All of me.

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"Sono andata via perchè la mia famiglia voleva fossi una persona diversa."-dissi, rompendo il silenzio. Era strano che fossi io la prima a prendere parola e soprattutto che mi aprissi su questo argomento.

"Non devi parlarne se non vuoi."-disse David, sottovoce. Mi guardava sorpreso, e non potei fare a meno di sorridere. Volevo parlarne, sentivo che quello era il momento.

"Sono sempre stata la diversa della famiglia. Non ero una ribelle, e nemmeno una ragazza che chiedeva sempre soldi, mi è sempre piaciuta la tranquillità e sono sempre stata così timida. Mia sorella è il mio opposto, a lei piace fare conoscenze solo per avere qualcuno con cui uscire, le piace andare alle feste e divertirsi."

"Hai altri fratelli?"-chiese David, incuriosito dalla storia.

"No, ho solo lei. Ha 5 anni più di me, ma tra di noi non c'è mai stato un bel rapporto. Mi ha sempre deriso per tutti i miei comportamenti: perchè ero troppo timida, perchè stavo sempre a casa, perchè non avevo un ragazzo. Io stavo bene con me stessa, ma lei non poteva fare a meno di prendermi in giro. Io stavo zitta, non le rispondevo mai, era lei la capa."

"Quindi te ne sei andata per colpa sua?"

"No, anche se lei ha contribuito alla mia decisione. La storia è più lunga e complessa."

"Ho tutto il tempo che ti serve, se vuoi raccontarmela."-disse David, sorridendomi.

"I problemi con la mia famiglia sono sorti quando ho iniziato l'università. I miei genitori volevano mi iscrivessi ad Economia, per continuare l'attività di famiglia. Mio padre dirige un'importante banca, e mia madre è commercialista, quindi anche io, come mia sorella, sarei dovuta entrare in questo mondo. Mia sorella è ormai laureata e sta facendo carriera, mentre io, come vedi, no. A me Economia non piaceva, troppi numeri, sapevo già che non avrei passato nemmeno un esame. Dissi ai miei genitori che volevo studiare Lettere, e loro furono scioccati, mi iniziarono a dire che non avrei avuto un futuro, che non avrei portato avanti il nome della famiglia e cose così. Mia nonna calmò gli animi, la stessa nonna che mi ha insegnato a cucinare. Pagò lei la retta dell'università, con la promessa che, se non avessi trovato un lavoro entro un anno, mi sarei iscritta ad Economia."

"I tuoi genitori erano d'accordo?"-chiese David.

"Ovviamente no, non volevano una figlia insegnante o giornalista per un semplice quotidiano, volevano qualcosa di più, ma non erano loro a pagare l'università, quindi non gli importò molto. Da quel momento le cose cambiarono tra di noi, non avevo fatto la scelta che mi avevano imposto, e mi iniziarono a trattare come una figlia di serie B. Mia sorella era sempre quella che li rendeva più orgogliosi, quella di cui vantarsi, mentre di me a stento ne parlavano. Mi laureai con il massimo dei voti, ma a loro non importò molto. In quei tre anni mi concentrai su me stessa e sullo studio, quindi passarono senza troppe discussioni. Dopo la laurea avevo il mio anno di prova, e non andò bene."

"Ai tuoi non piaceva il tuo lavoro?"-chiese David, ingenuamente.

"Un lavoro non l'ho mai trovato."-risposi, con un sorriso amaro.-"Amo il mio paese, ma purtroppo per noi giovani non ci sono molte possibilità. Sapevo che con una laurea come la mia non avrei avuto tantissime possibilità, ma non pensavo di non averne nessuna. Molti dei miei amici sono andati all'estero per cercare lavoro, ma inizialmente ero spaventata da questa idea. I miei non volevano facessi lavori come la commessa o la cameriera. A me andava bene fare questi lavori in attesa di una grane occasione, ma per i miei genitori era una questione di orgoglio. Non c'era un giornale che mi volesse senza aver fatto un master, non c'erano concorsi, e non c'erano lavori che secondo i miei fossero adatti. Quell'anno fu tremendo. A casa l'atmosfera era ogni giorno più tesa, mia sorella continuava a criticarmi e i miei genitori a dirmi quanto era importante trovare un lavoro adatto per la nostra famiglia. Ogni giorno andava sempre peggio e, come se non bastasse, quell'anno mia nonna morì. Lei era l'unica che mi aveva sempre appoggiato, l'unica che aveva creduto in me, e senza di lei io ero davvero persa. Lasciò parte dei suoi risparmi a me, insieme ad una lettera. Mi diceva di scappare prima di essere costretta a diventare la donna che non avrei mai voluto essere."

Come home.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora