Parte 7

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Giorno 7 continua

All'improvviso dal nulla, due braccia mi strinsero dinuovo nell'oscurità. Iniziai a combatterle quando fui colpita da un'inaspettata ma familiare voce.

"Hey hey hey... che è successo, stai bene?" Lauren mormorò sottovoce nel mio orecchio, con la preoccupazione che aumentava in ogni parola che diceva. Mi strinse ancora più forte a se, un braccio allacciato intorno alla mia vita e l'altro stretto protettivamente dietro il retro del mio capo. Non avevo l'energia o la volontà per spingerla via in quel momento e per quanto fossi ancora arrabbiata con Lauren mi sentivo al sicuro tra le sue braccia. Mi rilassai contro il suo corpo.

"Stai tremando," disse Lauren quasi come un sussurro. Involontariamente emisi degli altri singhiozzi strazianti contro la sua spalla. "Shhh, shhhh" sussurrò nel mio orecchio. "Ci sono io, stai bene."

Continuò in silenzio a stringermi tra le sue braccia, facendo passare i suoi polpastrelli attraverso i miei capelli mentre mi cullava leggermente da una parte all'altra nel tentativo di calmarmi in qualsiasi modo potesse. Quando finalmente i miei singhiozzi si fermarono lei parlò dinuovo "Ho seguito te e Harry quaggiù. Lui dov'è? Che cosa ha fatto?"

"Harry lui...io solo...gli ho chiesto di fermarsi." Balbettai incapace di mettere insieme le parole giuste nel mio stato emotivo, ma Lauren capì quello che stavo cercando di dire. Lei ora si allontanò per guardarmi direttamente negli occhi "Camila, ti ha fatto del male? Dov'è? Lo uccido, cazzo." Potevo sentire la rabbia nella sua voce.

"Non è andato oltre." Rassicurai la ragazza arrabbiata difronte a me.

Gli occhi di Lauren squadrarono il mio corpo, chiaramente volendosi assicurare che fossi fisicamente ok. I suoi occhi caddero sulla mia mano. Non avevo realizzato fino a quel punto quanto ero ferita. La alzò dolcemente nella sua rivelando due nocche molto gonfie e tendenti al livido che avevano completamente assorbito l'intero impatto del mio pugno con la faccia di Harry.

"L'ho colpito." Dissi rispondendo alla sua domanda non pronunciata.

"Brava ragazza." Rispose Lauren completamente impressionata. "Ci serve del ghiaccio," Annunciò, prendendomi per la mano non infortunata, conducendomi giù per il corridoio e attraverso la porta. Accese le luci rivelando una delle tante cucine della nave.

"Aspetta qui." Comandò Lauren, prima di sparire velocemente all'interno della cucina e ritornare un minuto dopo tenendo quello che presumo fosse una sorta di busta del ghiaccio presa dal freezer e avvolta da un panno sottile. Sollevò la mia mano gonfia nella sua cautamente e posizionò contro di essa il ghiaccio. "Dimmelo se sto premendo troppo forte."

La guardai mentre lei osservava intensamente la mia mano con così tanta preoccupazione sul viso. Come poteva preoccuparsi così tanto delle mie ossa e allo steso tempo essere così insensibile riguardo ai miei sentimenti. Ora non ero più tra le sue braccia e faccia a faccia con la ragazza che mi aveva ferito solo alcuni giorni fa, la rabbia che sentivo per lei iniziò di nuovo a bollirmi dentro.

"Per prima cosa domani devi denunciare quel pezzo di merda. Magari così suo padre sarà in grado di vedere oltre a quell'alone d'oro che pensa suo figlio indossi su quella piccola testa riccioluta." Lauren disse, guardando finalmente in alto per incontrare il mio sguardo.

"Sono sorpresa che voi due non andiate d'accorso. Siete sorprendentemente simili." Sbottai freddamente. Il dolore sul viso di Lauren come risultato alle mie parole fu immediatamente evidente.

"Non sono per niente come lui." Rispose Lauren, scuotendo la testa incredula.

"Usare le persone per ottenere quello che volete da loro. Non lo so, mi suona abbastanza familiare." Scherzai in risposta.

Lifeboat Lighthouse [TRADUZIONE ITALIANA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora