Per quanto mia madre sia convinta che il mio senso dell'orientamento sia pessimo, il mio gps interiore è senz'ombra di dubbio migliore del suo. Per questo, nonostante i suoi prognostici, giungo a casa sana e salva. O meglio, giungo davanti alla casa sana e salva. Perché si da il caso che nel momento stesso in cui metta piede nella mia stanza, i cavernicoli decidano di uscire.
Sento i loro passi che si avviano verso il corridoio, quindi mi rintano nella mia camera, chiudendomi lì dentro. Non ho la minima intenzione di ritrovarmi le loro facce davanti.
-Allora, non ce la fai conoscere? – Sento chiedere da un ragazzo che si avvicina alla porta della mia stanza.
In un battibaleno, mi allontano dalla porta e mi tuffo a pancia in giù sul letto, fingendo di star cercando qualcosa sul mac.
-A dire la verità non so nemmeno come si chiama. Hey terzo dito, possiamo entrare? – Chiede Kyle bussando alla mia porta.
Sbuffo contrariata. Ci manca solo un club di cavernicoli e posso definitivamente dirmi morta.
-E dai terzo dito, ti abbiamo vista rientrare. Non ce l'avrai ancora con me per poco fa! Stavo scherzando. Tra l'altro, ti ho ceduto la mia stanza dei giochi, quindi dovresti essermi pur un minimo riconoscente!
Gli altri ragazzi scoppiano a ridere, quindi Kyle precisa.
-La stanza in cui tenevo i giocattoli da bambino, hai presente le macchinine, i lego, i robot...
-Ah, e va bene! – Esclamo spazientita, spalancando la porta.
Mi ritrovo davanti quattro tizi di una spanna più alti di me, spalle larghe e muscolosi. Li osservo con attenzione, studiandoli com'è mio solito fare.
Uno di loro è moro ed è il più magro del gruppo. Ha una faccia simpatica, ma sono certa che sia un grandissimo stronzo. Un altro è biondo, ma i suoi capelli sono visibilmente tinti: più che biondi sono color platino e non fa altro che mordicchiarsi il labbro nel vano tentativo di trattenere le risate. L'ultimo è biondo naturale ed è l'unico a non ridere. Mi fissa quasi con aria di sfida e, lo ammetto, mette quasi in soggezione. I suoi occhi azzurri sono troppo chiari e la mascella squadrata gli dà un'aria severa. Beh carissimo, se speri di intimidire me sei proprio fuori strada.
-Piacere, Zoe Caroline Jane Martin, QI superiore al vostro e particolarmente impegnata in questo momento. Felice di aver fatto la vostra conoscenza, ma ora devo andare – dico dopo il mio veloce esame.
Faccio per chiudere di nuovo la porta, ma Kyle me lo impedisce frapponendo un piede tra la porta e lo stipite.
-Ti hanno mai detto che sei un tantino isterica? – Mi domanda.
-Ti hanno mai detto che sei un idiota? – Chiedo di rimando.
-Hey hey, ragazzi. Cos'è tutto quest'odio? – Domanda il ragazzo con i capelli neri.
-Ascolta, sappiamo bene che Kyle può essere parecchio irritante qualche volta, ma ciò non significa che siano tutti come lui. Piacere madamoiselle, io sono Logan – mi dice, prendendo la mia mano e baciandone il dorso.
-Sì, il piacere è tutto mio – rispondo ritirando la mano. –È sabato sera. Non avete intenzione di uscire?
-Visto amico, te l'avevo detto che sarebbe voluta venire con noi! – Esclama un altro dei suoi amici.
Spalanco gli occhi.
-Oh, no. Assolutamente no.
-E dai Caroline, spassatela un po' con noi. Non sai quante ragazze sognano da una vita un "ciao" da parte di uno solo di noi ed ecco che tu, in un solo giorno, hai la fortuna di trovarti alla presenza di tutti e quattro – mi dice Kyle.
