F i o r e

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Sono nato in primavera,
Gracile e fragile, sotto il timido sole
Di un aprile instabile.
Tutti in compagnia, io in disparte,
Abbracciavo la luce inafferrabile e l'arte
Mi salvava. Mi riempiva di orgoglio, il pittore
Mi dipingeva, il poeta mi descriveva, vivevo
Immortale su tele e pagine.
Nonostante fossi speciale, rimanevo da solo,
Ero un fiore diverso da tutti, diverso da loro.
Un giorno una ragazza mi vide, aveva
Gli occhi lucidi, affossati, una voce che trema,
Si chinò su di me, mi usò dolci parole, mi accarezzò il viso e mi si strinse il cuore.
Mi colse con cura, fu una strana sensazione,
Faceva male lasciare la mia nutrice terra.
Mi regalò una dimora più bella, lontano dagli altri fiori,
Vicino ad una donna
Su un letto d'ospedale.
Mi presentò a lei, sperò che la aiutassi a guarire semplicemente
Col mio particolare apparire.
Passarono i giorni, vidi il dolore negli occhi di tutti
Quelli che la donna andavano a trovare.
Sentii le forze abbandonarmi,
Sentii le forze abbandonarla.
Il giorno che si spense io appassii,
Fu per entrambi inadatta ormai questa dimora,
Ce ne andammo sotto gli occhi di chi
Ci vide splendenti, ci vide morenti, e con le lacrime in gola
Non ci lasciò mai soli qui.

P i l l o l eDove le storie prendono vita. Scoprilo ora