- Capitolo 21 -

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Mi asciugo le lacrime e vado dritta in casa, le parole di Maurizio su me e Leo che mi rimbombano in testa. 
E non sono le sue, anche quelle di Nicole e Simona non fanno che aumentare la voragine di pensieri che mi sta divorando mentre salgo lentamente le scale. 

Ma la vera domanda che mi sorge è: e io cosa voglio?
Continuo davvero a vedere Leo come un amico, anche dopo che mi è stato accanto con la gravidanza e tutto il resto. 
Non so bene come, ma mi viene in mente una frase che mi aveva detto Nicole: i migliori amici sono come una coppia, ma senza la parte divertente come il sesso e i baci. E poi ci sono gli amici di letto, loro hanno la parte divertente della relazione ma senza legami. 

Forse non si sbagliava così tanto, e forse non si sbagliava nemmeno su me e Leo. E se io provassi veramente qualcosa per lui? Leo è il mio migliore amico, per anni l'ho considerato come un fratello, ma se ora quei sentimenti si fossero tramutati? 

La cosa mi spaventa parecchio, anche perché non voglio rischiare di fare qualcosa, come baciarlo, che poi rovinerebbe la nostra amicizia. 
Porto la mano al collo, dove c'è la collana con il bullone, simbolo della nostra amicizia. 

E se quello che facessi rovinerebbe questo fantastico rapporto? Non me lo potrei mai perdonare, non so come riuscirei a sopravvivere senza il mio migliore amico, sempre accanto a me. 

Sento che ho decisamente bisogno d'aria, e di tornare a fare una bella passeggiata, per schiarirmi le idee. Senza nessun Maurizio o qualcun altro. Solo io e le mie folli idee. 

Riscendo le scale, ignorando la stanchezza, e riesco dal cancello, inviando a mia madre un messaggio prima che chiami la NASA o la CIA per ritrovarmi. Prendo le cuffiette, sempre in tasca, e accendo la musica. Si cammina meglio con la musica. 

Faccio la strada opposta, non volendo tornare verso il parchetto dove i miei ricordi della discussione con Maurizio sono ancora troppo nitidi. 

Così vado verso il panettiere, valutando anche l'idea di prendermi qualcosa da mangiare. 

Solo che poi vedo la gelateria e i miei piedi mi trascinano dentro, facendomi ordinare un cono con Cioccolato e menta. Un po' di gelato non fa mai male. 
E mi fa tornare in mente quella volta che a undici anni io e Leo eravamo usciti per la prima volta da soli, senza mamme o accompagnatori. Un grande traguardo. 

Non ci eravamo mossi molto, io volevo andare in giro per la città, ma Leo me lo impediva. È sempre stato lui quello responsabile. Probabilmente se non fosse per lui starei con Maurizio o con qualcuno di ancora peggio, che invece di farmi provare una canna mi avrebbe fatto provare altro, da cui sarebbe stato decisamente più difficile uscirne. 
Avevamo percorso più o meno lo stesso percorso che avevo fatto con Maurizio, arrivando davanti al parco ed entrando nel bar. 

Quando avevamo visto che era pieno di ragazzi più grandi Leo mi aveva trascinato fuori, e anche se avevo protestato, in realtà gli ero grata perché  tutta quella gente mi metteva parecchio in soggezione. 
Così eravamo tornati indietro e quando avevamo trovato una gelateria, anche se era metà marzo e aveva piovuto tutta la settimana, eravamo entrati e avevamo preso io lo stesso gelato di sempre ( menta e cioccolato) e Leo amarena e vaniglia. 
Ci eravamo seduti sulle panchine fuori a mangiarlo e io gli avevo chiesto di assaggiare il suo gelato. E poi ci eravamo ritrovati a parlare di baci. 

