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Capitolo due.

Rimango spaesata per un attimo che sembra durare fin troppo.

Non poteva essere proprio lui.

Non Jason.

Il ragazzo che mi ha rovinato l'adolescenza.
Il ragazzo che mi ha sempre insultata e picchiata e umiliata davanti a tutti i compagni che se la ridevano.
La ragazzina cicciottella indifesa che non raccontava niente a nessuno,quella che era sempre in disparte, che non aveva amici grazie a quel ragazzino che le aveva rovinato tutto.
Eccolo lì.
Come se non mi conoscesse.
Indifferente.

Fai finta di niente,fai finta di niente, non lo conosci.

lo guardo senza parole, con un vuoto dentro immenso, sarei scappata a momenti o mi sarei addirittura buttata giù dalla finestra, anche se siamo al secondo piano e non mi sarei fatta niente.

"E tu sei.."
allora sai parlare,piccolo bulletto?
"Oh, io sono Madison.." all'inizio sembra non ricordarsi di me ma dopo circa due secondi sgrana gli occhi.
"Ci conosciamo?" oso domandare.
"Oh beh" si gratta la nuca per il nervosismo.

"Andavamo a scuola insieme no?"
E io che pensavo fosse il commesso del mc donald's, che scema!

Sospiro.

Cosa dovrei fare? Prenderlo a sprangate nei denti? Lo farei volentieri.
Si siede sul letto di Ashley che sembra si sia volatilizzata, dato che di lei non c'è più neanche l'ombra.

Dopo essersi seduto mi guarda
"Sei cambiata, quasi non ti riconoscevo"

"Oh davvero? Non lo avrei mai detto" una risata amara esce dalla mia bocca.

"Cosa ti fa pensare che io ti voglia in camera mia? O meglio, perché diavolo sei qui dentro?" dico calma. E io che pensavo di rifarmi la mia nuova vita una volta arrivata qui. Che stupida!

Sospira e si alza avvicinandosi a me. "Tempo al tempo piccola Mad"
Mi avvicino velocemente a lui e con uno scatto gli afferrò il polso

"Non-chiamarmi-mad" scandisco bene le parole.

Oh, caro, se non fossimo in uno stupidissimo campus ti avrei già sferrato un calcio nelle palle che a fatica ti ricorderesti il tuo nome.

Ho sempre saputo che Jason fosse un bel ragazzo, ma per colpa sua ho perso persino le poche amiche che avevo e quelle due oche che definivo tali si schierarono dalla sua parte, come tutta la scuola.

Tutti troppo deboli e impauriti per difendere una povera ragazzina, se disgraziatamente trovassi una di quelle facce dentro a questa fottutissima università, sputargli in faccia sarebbe la minima cosa che potrei fargli.

Never too late.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora