Romano...benventuto nel mio galeone

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Romano stava ormai correndo per i piccoli vicoli della propria città da più di un'ora, non gli importava più di nulla ormai, dopo che il padre gli aveva riso in faccia gli era crollato tutto addosso, le speranze che aveva di viaggiare almeno una volta con il padre svanite, però non si sarebbe dato per vinto: sarebbe salpato con o senza l'autorizzazione del padre.
Arrivato al porto scrutò intorno esaminando le navi che erano attraccate, ed individuata la nave del padre scatto salendoci e sgattaiolando senza essere visto nella stiva; entrato si nascose sotto i ricambi delle vele, posizionate dietro le merci che erano destinate ad arrivare a Costantinopoli. "Finalmente" pensò sbadigliando, "Sono sicuro che Lorenzo gli farà piacere la mia presenza, non sono uno scansafatiche come Feliciano, mi darò da fare" si ripromise il castano accennando un sorriso, aspetto un'ora, due poi tre, fino a che non s'addormento.
La mattina la stiva venne illuminata dalla luce che filtrava dagli oblò. Romano colpito dai raggi del sole si copri il viso con il braccio, appena udi il verso dei gabbiani apri gli occhi mettendo bene a fuoco. "I gabbiani..?" sussurrò confuso "I gabbiani!", scattò in piedi correndo con la propria sacca verso la porta che dava al ponte. Non gli sembrava vero d'essere salpato su una nave, aver disobbedito ai suoi genitori, sopratutto a suo padre. "Ma chissene" sorrise uscendo, si guardo intorno curioso come un bambino in un negozio di caramelle. "Guarda che si vede il giovane Vargas" Lorenzo notandolo alzò gli occhi al cielo avvicinandosi a lui, "Ok, tuo padre sicuramente non ti ha dato il permesso e così hai fatto di testa tua, eh?" chiese poggiando la mano sulla spalla di Romano, "Ormai mi conosci più tu che lui Lorenzo, dimmi dove posso poggiare la sacca e mi metto subito a lavoro" "Ecco cosa mi piace di te, bene puoi darla ad Alba". Lorenzo indicò una ragazza sui diciassette anni, con lunghi capelli biondi ed occhi azzurri, peccato che l'occhio destro era nascosto da una benda, il suo abbigliamento era una semplice camicia con dei pantaloni e stivali.
Romano s'avvicino ad Alba cercando di essere il più educato possibile, "G..Giorno sono Romano Lov..no solo Romano. Lorenzo mi ha detto di darvi la mia sacca, così che la possiate portare negli alloggi, ma non voglio sco" il ragazzo non fini che la bionda sbuffo prendendo la sacca sulla spalla "Seguimi cretino!" gli disse avviandosi  alla stiva, si fermo poco dopo girandosi e cacciando un'occhiata al castano "Ti muovi o no?" chiese evidentemente scocciata "S..si!", Romano la raggiunse e segui fino alla stiva vedendo dove erano gli alloggi.
"Wow, non pensavo fossero così" "Sporchi?" chiese Alba mentre appoggiava la sacca su una branda, "No al contrario, sono più puliti di camera mia" "Se questo posto è sporco camera tua è un porcile" "Esatto, le domestiche fanno del loro meglio, ma riporto qualsiasi cianfrusaglia che trovo nelle bancarelle e quindi", "Ne hai alcune con te?" chiese la ragazza curiosa, "Si passami la sacca" ordinò Romano che di tutta risposta se la prese in faccia. "Da come ho capito sei un ragazzo adagiato, ricordati che qui tutti hanno lo stesso trattamento, ricchi e non ricchi!" sbraitó la ragazza incrociando le braccia al petto.
"Si scusami, bhe comunque" il ragazzo si sedette a terra incrociando le gambe, "Ho vari oggetti, provenienti perfino dalle Americhe" iniziò a dire mentre tirava fuori una piuma, "Una piuma wow che bella" disse ironicamente Alba fingendosi meravigliata "È una piuma di un indiano d'america, mio padre con i miei fratelli l'ha visitata...", "Tu non hai mai viaggiato?" "Sembrerà strano ma è la prima volta, mio padre mi teneva sempre rinchiuso in casa, perché non vuole che navighi", "Perché?" "Ho paura dei pirati ma li vorrei incontrare, mia madre mi raccontava sempre cose brutte su di loro, che depredano e saccheggiano navi, ma anche se fosse...li vorrei vedere". Calò un silenzio tombale nella cabina, i due fissavano il pavimento come incantati, Alba non credeva alle parole di Romano mentre Romano pensava a cosa raccontare ai suoi per la lunga assenza. "Diciamolo, mio padre non mi ha mai favorito" finì il castano sospirando e mettendo la mano dentro la sacca tastandola. "Per me fa male, non sembri aver paura del mare, e se non hai paura del mare penso i pirati ti facciano meno paura, sono figli del mare, come per te Venezia è la tua casa, la loro è il mare". Romano tirò fuori dalla sacca una conchiglia porgendola ad Alba "Poggiaci l'orecchio si dice che si sente il mare", Alba si portò la mano davanti la bocca ridendo sotto i baffi, "Che ce da ridere?" "Roma..stai un secondo zitto" Romano come ordinato si zitti, l'unico rumore che si udivano oltre il verso dei gabbiani era il rumore del mare, "Sentito? Il mare lo senti anche senza quella conchiglia" "Si hai ragione, e questa melodia mi piace di più di quella della conchiglia", "Melodia..lui allora" pensò Alba mentre il ragazzo gli faceva vedere molti altri oggetti che aveva collezionato nel tempi, fino a che non furono chiamati da Lorenzo e si precipitarono da lui.
I giorni passavano e Romano si dava sempre da fare sulla nave, o pescava o puliva e delle volte Lorenzo gli insegnava qualche cosa di nuovo sulla vita di un marinaio. Mancavano ormai solo due giorni di viaggio e sarebbero arrivati a Costantinopoli. Romano non vedeva l'ora di visitare una città diversa da Venezia, ormai la curiosità lo stava divorando.
L'ultima notte di viaggio prima di attraccare al porto di Costantinopoli, Romano era con la sua sacca ad ammirare le stelle che illuminavano il cielo "Che bello" sorrise pensando fra se se. I suoi pensieri però vennero interrotti da dei rumori che provenivano dell'albero maestro, notò Alba che scendeva. "Alba che ci fa" la ragazza gli puntò un pugnale al collo tappandogli la bacca facendolo stare zitto, lo fece indietreggiare fino alla parete di legno, per poi farlo girare e legarlo come un salame.
"Bene sistemato...Capitan Fernández Carriedo salga" comunicò la ragazza a non si sa chi.
Subito degli uomini di qualsiasi età salirono sul ponte, fra loro sfoggiavano tre figure: il capitano un giovane adulto sui venti anni, capelli lunghi castani fermati in un codino, occhi verdi, decorato con due o tre anelli ai diti, due orecchini  all'orecchio sinistro e una giacca rossa fuoco; un albino con gli occhi rosso rubino sempre sui venti anni e una fascia rossa legata sul ventre e infine un giovane uomo biondo con occhi azzurri e in mano una spada.
Romano fece mente locale a ciò che stava accadendo, ora lui aveva difronte una ciurma intera di pirati che avrebbe saccheggiato la propria nave, la paura lo stava assalendo ma non poteva lasciarsi bloccare da essa.
Iniziò ad agitarsi tentando di liberarsi, "Alba che significa?" chiese cercando d'allentare i nodi ai polsi, la ragazza e il biondo si scambiarono un'occhiata per poi scoppiare a ridere "Alba? Mi spiace non sono io, ho usato quel nome per ingannarvi, e siete tutti delle zucche vote. Io sono Charlotte! La più giovane piratessa che il mare abbia mai accolto, ora questa nave verrà di nuovo saccheggiata dal capitano Fernández Carriedo". Il castano si fece strada fra gli uomini avvicinandosi a Romano, gli prese il viso fra le dita esaminandolo, sul suo volto comparve un sorriso beffardo, si rialzo e fece segno con la mano a un suo uomo, che prese Romano modo sacco di patate.
"Charlotte trésor tocca a te" disse il biondo con un accento francese, Charlotte non se lo fece ripetere e sospirò facendo strada ai compagni, che guidò verso la stiva.
"Non riuscirete a fare nulla LORENZO!" urlò Romano mentre s'agitava dando dei calci all'uomo che lo teneva in spalla, "Kesesese non ti sentono la nostra Charlotte ha messo nei loro pasti un erba soporifera che ti fa dormire profondamente, quindi inutile che ti sgoli nessuno ti risponderà" rise l'albino con un sacco di monete in mano. "E quella?" chiese il capitano prendendo la sacca di Romano, "Ehi bastardo lascia la mia sacca!" urlò di nuovo Romano, il capitano sorrise avvicinandosi a lui "Sentiti onorato ti porteremo con noi" Romano sgrano gli occhi pietrificandosi, "Mon ami l'hai spaventato".
"Andiamocene capitano qui non c'è più nulla" "Come ultimo colpo non è andato male" sorrise il capitano salendo sulla passerella che collegava le due navi, "Charlotte come si chiama il moccioso?" "Romano capitano" "Charlotte te l'ho ripetuto chiamami semplicemente Toñio, allora Romano...benventuto nel mio galeone".

Mi sono innamorato di quel pirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora