Una minaccia di nome Kirkland

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Romano era rimasto incantato dalla bellezza di Barcellona, cioè intanto della bellezza del suo porto. Lui ed Antonio avevano accaparrato un pó di pesce e verdure, mentre Francis e Charlotte erano riusciti a prendere ,oltre che dei deliziosi abiti per quest'ultima, anche della carne.
"Antonio quel castello era casa tua?" chiese il castano indicando il castello reale dei sovrani di Castiglia ed Aragona, "Si, ancora i sovrani sono i miei genitori ma quando João sarà il nuovo sovrano potrò ritornare qui" spiegò Antonio sorridendo "Mi manca. però non voglio maritarmi con una donna", "Non vuoi maritarti con una donna?" chiese Romano, "N..Non ho detto nulla, dimentica...aspetta...tu lo sai, l'abbiamo fatto" dopo essere stato colto dal momento di panico Antonio ragiono mentre Romano rideva leggermente rosso. "Solo pochi lo possono sapere bastardo" chiuse il discorso Romano riavviandosi con Antonio verso la nave.
"Ho dimenticato i pomodori" rimembrò Antonio per poi fermarsi e pronto a tornare indietro, "Vado io tu aspetta con gli altri alla nave" Romano detto ciò ricorse dal verduvendolo? Non notando delle persone famigliari che lo stavano pedinando. Presa e pagata la cassa era pronto a tornare indietro ma udendo delle voci famigliari si fermo, "Vee~ eccolo!" esclamò Feliciano indicando il fratello maggiore e saltandogli addosso,"Romano Lovino Vargas" Romano riconoscendo la voce del padre percepì un brivido lungo la spina dorsale  il sangue congelarsi, deglutì rispondendo al padre "C..che vuoi Paolo?" chiese freddo senza voltarsi "Oh ora mi chiami per nome Romano?! Su smettila di avere le voglie delle donne in cinta e torna a Venezia! Ora! Tu hai paura dei pirati non avresti il coraggio di essere parte di una ciurma!" sbraito il padre tentando di riportarlo indietro, "Cosa ti importa? Non ti è mai interessato di me. Ora perché so qualcosa che potrebbe nuocere a te, anzi ai tuoi adorati affari ti interesso eh?! Non voglio vederti non voglio nemmeno sentirti brutto vecchio!". Paolo fuori di se diede uno schiaffo a Romano che continuo a fissare il pavimento "Fratellone.." mormorarono Feliciano e Romeo. Il maggiore prese in spalla la cassa e si voltò sorridendo ai due "Torno a trovarvi a voi, a te Paolo no", l'uomo stava per sbraitare ma un certo francese lo fermò in tempo "Honhonhon che abbiamo qui?" il francese distrasse Paolo mentre Romano, dopo aver rassicurato i fratelli minori, sgattaiolo via con Charlotte.
Ritorniamo alla ricerca del terzo componente del trio di Elizaveta e Gilbert: Roderich. L'ungherese e il prussiano ormai avevano girato tre volte tutto il mercato non trovando tracce dell'austriaco. "Sei sicuro che fosse qui Gil?" richiese Elizaveta per la quarta volta "Si, te l'ho detto suonava per la famiglia reale castigliana-aragonese stasera, sarà qui intorno" sbuffò rispondendo Gilbert scrutandosi intorno.
"E voi? Che ci fate qui?" la ricerca appena udita la voce dall'amico termino con successo, i due strinsero l'austriaco uforici e gli raccontarono di loro e di come erano finiti a fare i pirati.
"Quindi volete che venga con voi?" chiese l'austriaco con le braccia incrociate al petto, "Si" "Vorrei ma..Gilbert! Che fai?! Mettimi giù subito!" Gilbert senza aspettare la risposta dall'amico lo prese in spalla a peso morto, avviandosi con Elizaveta verso il porto.
Il galeone dopo che i tre furono saliti a bordo riprese il largo: destinazione nuovo mondo!
La maggioranza della ciurma all'idea di visitare la nuova terra quasi sconosciuta era impaziente invece altri erano anche preoccupati.
"Bastardo arrivati li cosa faremo?" gli chiese Romano mentre spazzava il pavimento vicino ad Antonio, "Al nuovo mondo? Ci staremo per trovare un tesoro, ho una mappa del mio defunto nonno, povero nonno, e ci porterà dritti al bottino" "Tipico obbiettivo piratesco" sospirò sorridendo Romano battendo il manico dello spazzolone sul capo di Antonio, "Te? Quando pensi di tornare a Venezia?" "Non ce fretta mio capitano" Antonio strinse a se Romano baciandolo a stampo e fissandolo negli occhi, "Conoscendoti ho commesso il peccato che Dio non mi perdonerà: innamorarmi di te" "Che pensi anch'io l'ho commesso..ma è il peccato più bello della mia vita e sono felice di averlo infranto. Vieni qui bastardo" i due si strinsero forti cullati dal dolce vento del mare.
"La mia esibizione con il clavicembalo per la famiglia dei Borboni svanita, bruciata. Solo oggi pernottavano a Barcellona. Potevate aspettare almeno domani?" "No" risposero il due in coro, "Il magnifico me non poteva aspettare" Elizaveta intuendo la frase dell'albino gli parlò sopra "Quindi Roderich da quando siamo andati via hai continuato a lavorare con i tuoi?" "Si fino ai sedici anni, sapevate che avevo la passione segreta per la musica sin da piccolo no? Da quando ve e siete andati piano piano ho racimolato dei soldi, e sono andato da un conoscente di mio padre che mi ha insegnato a suonare il clavicembalo. Con i soldi avuti dopo dei concerti ho stabilizzato economicamente la mia famiglia, ora viviamo in una villa non tanto grande a Vienna", i due rimasero a bocca aperta ascoltando la storia dell'amico "E...se volete riallacciare il trio..ci sono" finì l'austriaco con un sorriso sul viso. I tre si diedero il cinque, finalmente erano uniti dopo tanto tempo, come quando erano piccoli.
"Nave in vista!" uròo la vedetta. Antonio prese velocemente il cannocchiale esaminando la nave nemica, riconosciuta la bandiera non ci volle molto a capire di chi si trattasse: il pirata Arthur Kirkland, nemico del capitano Antonio Fernández Carriedo. Antonio strinse i denti iniziando a dare ordini alla ciurma, per prepararla ad un eventuale attacco, "Preparate i cannoni! Che siano caricati pronti a sparare al mio segnale! Tenente le spade ben strette!"; l'attacco non si fece attendere subito i pirati del capitano Kirkland salirono sul galeone nemico e dopo uno scontro i pirati della ciurma dell'inglese immobilizzarono, astutamente, i nemici. "Oh dear chi abbiamo qui?" Arthur si fece largo fra i suoi uomini sguainando la propria spada davanti gli occhi di Antonio, "Che diavolo vuoi Kirkand?" "Oh nulla tranne che distruggerti" rise il biondo graffiando lievemente con la lama della spada la guancia dello spagnolo. "Bastardo lascialo stare!" urlò Romano tentando di liberarsi "Chi abbiamo qui? Oh si Romano Lovino Vargas il piccolo figlio di mercante che è diventato un pirata, pensavo fossero baggianate" il capitano si chino arrivando a faccia a faccia con Romano che gli sputo in faccia, "Che modi, poco importa non sono qui per uccidervi. Lo so dispiace anche a me, sono qui per un affare..siete diretti al nuovo mondo..no?" "Che cosa te ne importa bastardo?!" sbraitò di nuovo Romano, "Moccioso finiscila ora" sussurrò Charlotte che si stava liberando dalle corde strette ai polsi con un pezzo di vetro.
"Che cosa mi importa? Voglio il bottino la tua ciurma farà tutta la fatica al posto della mia, li è tutto sconosciuto non voglio feriti o peggio morti" "Non ci penso proprio Kirkland", Arthur fece un gesto con la mano al proprio mozzo che prese di peso Romano avvicinandosi a lui, "Allora il piccolo italiano non lo vedrete bye" detto ciò la ciurma dell'inglese era pronta a ripartire. "Lascialo dannato! Lascialo!" Antonio liberatosi si scaglio addosso ad Arthur sguainando la propria spada e ferendolo superficialmente su un braccio, l'avversario strinse i denti e impugnando la propria spada rispose allo spagnolo.
I due inziarono un duro duello: all'inizio Antonio era in vantaggio, sopratutto perché conosceva tutte le mosse dell'inglese a memoria, ma ad un tratto Arthur lo fece sbilanciare e cadere, con sorriso beffardo gli punto la punta della spada al collo "Ho vinto" rise graffiandogli la guancia.
"Portate via l'italiano ora!" ordinò Arthur tenendo fermo Antonio che continuava a dimenarsi; gli inglesi lasciarono la nave dello spagnolo, nessuno tento di fermarli sopratutto perché il capitano Kirkland l'aveva minacciati che se avessero provato a fermarli avrebbero ucciso Romano. "Non temere Romanito...non ti lascio nelle grinfie di quel lurido inglese" mormotò lo spagnolo, "Mon ami tutto bene?" "Sei quello che è stato più ferito rispetto agli altri" disse Gilbert mentre aiutava Roderich ad alzarsi, "Nessuno può umiliare in questo modo la mia ciurma!" iniziò a dire stringendo i denti, "Sentite ciurma! Facciamogli percepire a quei luridi inglesi cosa sia il vero dolore, facciamogli conoscere la vera paura!" urlo Antonio rivolto alla sua ciurma che esulto alle parole del capitano.
La nave, dopo essersi assicurati che la ciurma inglese se ne fosse andata, parti per raggiungere i propri nemici, volevano umiliarli non solo per vendetta ma anche perché avevano un membro della loro grande famiglia, e rubare od uccidere un membro della ciurma era la più grave cosa che loro non si lasciavano facilmente alle spalle.

Mi sono innamorato di quel pirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora