Mi giro per la centesima volta nel letto, guardando la luna attraverso la finestra e sentendo il sonno dietro gli occhi ma non riesco a prendere sonno.
Ne a trovare una posizione comoda per dormire.
Dopo un mese di puro relax e baci, soprattutto quelli, al mare non sono per nulla pronta a tornare a casa e alla realtà.
A tornare nello stesso posto di Maurizio.
Sbuffo, mettendomi sul fianco destro e guardando Leo al mio fianco che dormiva beato.
All'inizio i suoi non volevano lasciarci dormire assieme, ma sono già incinta e non potrebbe succedermi altro.
Solo che non si era dimostrato così romantico come pensavo: tra la pancia e il caldo pazzesco aumentato dall'assenza di ventilatori non riuscivamo a stare abbracciati per più di qualche minuto.
E guardarlo dormire è diventato il mio passatempo da stolker preferito.
< Non riesci a dormire? > sussurra, facendomi sussultare.
< Ti ho svegliato io? >
Sorrido, allungando una mano fino a sfiorargli il sopracciglio per poi disegnargli il profilo del volto. < Non esattamente >
< Mi dispiace >
< Fa niente... te invece perché non riesci a prendere sonno? >
Arriccio le labbra, mentre con le dita formo il profilo delle sue. < Bho.. il caldo, la bambina.. continua a muoversi >
Si gira verso di me, prendendomi la mano nella sua e baciandomela. < Posso sentirla? >
Gli porto la mano sulla pancia, dove in questo momento la bambina si sta esercitando in una lezione di karate in piena regola. < Dicono che di notte dovrebbe dormire insieme a me... ma sono giorni che è più sveglia di notte che di giorno > ammetto, spostandogli la mano e sentendo un altro calcio.
< Magari è un vampiro > bisbiglia, facendomi ridere.
< Si, ma non ho intenzione di chiamarla Renesme o unire i nomi delle nostre madri. Credo che verrebbe qualcosa di osceno >
La mano di Leo inizia a muoversi lentamente e formare piccoli cerchi col pollice. < In effetti non sarebbe carino. Peggio di Assunta, Natalina o altri nomi del genere >
< Già.. decisamente no. Non so come la chiamerò, ma sicuramente non con nomi di festività... Ti immagini una che si chiama Natalina Pasquale! >
< O Pasqualina Natale >
Mi copro la bocca con la mano per attutire le risate. < Già, meglio evitare >.
Rimango a guardarlo per qualche secondo, chiedendomi cos'ho fatto di così positivo da meritarmi una persona come lui. < Ti ricordi come ci siamo incontrati? >
Non so perché ma mi aspetto un no, e quando annuisce mi ritrovo a sorridere come un'ebete. < Eravamo al parco... e poi ti ho vista piangere perché bambina ti aveva preso la bambola e l'aveva lanciata sull'albero. Hai iniziato ad arrampicarti per provarla a prendere e quella cosa, mi ricordo, mi aveva incuriosito... quando non siamo riusciti a prendere la bambola abbiamo iniziato a rincorrerci e in quel momento ho capito che volevo essere il tuo migliore amico >
< E poi tua mamma mi ha ridato la bambola >
Ridacchia, togliendomi una ciocca di capelli da davanti gli occhi. So che sta per baciarmi e socchiudo le palpebre fino a quando le sue labbra non incontrano le mie in un bacio decisamente meno delicato di quello della buonanotte. < Come si chiamava la bambola? >
Rimanendo a pochi centimetri l'uno dall'altra, provai a ricordarmi il nome della mia bambola, quella bambola che ci aveva fatto conoscere. < Asia >
< Asia > ripete, e sento la bambina muoversi.
Abbasso gli occhi e nella penombra della stanza sorrido, accarezzandomi la pancia. < Asia >
< Si,l'ho capito >
Scuoto la testa, accarezzandogli la guancia. < Asia. La bambina.. voglio chiamarla Asia. >
Rimane per qualche secondo in silenzio a fissarmi e quando si fionda sulle mie labbra capisco che è pienamente d'accordo con la mia decisione.
< Ti piace? >
< Lo adoro >
< Se ci pensi... Asia, la bambola, ci ha fatto incontrare. E Asia, lei > dico, indicandomi la pancia. < Ci ha fatto avvicinare più di qualsiasi altra cosa. Sembra che il nome Asia sia il nostro portafortuna >
< Ti amo > sussurra, facendomi perdermi un battito mentre un sorriso incontrollabile mi si dipinge sul volto. < Te e Asia... non mi importa se non è mia figlia. Voglio esserci per lei, capito? >
Ho le lacrime agli occhi e non riesco a controllarle. < Tu.. Dio, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata > singhiozzo, provando ad asciugarmi le guance. < Odio essere così emotiva >
< Bhe, per il prossimo mese e mezzo puoi continuare a dare la colpa agli ormoni della gravidanza > commenta, ricevendo un bel pugno sugli addominale.
< Sei un coglione >
< Si, può essere >
Mi avvicino, dandogli un bacio fino a perdermi in lui. < Ti amo Leo >
< Ti amo Mel >
WOW!
Due capitoli! Magari non sono lunghi come i primi, ma in questa maniera riesco a scrivere e a pubblicare più velocemente.
XoXo.
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Out of love - Tutto per amore - In Pausa
Genç KurguMelissa è un'adolescente in piena regola, ribelle e spensierata. Da quando era bambina ha un migliore amico: Leo. Fra di loro la promessa che sempre sarebbero rimasti uno accanto all'altro, non ostante tutto. Melissa è fidanzata da due anni con Maur...