono diversamenre normale. Brad incrocia le braccia al petto e si esprime con arroganza:

-Luce ammettilo che hai paura dei film horror.

Ho commesso un errore gravissimo: ho parlato ad alta voce! Dovevo usare la telepatia. Sbuffo e gli rispondo:

-Non è assolutamente vero, comunque veramente?

Con espressione confusa chiede:

-Cosa?

-Dai veramente? Io volevo vedere la fine del film, non puoi permettere che io non veda lo sviluppo e la fine, però se proprio insisti va bene.

Lui mi guarda sempre più confuso ed io continuo:

-Va beh dai, ti accontento, però a patto che la prossima volta sceglierò io il fim. Va bene? Sicuro? Ok perfetto, vado a cambiare il film.

Brad mi guarda con sguardo confuso e preoccupato per dei secondi, quando capisce quello che ho fatto, mi rincorre ed io comincio a correre verso la sala. Mi raggiunge e mi butta sul divano. Comincia a farmi il solletico e io mi divincolo sulla poltrona senza ottenere alcun risultato. Tra una risata e l'altra sento che Brad mi dice:

-Se vuoi che io smetta devi ammettere che hai paura degli horror!

Lo guardo in modo truce e porto le mie mani sul suo petto, facendole scivolare sotto la maglietta. Vado sempre più in alto, devo dire che non è niente male. Gli accarezzo i solchi dei suoi muscoli, fino ad arrivare ai capezzoli. Brad deglutisce ed io sorrido soddisfatta. Mi avvicino al suo orecchio e sussurro, muovendo le mani in modo circolare :

-Io non ho paura degli horror, semplicemente li trovo diversamente interessanti ed educativi, ok?

Lui annuisce sconfitto, rivolgendo le pupille verso l'alto, ed io propongo:

-Parliamo?

Mi siedo sulla poltrona e Brad non si mette sul divano, bensì fa aderire la mia schiena al suo petto avvolgendomi nelle sue braccia e risponde:

-Ci sto! Abbiamo tante cose da dirci, ora siamo amici...

Sorrido e cominciamo a parlare di tutto quello che ci passa per la mente. Ci addormentiamo poi, dandoci la buonanotte, sbadiglando. In fondo questo ragazzo non è così male.

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Come la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora