6. In cui rischio di morire

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-Kyle, datti una mossa! – Sbraito il lunedì mattina bussando come una forsennata alla porta della sua stanza.

È il mio primo giorno in una nuova scuola, devo andare in macchina con lui e cosa fa? Se la prende comoda, come se niente fosse!

-Kyle, è tardissimo!

Finalmente si degna ad aprire la porta, esibendosi in uno sbadiglio.

-Jane, cosa vuoi? – Mi chiede poi, gli occhi ancora semichiusi.

Lo osservo con orrore.

-Cosa voglio? Come sarebbe a dire cosa voglio? Dobbiamo andare a scuola, le lezioni iniziano tra venti minuti!

Kyle mi osserva come se non capisse.

-Che giorno è oggi? – Mi chiede poi, la voce ancora assonnata.

È vero che al peggio non c'è mai fine, ma dubito che sarebbero state molte le opzioni di un "peggio" rispetto a Kyle Thorne.

-E' lunedì. Vuoi vestirti?! – Gli dico, dato che come sempre è soltanto in boxer.

-Va bene va bene, mi vesto. L'ho detto che sei un tantino isterica. Ma che ti sei messa?

Osservo la mia felpa ampia con il simbolo dei doni della morte di Harry Potter.

-Cos'ha che non va la mia felpa? – Gli domando.

-Sembri un maschio, di quanto è larga! E poi cosa sei, una degli illuminati?

Ha appena paragonato il simbolo dei doni della morte agli illuminati. Ma cosa diamine devo aspettarmi da uno come lui?

-Senti, come mi vesto io non deve assolutamente interessarti. Muoviti! – Dico, poggiandomi allo stipite della porta e osservandolo.

-Voglio un po' di privacy.

-Non puoi chiedermi la privacy se dovremmo già essere in macchina, tra l'altro, sei già praticamente nudo. Forza, vestiti!

Lui sbuffa.

-Va bene, mamma... - mormora, estraendo dall'armadio una maglietta a maniche corte e un paio di jeans.

Dopodiché mi si avvicina.

-Devo andare al bagno – mi dice.

Alzo gli occhi al cielo, ma mi scosto per lasciarlo passare.

-Sbrigati!

Morale della favola, usciamo da casa cinque minuti prima del suono della campanella.

-Caroline, rilassati – mi dice mentre entriamo nella sua auto e mette in moto.

-Senti, dacci un taglio. Mi chiamo Zoe, capito? Z-O-E. Tre lettere, non è difficile.

-Non mi piace il numero tre. Mi ha sempre portato sfiga. Quattro invece è il mio numero preferito, sai Jane?

Ma perché?

-Allaccia la cintura – mi dice poi, rivolgendomi un sorrisetto sarcastico.

Oh santo cielo.

Alla velocità della luce, allaccio la cintura e un attimo dopo Kyle sta sfrecciando per le strade, guidando come un matto.

-Kyle, non so se la cosa ti è sfuggita, ma non ci troviamo in un film di "Fast and furios"! – Esclamo con occhi spalancati, figurandomi già la mia morte precoce.

Sarebbe tragica. Molto tragica. Insomma, non avrei vissuto nemmeno un quarto della mia vita, per non parlare della mia lista dei libri da leggere prima di morire che rimarrebbe lì, in attesa di essere trovata da qualcun altro.

-Sbaglio o non vuoi arrivare in ritardo il tuo primo giorno? – Mi chiede Kyle, il solito ghigno dipinto in volto.

Per Zeus!

-Attento! – Esclamo quando vedo che ad un semaforo è scattato il giallo.

Ma naturalmente, Kyle Thorne passa comunque.

Porto una mano davanti agli occhi.

-Chi diamine ti ha dato la patente?!

-Non ricordo il suo nome. Era una signora piuttosto anziana, ma le ho fatto subito simpatia. Nessuno resiste al mio fascino.

-Pensa a guardare la strada!

Il viaggio sembra durare un'eternità, eppure Kyle parcheggia nel viale della scuola alle 7:59. Esattamente un minuto prima del suono della campanella.

-Visto Caroline? Perfettamente puntuali – mi dice slacciandosi la cintura e facendomi l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, poi apro lo sportello e mi sbrigo a scendere dall'auto.

Gli stessi tre ragazzi di sabato si avvicinano a Kyle, gli battono il cinque e tutti e quattro, indossati gli occhiali da sole, mi si avvicinano.

-Zoe cara! Come va? – Mi chiede il tizio che si era presentato l'altro giorno, il moro. Cavoli, come si chiama? Logan, ecco!

-Tutto bene – gli dico, sistemando lo zaino sulla mia spalla leggermente a disagio.

Leggermente a disagio perché questo è il mio primo giorno in una nuova scuola e tutti gli studenti nel parcheggio, dicasi tutti, mi stanno fissando dato che sono arrivata con il mitico, fantastico, strabiliante Kyle Thorne.

Sento la campanella suonare, allora fisso il mio caro fratellastro con una certa urgenza. Lui alza gli occhi al cielo.

-Hai già l'orario delle lezioni? – Mi chiede.

Gli mostro il foglio e me lo strappa di mano, leggendolo con aria annoiata.

-Hai biologia con me a prima ora. Andiamo piccoletta, non ti farò arrivare in ritardo – dice.

Prova a circondarmi le spalle con un braccio, ma io lo fulmino con lo sguardo.

-Non ci provare – lo metto in guardia.

Lui solleva le mani in segno di resa e finalmente ci incamminiamo tutti verso l'interno della scuola. Il tizio biondo con gli occhi chiari però continua a fissarmi. Questo tipo ha qualche problema. Ricambio il suo sguardo inarcando il sopracciglio e, per tutta risposta, lui solleva un angolo della bocca in un sorrisetto sarcastico, scuotendo la testa.

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