|Capitolo 1|

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Nella foto: Amethyst.

Am si svegliò per prima per cui iniziò a camminare in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, magari qualche frutto o bacca commestibili. La ragazza e il suo amico avevano scoperto in un modo orribile come differenziare il cibo: commestibile e non. Un uomo sulla mezza età era morto proprio davanti ai loro occhi mangiando del cibo con un liquido giallasto al suo interno. Un'altra donna era morta poco tempo dopo per lo stesso motivo, per lo stesso liquido giallo. Mentre camminava scorse un cespuglio di bacce tendenti al rosso, le aprì e ne fuoriuscì qualcosa del medesimo colore. Erano commestibili. Ne prese il più possibile e le poggiò accuratamente detro il cesto da lei creato, dopodiché tornò alla pietra dove la sera prima aveva dormito con Ben. Quest'ultimo la stava aspettando mentre si stropicciava gli occhi e sbadigliava in modo poco fine.
Gli uomini, pensò tra sé e sé.
《Ben, Ben! Su, alzati. Ho portato la colazione.》 Il sorriso smagliante le contornava il viso illuminato dai primi raggi del sole. Gli occhi, quando compiva questo gesto, le si chiudevano in due piccole fessure nere quasi da non poter distinguerne la pupilla. Quando invece iniziò a mangiare con gusto quelle bacche cosi prelibate le fessure si aprirono dando vita a un gioco di tonalità violacee in contrasto con la luce, sempre proveniente dal sole.
《Piccola se mangi così in fretta poi starai male.》 Ben era così premuroso con lei, si preoccupava della minima cosa che potesse accaderle. Era cosi dolce che il sorriso di lei si aprì ancora di più rivelando i bianchi denti.
《Suvvia non c'è bisogno che tu faccia così, non sono più una bambina.》Nonostante le dicesse spesso queste parole la ragazza adorava la premura del suo amico, l'aveva sempre protetta in tutte le situazioni.
《Resterai sempre la mia bambina, lo sai vero?》Disse stringendola un po' a sè.
Ben adorava questo suo lato piccolo, quasi innocente. Am sembrava, in molte situazioni, una piccola bimba a cui va insegnato tutto mentre quando si trattava di mantenere il sangue freddo o fare un discorso importante ella era la persona più matura e responsabile del mondo, quasi più di lui.
《Lo so, lo adoro..》
Finita la colazione iniziarono a camminare in cerca di quella città menzionata da Ben, li, a sua detta, avrebbero trovato cibo in quantità e riparo. Magari qualche vestito pulito e più caldo per la notte. Dopo ore arrivarono a destinazione. La città esisteva, o almeno era esistita. Grandi grattaceli in contrasto con le piccole case si elevavano al cielo quasi imponenti. Negozi qua e lá e macchine ormai abbandonate formavano una via lunga e interminabile a vista d'occhio. Il tutto erano solo macerie, qualche resto di qualche assurda battaglia. La polvere regnava sull'ossigeno e l'aria si faceva sempre più pesante. I ragazzi decisero di riposarsi dentro un negozio che ospitava grandi letti sporchi ma morbidi e comodi. Si addormentarono abbracciati, come la sera precedente. Il giorno seguente decisero di fare un giro di ricognizione per accertarsi che quei "mostri" non fossero nelle vicinanze. Erano creature fredde ma calde, Ben una volta si era trovato faccia a faccia con uno di loro e senza paura lo uccise. Entrambi i ragazzi erano stati addestrati in modo che, per qualsiasi evenienza, si sarebbero potuti difendere a dovere. Forse il padre adottivo sapeva cosa sarebbe successo, forse anche la madre lo sapeva. C'erano troppi forse che nessuno dei due riusciva a spiegarsi. La città sembrava vuota, nessun rumore rimbombava a parte il suono del vento caldo. L'odore che aleggiava nell'aria era putrido probabilmente dato dalla grande quantità di polvere che si spostava sulle strade vuote. Dopo poco trovaro un negozio che doveva essere stato un supermercato tempo addietro. Riuscirono a ricavarne qualche scatoletta di tonno, salsa di pomodoro e fagioli. Mangiarono un quarto delle cose trovate lasciandone la maggior parte per la sera.
《Guarda cos'ho trovato!》 Am stava indicando uno scaffale pieno di dolciumi che dovevano essere stati prelibati. 《Io provo ad assaggiare qualcosa》
Ben la raggiunse e senza dire una parola aprì una scatola di cioccolatini e ne ingurgitò uno. Quello che successe dopo fece ridere la ragazza a crepapelle: il suo amico aveva dipinta in volto un'espressione così disgustata che ella poteva benissimo percepirne il sapore tremendo.《Oh mio Dio che schifo》 disse sputando tutto. 《Ben ma che schifo potevi girarti almeno! Sei proprio maleducato》 la ragazza stava ancora ridendo con le lacrime agli occhi. La giornata passò velocemente. Amethyst e Ben tornarono al negozio dove avevano dormito la sera precedente ma qualcosa attirò la loro attenzione facendoli sobbalzare e nascondere dietro la finestra rotta dell'edificio. Un ragazzo se ne stava in mezzo alla strada con lo sguardo dritto davanti a sé. Il sole emanava una luce fioca un po' per la polvere e un po' perché ormai il crepuscolo era vicino, per quello dalla loro postazione riuscirono a intravedere alcuni tratti del ragazzo: egli aveva i capelli neri che arrivavano poco sopra le larghe spalle, un fisico statuario veniva coperto da quella che poteva essere una divisa interamente nera con alcuni particolari in pelle. Il viso era duro, con i lineamenti ben definiti e marcati. Gli occhi di un azzurro ghiaccio, un azzurro quasi non azzurro ma trasparente e bianco li stavano scrutando.
É un dio, pensò Am
《Questo ci ammazza, sta venendo nella nostra direzione Am. SCAPPA!》Ben la strattonò per il braccio ma lei non si mosse, era intenta a guardare quella figura che si avvicinava sempre di più a lei.

Spazio autrice:
vi avevo detto che il prossimo capitolo sarebbe stato più lungo :b
Cosa ne pensate?
E della nostra bella Amethyst?

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