" Io non ho mai baciato una ragazza" aveva ammesso. " A meno che non si calcoli quel bacio che ci siamo dati a sette anni sulla spiaggia"
Gli avevo tirato un pugnetto. " Certo che no! Eravamo bambini. A quell'età i baci non vogliono dire nulla"
" Ti ricordi i nostri genitori?"
Avevo riso, ricordando insieme a lui. " Continuavano a dire che crescendo saremmo diventati una bellissima coppia. E invece ora siamo come fratelli!"
Lo avevo visto annuire, non del tutto convinto. Avevo completamente ignorato il velo di tristezza che gli dipingeva il volto. 

E ora ripensandoci mi viene da chiedermi cosa sarebbe successo se invece di dire quelle cose avessi detto: " Forse saremo veramente una bellissima coppia". 

Sarebbe stato decisamente più facile allora che adesso. Perché crescendo le cose diventano così complicate? 

Il telefono inizia a vibrare e lo tolgo dalla tasca, sentendo il cuore battere in maniera non del tutto normale. Non mi era mai successo prima, quando vedevo il numero di Leo. 

« Pronto »

« Ehi Mel, si può sapere dove sei finita? »

Abbasso lo sguardo, sul gelato ormai alla fine, e poi più in basso, verso la pancia. « Leo » inizio, non sapendo bene nemmeno io quello che sto per fare. Faccio come al solito, tolgo qualsiasi freno fra la mia mente e la mia bocca. è l'unico modo che ho per uscirne. 

«Si? »

«Ti ricordi quel giorno al parco di marzo, quando abbiamo preso il gelato?»

Posso immaginarmelo che riflette, gli occhi azzurri che si chiudono leggermente mentre cerca di riprendere il ricordo. «Si, perché? »

«Ti ricordi della foto che ci hanno scattato i nostri genitori al mare? Quella dove ci baciavamo ». Ho la gola secca e inizio a dubitare del mio metodo. 

« Si Mel, dove vuoi arrivare? »

Faccio un respiro profondo e lo dico, evitando di pensare che la nostra amicizia potrebbe rovinarsi per sempre, al fatto che potrei perdere la persona a cui voglio più bene. Avvicino il microfono degli auricolari in modo che la voce sia nitida. « E se i nostri avessero ragione. Se noi fossimo veramente una bella coppia? »

« Cosa... cosa stai dicendo? »

Mi mordo il labbro, vizio che col tempo avevo perso. E ora cosa gli dico?

 « Leo, io.. non riesco più a vederti solo come il mio migliore amico o mio fratello. E credo che sto rovinando la mia amicizia, ma sai che non sono brava a tenermi dentro le cose per troppo tempo, soprattutto a te e »

« Torna a casa, così possiamo parlarne » dice, serio. E la cosa non mi piace affatto. 

Finisco il gelato e togliendomi le cuffiette, non avendo più nemmeno voglia di ascoltare la musica, torno a casa sentendo male ai piedi e la bambina continuare a muoversi. 

Dopo aver citofonato non faccio in tempo ad arrivare al portone che mi ritrovo Leo davanti, le mani in tasca e i capelli completamente spettinati. 

Non l'ho mai visto così serio e quando provo a dire qualcosa succede quello che più bramavo e più temevo. 

Fa un passo nella mia direzione, annullando la distanza che ci separa e porta le mani sui miei capelli, accarezzandomeli mentre le sue labbra vanno dritte sulle mie. 

Ho il cuore che batte a mille e per qualche secondo rimango immobile, convincendomi che è esattamente quello che volevo. Magari non l'ho rovinata del tutto la nostra amicizia. 

Rispondo al bacio sorridendo, non riuscendo a trattenermi. È una sensazione così strana e allo stesso tempo così bella che non riesco a fare a meno di sentirmi felice. Come non mi capitava da prima di capodanno. Da prima di rimanere incinta. 

Forse Maurizio non aveva tutti i torti ad essere geloso, forse c'è veramente sempre stato Leo nei miei pensieri, e nel mio cuore. 

Out of love - Tutto per amore - In PausaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora