Racconto Sentimentale: Il Circolo Infinito

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Silenzio. Era l'unico suono che riempiva lo spazio circostante. L'immenso spiazzo verde selva era attraversato dal vento che muovendo i fili d'erba che a mo' di ballerine, faceva danzare al ritmo del vento. In mezzo a quella immensità, sedeva sul limitare di un dirupo, la piccola bambina intenta a fissare l'universo dall'alto di quella bolla in cui era compressa. Fece ciondolare le sue piccole e minute gambe nel vuoto, studiando i vari pianeti al di sotto e le stelle lontane, dotate di una potentissima luce e calore. La brezza accompagnava i suoi capelli che, flessuosi e morbidi come velluto puro, erano abbandonati all'aria e seguivano il corso, ondeggiando insieme al vento. Il suo sguardo puro ed innocente si stendeva lungo tutto l'infinito universo senza mai stancarsi di osservare.

Una folata più forte di altre, le spostò ciocche di capelli sul viso perfetto e paffuto e la sua minuta mano si preparò a spostarli pazientemente dietro l'orecchio. Non distolse nemmeno per un istante i suoi zaffiri luminosi, dal paesaggio magnifico sottostante. Le si aprì un mezzo sorriso a fior di labbra, sulle carnose labbra rosee. Scosse la testa appena abbracciandosi le ginocchia con le braccia, ed appoggiando la testa su queste. Solo allora, sospirò pesantemente, ma non di tristezza, no! Lei era felice nel suo piccolo, la bambina era felice. Era pura, bella, aggraziata, e tutto ciò che toccava prendeva vita sotto il suo tocco. Chiunque pensasse a lei si apriva in un sorriso d'amore e lei sentiva nel suo animo milioni di pensieri postivi dei milioni su miliardi di abitanti terrestri. Lei era tutto ciò che riguardava il Bene: era l'acqua, era l'aria, era la felicità, era il bianco, era energia positiva, era amore... Tutto ciò che di buono esisteva al mondo. Lei era la Vita stessa. Era Eros, era amore. E nel suo cuore solo pensieri di Bene si sviluppavano.

Scorse un fiore morente in fin di vita, allungò le mani verso esso senza alcun timore. Nel momento esatto in cui le sue fredde dita sfiorarono delicatamente i petali del fiore, esso si riprese immediatamente come riacceso da una nuova fiamma interiore. La piccola sorrise, un sorriso più aperto dei precedenti distendendo le gambe e lasciandosi cadere di schiena tra i numerosi fiori e fili d'erba.

Sdraiata lì in mezzo, in una pace surreale, arrivò ben presto la tempesta.

Il vento si placò tutto d'un tratto e di conseguenza anche gli steli dei fiori e dell'erba smisero la loro danza. Tutto si trasformò in un misterioso agghiacciante silenzio. Tutto si fermò.

Non un'anima viva si mosse come se qualcuno avesse cliccato il tasto pausa sul telecomando della Tv. Eros si tirò su a sedere stupita di quella improvvisa e spiacevole situazione non riuscendo a capire cosa avesse scatenato quell'improvviso calo di temperatura. Percepì una presenza sgradevole alle sue spalle, senza ripensamenti si volse indietro, trovando la causa di quell'improvviso stallo temporale.

"Ciao" disse un bambino posto dietro di lei che la osservava curioso. E lei non era da meno: del resto non c'era mai stata anima viva come lei in quel posto. Osservò il bambino che la fissava alla stessa maniera. Chiunque li avesse visti insieme avrebbe detto che sembravano gemelli: erano identici fisicamente. L'unica cosa che cambiava era la differenza dei colori dei suoi capelli che erano di un nero intenso, così come i suoi occhi grigio freddo che la fissavano spenti e che trasmettevano una malinconia dentro di lei. Era magro quasi quanto lei e leggermente più alto, aveva una postura composta, eretta. I capelli mossi su cui qualche ciuffo ribelle cadeva sulla sua fronte spianata, e sul viso incorniciato da quei capelli, si apriva un mesto sorriso rivolto a lei. Un sorriso che sapeva di malinconia e di lacrime. Vestiva di un abito completamente nero senza alcun accenno di colore, a differenza di lei che aveva indosso una leggera veste bianco latte di cui un momento prima la gonna lunga che raggiungeva il ginocchio, si sollevava. Erano gli opposti ma allo stesso tempo così simili. C'era qualcosa in quel ragazzo che le accese un campanello d'allarme.

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