Sono praticamente sicura che abbia usato il mio secondo nome di proposito.
-Allora pensate a rendere fortunata un'altra ragazza – dico loro, salutandoli con la mano.
Ma Kyle non accenna a spostare il piede.
-Su Jane, fallo per il tuo nuovo fratellastro – continua a dire, facendo sporgere il labbro inferiore rendendosi, secondo lui, adorabile.
-Fammi pensare... no. E ora scusatemi, ma devo fare una telefonata.
Finalmente Kyle sposta il suo piede e posso chiudere la porta.
I ragazzi continuano a chiacchierare divertiti, ma li sento allontanarsi e sospiro per il sollievo. Un paio di minuti dopo sono già per strada e posso tranquillamente uscire in corridoio.
-Zoe, è pronta la cena! – Mi chiama mia madre dal piano di sotto.
-Mamma non ho fame. Vado a fare una doccia – le dico.
In realtà il mio stomaco sta brontolando da almeno un paio d'ore, ma non ho la ben che minima voglia di cenare con lei e Max, né di mangiare pollo.
Così mi chiudo nel bagno, approfittando del fatto che non ci sia nessun maniaco per casa che possa aprire la porta dato che la chiave non è ancora riapparsa.
Quando entro nella doccia, mi sento finalmente rigenerata. L'acqua calda mi rilassa e per qualche istante posso fingere, se tengo gli occhi chiusi, di essere ancora a casa mia. Resto sotto la doccia per almeno mezz'ora, cercando di lavare via tutta l'ansia e il nervosismo. Poi indosso il mio accappatoio e spanno con la mano il vetro dello specchio, incontrando il mio riflesso. Pettino i capelli rapidamente, dopodiché attacco il phon alla presa. Ma non appena lo accendo, una nube di polvere mi finisce in faccia, accecandomi. I miei occhi iniziano a bruciare e tossisco dato che la polvere mi è finita anche in gola. Spengo subito l'asciugacapelli e mi scaravento sulla porta.
Non posso crederci! Hanno messo del borotalco nel phon!
-Idioti! – Sbraito.
Provo ad abbassare la maniglia, ma ogni tentativo è inutile.
Però riesco a sentire delle voci in corridoio, delle voci che ridono. I cavernicoli sono tornati e hanno chiuso la porta a chiave, da fuori!
-Deficienti, aprite subito questa porta! – Urlo.
Non smettono di ridere mentre continuo a tossire. Lo sapevo, lo sapevo che non sarebbe finita bene! Giuro che se li avessi sotto mano in questo momento non so cosa farei con i loro cervelli vuoti!
Urlo spazientita e mi sciacquo la faccia nel tentativo di attenuare il bruciore agli occhi. Poi mi viene un'idea.
-E dove avete nascosto il mio accappatoio? Non posso mica uscire nuda! – Esclamo.
In quello stesso istante, smettono di ridere. Sorrido: come sono prevedibili...
Dopo qualche secondo, sento lo scatto della chiave che gira nella toppa e aprono. Peccato che non mi trovino affatto nuda.
Rivolgo ai quattro idioti un sorrisetto arrogante, quindi avanzo, uscendo dal bagno.
Mi avvicino a Kyle e gli do uno schiaffo.
-Questo è il secondo della giornata – gli dico.
Lui porta una mano alla guancia, aggrottando la fronte.
-Perché l'hai fatto? – Mi chiede.
-C'è da chiederlo?
-Sei un po' violenta, Jane.
Anche stavolta, gli mostro il terzo dito mentre entro nella mia stanza. Troverò un modo per fargliela pagare. A tutti e quattro.
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RomanceIN TUTTE LE LIBRERIE Storia vincitrice italian writers award 2017 categoria "Best Popular story" "C'era una cosa che avevo sempre saputo: non sarei mai potuta essere la protagonista di una storia" In cui una ragazza sarcastica (parecchio), melodra...