Il gas

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Martedì 4 Aprile 2017
Ore 23.35

Mi sono appena coricata. La luce è ancora accesa di là in soggiorno, c'è mio marito che sta vedendo delle cose al computer.

Oggi è stata una giornata volutamente tranquilla. Ci siamo dedicati principalmente allo stare insieme, cercando di rivivere un po' la nostra quotidianità. Nessuna sveglia; una passeggiata al mercato; a pranzo dai genitori di lui e poi di nuovo in giro a salutare alcuni amici o persone care e a fare piccole commissioni utili al trasloco: abbiamo recuperato qualche scatolone; comprato il nastro da pacchi; i sacchi sottovuoto ed un pennarello che useremo per segnare il contenuto di ogni scatola che riempiremo. Poi, con l'imbrunire del giorno, siamo rientrati a casa.

Alla fine è stata una piatta e anonima giornata come tante altre che, nell'ultimo anno, abbiamo avuto modo di vivere. Tutto sembrava uguale a cento altre volte, se non fosse per quella consapevolezza costante: "Sta per finire".

E voi ora potreste anche dirmi che sono troppo tragica, melodrammatica ed apocalittica e forse avete anche ragione, ma non sapete del monito! Il monito. Ecco, ora vi racconto.

Giunti a casa, era ormai arrivata l'ora di cena e, come consuetudine, mi sono dunque accinta a preparare qualcosa da metter sotto i denti. La scelta è ricaduta su pasta al sugo di mare. Ebbene, ho finemente tritato l'aglio per il soffritto, l'ho bagnato nell'olio e ho acceso la fiamma a fuoco vivo; ho quindi unito i pelati ed insaporito il tutto; in ultima battuta, ho aggiunto i preparato di mare e messo su l'acqua della pasta. Fin qui tutto bene. Sembrava procedere tutto come da copione - l'acqua bolliva e il sugo era ormai pronto - fino al momento in cui il fuoco è cessato.
No, non alludo a retoriche di guerra! Non c'è alcun campo di battaglia, nessuno spargimento di sangue (solo di sugo)! Il fuoco è cessato dai fornelli.

Inutile ogni tentativo di far riprendere la bombola: il gas era ed è finito, e, lei, arrivata al capolinea. La linea di non ritorno, quella stessa che stiamo per varcare anche noi.

A pensarci, sembra che la nostra cara e fedele compagna l'abbia fatto per estremo atto di solidarietà: "Non voglio farvi sentire soli! O tutti o nessuno, quindi uno per tutti e tutti per uno! Diamoci un taglio, si cambia vita! Nuova linfa, un nuovo gas tutto da scoprire!".

Così, la nostra cara amica bombola, ha scelto - con un tempismo davvero strabiliante - che il tempo doveva essere finito.

È finita, non "Sta per finire". Perché anche se tutto sembra uguale, tutto è già irrimediabilmente diverso.

È stato un monito. Il suo monito: "Cari amici, abbiamo bisogno di nuovo gas!".

Per l'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora