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Capitolo tre.

Mi sveglio con il rumore assordante della sveglia delle sette e mezza e decido di alzarmi, non posso arrivare tardi il primo giorno.
Scendo dal letto e vedo due biglietti, uno da Ash che dice che è uscita prima con il suo ragazzo, e un altro dove è scritto di andare alle 8 in spiaggia e di mettermi il costume.

Di solito quando mi succedevano queste cose era perché volevano umiliarmi davanti a tutti, anche se la curiosità è tanta decido di non andare.

Voglio fare le cose con calma e non ho tempo per queste stupidaggini, alle 9 devo essere in classe e voglio arrivare in anticipo.

Decido così di fare colazione fuori, quindi mi spoglio dal mio caldo pigiama e infilo dentro la doccia.

L'acqua calda mi bagna la schiena e per un attimo tutto intorno sembra sparire.

Chi è quel deficiente che lascia biglietti in giro? Sono per caso in un film? Non mi pare.

Dopo circa dieci minuti esco dalla doccia.

Fortunatamente avevo portato i vestiti puliti in bagno perché fa davvero freddo per essere settembre.

Decido di mettermi un paio di leggins neri con sopra una maglietta dello stesso colore e una semplice felpa aperta, anch'essa nera.

Il pensiero di quel foglietto non si vuol togliere dalla mia testa, chi diamine può averlo scritto?

Sono ormai le otto e dieci minuti, quindi anche volendo andare sarei in netto ritardo dato che per arrivare in spiaggia impiegherei altri dieci minuti.

Squilla il telefono e sbuffo nel leggere che chi stava chiamando fosse mia mamma.

"Pronto?" dico fredda.

Non è mai stata presente nella mia vita.

Cambiando uomo ogni mese come può pensare di colmare l'assenza di una figura paterna nella mia infanzia?
Non può, perché pensa solo a ciò che vuole lei. È sempre stato così e così rimarrà.

"Madison ciao, come va? La tua compagna di stanza è simpatica?"

Ora fa anche la premurosa, non riesco a non farmi scappare una risata.

"Mad tutto bene? Perché ridi?"

"Perché rido? Fai anche finta che ti importi di cosa sto facendo?
Per favore mamma, non chiamarmi senza un motivo. E comunque si, è simpatica, non come qualcun altro. Buona giornata"

Chiudo la chiamata.

A volte mi pento di come le rispondo e di quanto io sia acida con lei, poi mi ricordo che è una donna senza un briciolo di cuore e che sicuramente non gli fa né caldo né freddo ciò che le dico, tanto non mi ascolta.

Sente solo ciò che vuole sentire, tipo i suoi diecimila fidanzati vent'anni più giovani di lei, che potrebbero essere suoi figli, e che le succhiano soldi come sanguisughe.

Esco finalmente dal bagno e controllo il foglio con il mio orario.
Letteratura, Spagnolo, Storia, Biologia.

Uno spasso insomma.

La cosa positiva è che tra una lezione e l'altra ho mezz'ora libera quindi posso anche tornare in camera.

Prendo il libro e un quaderno e infilo tutto nello zaino.

Avrò tempo per tornare e prendere quello per l'ora successiva.

Riguardo quel dannato foglietto.

Come è entrato qui?

Alison deve esserne sicuramente a conoscenza, altrimenti non me lo spiego.

Lo stacco dal tavolo e lo butto nel cestino.

Non riesco a guardarlo un'altra volta.

Tra una cosa e l'altra noto che si sono fatte le otto e trenta, così prendo le chiavi e il cellulare e esco, alla ricerca di un bar.

Fortunatamente non lontano dalla mia stanza ne trovo uno, piccolo ma accogliente.

Prendo un caffè e inizo a girovagare per il campus.

Una volta all'interno dell'edificio principale, dove si tengono le lezioni, certo la classe a cui devo partecipare, che fortunatamente è vuota, così entro e occupo un posto tra le ultime file mentre finisco il mio caffè.

Never too late.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora