Capitolo 5

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Corse verso la sua casa.
Si sentiva una vera merda.
Aprii la porta, sentiva di doversi sfogare con qualcuno.
Ma non sapeva chi.
Buttó per caso con gli occhi il letto.
Si avvicinò. Vide un bigliettino con su scritto una frase:
"TI ASPETTO DENTRO LA FORESTA"
Non vi era scritto il nome del responsabile.
Nico pensò che forse era stato Cupido a lasciare quel biglietto dentro la sua capanna.
Uscii chiudendo la porta con due mandate e corse verso la foresta.

Si guardó attorno. Niente. Era solo lui, in quel piccolo spiazzo, senza erba ne fiori.Non c'era nessuno.
-Cupido ci sei?-
Nessuna risposta.
Gli vennero dei dubbi. Stava per ritornare sulla sua strada per andare al campo, quando una voce che aveva sentito altre volte lo fermò.
-Nico-
Si girò di scatto brandendo la spada.
-Thanatos?-
-Si, Nico. Sono io-
-Cosa ci fai qui?- chiese, rimettendo la spada al propio posto.
-Solo per parlare...
-Cosa vuoi?-
Nico andò dritto al punto, senza passare per vie ambigue.
Thanatos rimase zitto per alcuni minuti.
La notte era più buia del solito.
-Sai come nati io e Cupido?-
Nico corrugò le sopracciglia.
-No... Perché?-
-Afrodite, mia madre è nata dalla schiuma del mare, questo lo sanno tutti. Ma non tutti sanno che mia madre andò a letto con tuo padre.
Ade.
Nico prese la parola anche se non ne sapeva niente di tutto.
-Afrodite, quindi vi concepì.
Thanatos e Cupido.
Siete gemelli?-
Il dio annuì. Schioccò le dita, comparve in mezzo allo spiazzo un tavolino coperto da una tovaglia cerata e sopra di essa un set di porcellana per bere del the caldo.
Con vassoi stracolmi di panini dolci, sandwich, biscotti e dei shuffle appena sfornati.
Thanatos si mise seduto, prese la teiera e versó con calma il contenuto liquido sulle tazze.
-Quante ne vuoi di zollette?-
-Sono appena le dieci della sera, poi avrei anche il coprifuoco io!-
-Shhhhh, mettiti seduto e gustati queste prelibatezze.-
Il mezzosangue fece quello che aveva ordinato il dio.
Si mise seduto. Il dio gli diede la tazza fumante.
Nico prese delle piccole pinzette e fece cadere due volte una zolletta.
Era veramente strano che due ragazzi bevevano del the alle dieci della sera e poi dentro una foresta piena di mostri e spiriti.
Ma emanavano così tanta morte, loro due, che i mostri neanche dandogli delle monete d'oro non si avvicinavano in quello spiazzo.
Ne bevve un sorso. Sapeva di vaniglia.
Era inebriante, era come il nettare.
-Stavamo dicendo.-
Thanatos prese un panino dolce e gli diede un piccolo morso.
-Io e Eros, siamo gemelli con due aspetti diversi.-
-Tu custodisci la morte e lui l'amore.-
Si intromise Nico.
-Si, diciamo.
Lui sorveglia l'amore e la comanda. Fa nascere qualcosa.
Io sono la controparte. Uccido le persone e le lascio libere.
Certe volte io e lui siamo in contrasto.-
-A wow. Sei la controparte quindi...
-Si- disse Thanatos.
-Sai che siamo i benefattori della morte?-

Nico Di Angelo E I DONI DELL'EREDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora